Sogni, coppe, campioni: Ignis Varese-Simmenthal Milano
MILAN, ITALY - NOVEMBER 19: Giorgio Armani, owner of AX Armani Exchange Milan and Dino Meneghin, former player of Olimpia Milano, during the withdrawal of the number 11 shirt of Dino Meneghin at the half time of 2019/2020 Turkish Airlines EuroLeague Regular Season Round 9 match between AX Armani Exchange Milan and Maccabi Fox Tel Aviv at Mediolanum Forum on November 19, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/Euroleague Basketball via Getty Images)
La rivalità senza fine tra due squadre fortissime: la Ignis Varese e la Simmenthal Milano.
Alessandro Savoldi
Quarantuno scudetti, otto Coppe dei Campioni e quattro Coppe Intercontinentali, oltre a un infinito numero di campioni, incontri e storie: tutto questo è il derby tra Pallacanestro Varese e Olimpia Milano. Il culmine di questa storica rivalità, però, si raggiunse a cavallo tra anni ‘60 e ‘70, nelle sfide tra la Ignis e la Simmenthal.
I primi derby
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I precedenti tra questi due gloriosi club hanno radici lontane. Il primo derby nella massima divisione risale infatti al 1945, quando la neopromossa Varese si impone per due volte sulla Dopolavoro Borletti Milano, antenata dell’attuale Olimpia. Nonostante la società meneghina avesse già messo in bacheca quattro scudetti consecutivi tra il 1936 e il 1939, a fine stagione retrocedette nella serie cadetta. Ritornata in Serie A al termine dell'annata successiva, la Dopolavoro Milano si fonde con la Triestina Milano: è il 1948, nasce la Pallacanestro Olimpia Milano. Solo due anni dopo la Borletti apre un nuovo ciclo, vincendo altri quattro scudetti consecutivi e confermando la propria egemonia nella pallacanestro italiana del dopoguerra.
Il 1956 è uno snodo fondamentale nella storia dei due club: Ignis, società di elettrodomestici del presidente del club Giovanni Borghi, si affianca alla Pallacanestro Varese, mentre Simmenthal diventa lo sponsor dell’Olimpia Milano. Sarà l'inizio di due storici binomi, che più volte si incontreranno nel proprio percorso sui sentieri del basket nostrano.
Nel 1961 arriva il primo scudetto di Varese, mentre l'anno dopo l’Olimpia vince il suo quattordicesimo titolo, battendo, nello spareggio decisivo giocato a Bologna, proprio la Ignis. Qualche anno più tardi, nel 1964, ancora le due squadre si giocano il campionato e stavolta, con solo due punti di vantaggio in classifica, la spuntano i varesini. Nel 1966 lo spareggio per il Tricolore vede la Ignis vincere sul parquet di Roma per 59-74. Tuttavia, l'italo-americano Tony Gennari, straniero di coppa di Varese, giocò quella partita nonostante non fosse stato ancora portato a termine il procedimento di naturalizzazione. Questa violazione delle norme federali sugli atleti stranieri costò il campionato alla sua squadra. Dopo diverse settimane, infatti, la giustizia sportiva sovvertì il risultato, assegnando la vittoria a tavolino e il trofeo alla Simmenthal.
I tre spareggi scudetto consecutivi e la grande Ignis
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Sul finire degli anni ‘60 e nei primi anni ‘70 le due formazioni si affronteranno a più riprese, con Varese che tra il 1969 e il 1971 riuscirà a vincere tre titoli consecutivi. Uno dei punti più alti della rivalità sportiva tra queste due formazioni è proprio lo spareggio scudetto del 1971, giocato davanti a 16.000 spettatori, a Roma. La Ignis fu capace di limitare a 57 punti le scarpette rosse milanesi, segnandone invece 65 e alzando al cielo il terzo scudetto di fila. Nel 1970 Varese vince anche la sua prima Coppa dei Campioni, seguita dalla Coppa Intercontinentale 1971, trofeo sfuggito in passato alla Simmenthal campione di Europa 1966.
Nel 1972 Milano si prende la rivincita e la spunta per 64-60 nello spareggio scudetto, con una grande prova di squadra di Bariviera e compagni, mentre 47 dei 60 punti varesini furono segnati da due soli giocatori: Manuel Raga, formidabile ala messicana della Ignis, e Dino Meneghin, l’uomo che più di tutti rappresenta questa meravigliosa rivalità. Varese si consola vincendo la sua seconda Coppa dei Campioni. Il 1972 è anche l’ultimo anno in cui Simmenthal sponsorizza l’Olimpia, che diventerà poi Innocenti Milano. Nel 1973 Varese batte Milano 70-74 nello spareggio scudetto di Bologna, il terzo consecutivo, vincendo anche la Coppa dei Campioni. I meneghini non riusciranno in seguito a mantenere il livello del decennio precedente, ottenendo risultati poco positivi per qualche anno, fino alla retrocessione del 1976.
Per Varese, invece, arriveranno un altro scudetto (1974) e tre nuovi titoli europei (1974, 1975, 1976). Lo sponsor Ignis lascerà la squadra nel 1975, venendo sostituito da Mobilgirgi prima ed Emerson poi. Negli anni Settanta i varesini raggiunsero un record tanto surreale quanto ineguagliabile: per ben dieci anni consecutivi raggiunsero la finale di Coppa dei Campioni, vincendola in cinque occasioni.
Basketball players in action during AEK (Greece) vs Ignis Varese (Italy) during the semi-finals match of the 1967–68 FIBA European Cup Winners' Cup, Athens, Greece, 1968. (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)
Le icone del derby
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Alcuni volti più di altri hanno rappresentato questo ventennio di derby tra Milano e Varese. Primo tra tutti Meneghin, anche se tra i doppi ex della sfida troviamo il grande Sandro Gamba. Gamba fu giocatore e poi vice-allenatore dell’Olimpia tra il 1950 e il 1973 e in seguito allenatore della Ignis Varese tra il 1973 e il 1977. In totale, il suo palmares conta quindici scudetti, dodici a Milano e tre come coach a Varese, e due Coppe dei Campioni da allenatore della Ignis.
Grandi protagonisti per Milano furono anche Renzo Bariviera, biancorosso dal 1969 al 1975 e Sandro Riminucci, autore addirittura di 77 punti in una partita nel 1964 e protagonista di una carriera intera in maglia Simmenthal, dal 1956 al 1970. In panchina, invece, coach Cesare Rubini fu l'allenatore dei meneghini per ben sedici anni, dal 1957 al 1973.
Sponda Varese, invece, oltre al già citato Manuel Raga, non si può non ricordare Bob Morse. L'ala statunitense trascinò la Ignis, con la notevole cifra di 29 punti di media a partita nelle sue nove stagioni in Lombardia. Meritano, infine, menzione Edoardo “Dodo” Rusconi e Aldo Ossola, entrambi nati e cresciuti a Varese e per tante stagioni bandiere del club.
Ancora oggi Varese-Milano è una delle partite più sentite del campionato, nonostante le diverse ambizioni dei club. Entrambe portano con orgoglio la loro magnifica e indimenticabile storia.