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TACKLE DURO – Il derby dei media su quel che succederà a Inzaghi se esce con l’Atletico

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Con lo Scudetto ormai in ghiaccio a Simone Inzaghi si può chiedere soltanto di bissare il percorso fatto un anno fa in Champions, non di centrare la finale ma di provare a giocarsela: e se invece esce con l’Atleti si parlerà di fallimento?
Redazione Derby Derby Derby

di Roberto Dupplicato -

Simone Inzaghi ce l’ha fatta, ha vinto il suo primo Scudetto e regala all’Inter la seconda stella prima del Milan: c’è di mezzo quel titolo avuto nel 2006 per calciopoli, il famoso “scudetto di cartone” che però in bacheca ha preso la forma di un trofeo vero e sull’albo d’oro il nome Inter c’è. Dunque, sfottò da derby a parte il traguardo tagliato prima dall’Inter che dal Milan verrà prima o poi seppellito dagli altri record di questo sport che si spera duri per sempre, ma intanto dà molto fastidio ai milanisti. Inutile negarlo. Più 15 sulla Juve e più 16 sul Milan, all’inter non resta che pianificare quando vincere il tricolore, coi tifosi che non hanno dubbi: il 21 aprile in casa del Milan.

Si vedrà

Intanto i tifosi del Diavolo tifano Atleti: perché l’Inter di Inzaghi è perfetta e fortunata, vince facendone 4 a tutti ma al tempo stesso ogni sua partita è accompagnata da polemiche, pure ieri sera c’è stato spazio per le dietrologie e le battute, a dimostrazione che gli arbitri italiani non se la stanno passando benissimo. Ecco un post su X della firma di Repubblica Franco Vanni sul rigore del 2-0, che non c’era: “Che potesse non essere rigore, si capiva subito. Ma come fai a rivederlo e darlo lo stesso? Weekend storto per gli arbitri, dopo un paio di giornate senza eccessivi scivoloni”. La sensazione è che l’inter il Genoa lo avrebbe battuto comunque, come che sia in Testa perché è nettamente più forte delle altre.

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Inzaghi gongola “siamo una red bull” e si gode lavoro e risultati, ma va detto che se l’Atletico del Cholo Simeone gli dovesse fare uno scherzetto per lui si riaprirebbe una primavera di critiche. Non si parlerebbe di fallimento, perché se uno vince il suo primo Scudetto non è un fallimento, ma al tempo stesso in caso di eliminazione il sapore amaro di ciò che sarebbe potuto essere in Europa rischiererebbe di essere più deciso del dolce gusto della vittoria. All’andata l’Inter ha dominato il gioco, merita il vantaggio e addirittura poteva farne un altro di gol, logico che milanisti e juventini oggi sui social tifino tutti per Morata e compagni.

La qualificazione dell’Inter non è certa, non è certamente in dubbio come quella della Lazio stasera, visto che col Bayern l’1-0 dell’Olimpico è un vantaggio minino. Ma di sicuro l’Inter parte alla pari e Inzaghi dovrà prepararla bene a livello mentale, in uno stadio caldo e “barbaro” che spingerà per la remuntada. Che poi l’Inter sia forse più forte e allenata meglio al gioco offensivo è vero, ma l’avversario biancorosso, in quello che cromaticamente è l’esatto opposto calcistico del nerazzurro, non è ancora al tappeto e se Inzaghi dovesse uscire agli Ottavi con lo Scudetto in tasca la critica lo farebbe a fettine. Perché non sarebbe un fallimento, ma quasi.

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