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Alessio Tacchinardi è stato molto più di un semplice mediano: cuore, equilibrio e sacrificio. La sua carriera si intreccia con due storie calcistiche affascinanti, quella gloriosa della Juventus e quella sorprendente del Villarreal. Undici anni a Torino, trofei a ripetizione, poi la Liga e una semifinale di Champions che ancora oggi lascia un segno. Un viaggio che parte dall’oratorio di San Bernardino e arriva ai palcoscenici più prestigiosi d’Europa.
Tacchinardi nasce a Crema e cresce calcisticamente tra oratorio e squadre locali, fino all’approdo all’Atalanta. È qui che incontra maestri come Cesare Prandelli e Fermo Favini, figure decisive per il suo sviluppo. A soli 17 anni debutta in Serie A contro l’Ancona e attira subito l’attenzione della Juventus, che lo porta a Torino nell’estate del 1994. Per un ragazzo che da tifoso aveva ammirato Platini sugli spalti del Comunale, vestire il bianconero era già un sogno realizzato.
Con la Juve, Tacchinardi diventa un simbolo di affidabilità. Marcello Lippi lo utilizza anche in difesa, ma è a centrocampo che trova la sua vera dimensione, soprattutto accanto a Edgar Davids. In quegli anni conquista tutto: 5 scudetti, una Coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, la Champions del 1996, una Coppa Intercontinentale e altri trofei che lo rendono uno dei giocatori più vincenti della storia juventina. Non sempre titolare, spesso silenzioso protagonista, ma sempre pronto quando serviva: la definizione perfetta del mediano moderno.
Nel 2005, complice l’arrivo di Vieira ed Emerson, decide di vivere un’avventura diversa e accetta il Villarreal. Sotto la guida di Manuel Pellegrini diventa uno dei leader del “Sottomarino Giallo” e contribuisce all’impresa storica della semifinale di Champions League 2005-06, persa solo per un rigore fallito da Riquelme contro l’Arsenal. Tacchinardi non poté giocare quel ritorno, squalificato, e ancora oggi definisce quella notte una delle sue più grandi ferite sportive. In due stagioni in Liga colleziona 61 presenze e 3 gol, confermando di essere un centrocampista capace di reggere il passo anche in un calcio diverso dal nostro.
Rientrato in Italia nel 2007, sceglie il Brescia in Serie B per chiudere la carriera vicino a casa. Segna 9 reti in quella stagione, il suo record personale, prima di appendere le scarpe al chiodo a soli 33 anni. Oggi Tacchinardi è ricordato come una colonna della Juventus degli anni ’90 e 2000 (tra i primi 50 giocatori inseriti nella Hall of Fame della Juventus), un uomo che ha fatto della concretezza la sua firma. Non ha avuto la fortuna di vivere grandi tornei con la Nazionale, ma ha lasciato un segno profondo sia a Torino che a Vila-real, due città che ancora oggi lo considerano uno di famiglia.
A proposito del passato da ex giocatore di Juventus e Villarreal, lo stesso Tacchinardi ha espresso una preferenza sulla sfida in programma mercoledì sera all'Estadio de la Ceramica, tramite una Instagram story: "Villarreal ti amo, ma questa sera il mio cuore batterà solamente per la Juventus".
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