TACKLE DURO – Il derby dei media su Inzaghi re di coppe e Allegri al galoppo

di Roberto Dupplicato -

A Riyhad vince l’Inter con un guizzo di Lautaro e Simone Inzaghi è Super per la quinta volta mettendosi alle spalle Capello o Allegri, ma tante coppe non danno il prestigio di uno Scudetto e a Simone magari brucia più aver perso il tricolore col Milan che la Champions, perché col City si poteva accarezzare un sogno mentre vedersi sfilare il campionato dal Diavolo è stato vivere un incubo.

Nel frattempo Max ha tirato a lucido Vlahovic e ora è in testa, inseguito dalle guardie come lui stesso ci ha spiegato si possa dire

La sua Juve è solida e convincente, vince con rabbia e fisico e dalla sua panchina Allegri le sta provando tutte per innervosire la Milano nerazzurra. Prima il mind game sui ladri e poi la sottile presa in giro in sella al gergo ippico. Noi siamo “cavalli da corsa senza paraocchi” colpisce due volte. Suona come “noi siamo la Juve e non guardiamo agli altri” ma nel lato B ha anche l’amara presa in giro alla Inzaghi band, dipinta come una squadra che si fa innervosire.

In campo per ora l’Inter va, batte Lazio e Napoli e fa alzare a Lautaro il suo primo trofeo da Capitano. Ma la coperta è corta specialmente in attcco e tra un mese si è di nuovo in ballo con la Champions e si riceve la visita del Cholo (chissà come avrá preso l’applauso di Lauti al rosso sventolato al naso del figlio nella finale di ieri…). Insomma, il fatto che la Uefa non abbia fatto giocare la Conference alla Juve ora rischia di squilibrare gli impegni mentali e nervosi a favore di Madama, e Marotta lo ha fatto notare ieri nel prepartita.

Allegri sa quanto fare bene in Europa e in Italia sia difficile e che a qualcosa, a parte Mourinho 14 anni fa, qui si sia sempre dovuto rinunciare. Così, forse per suddividere le pressioni Marotta ha tirato in ballo il Milan nella volata scudetto. Pioli dice di no, ma l’impegno in Europa League magari può favorire una rimonta del diavolo, che con Ibra ha vinto sette volte su nove. A proposito di quanto possono contare gli uomini negli spogliatoi…

Ma oggi è il ricordo della leggenda, di rombo di tuono, di Gigi Riva. Che è riuscito a vincere lo scudetto col Cagliari, l’Europeo con la Nazionale e ha segnato il goal alla Germania nella “partita del secolo”. Team manager quando abbiamo vinto i Mondiali nel 2006. Praticamente quando l’Italia del pallone gioiva, c’era sempre Gigi Riva.

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