Le origini

Becchino o Zingaro? La storia del Derby Eterno tra Partizan e Stella Rossa

Becchino o Zingaro? La storia del Derby Eterno tra Partizan e Stella Rossa - immagine 1
Il Večiti derbi tra Stella Rossa e Partizan è più che una semplice rivalità calcistica. Nate nel 1945 nella Jugoslavia comunista, le due squadre incarnano le divisioni politiche e sociali esplose con la dissoluzione del Paese negli anni ‘90
Silvia Cannas Simontacchi

Il boato degli spalti che accompagna coreografie feroci e bellissime, le curve fiammeggianti e la nebbia dei fumogeni che avvolge il campo. Quella di Belgrado non è solo una stracittadina, è una guerra civile in miniatura, un inferno a cielo aperto. Qui non si fanno prigionieri. Lo chiamano Večiti derbi, il Derby Eterno, perché la rivalità tra Partizan e Stella Rossa trascende il calcio per diventare uno scontro ideologico, culturale e viscerale.

Becchino o Zingaro? La storia del Derby Eterno tra Partizan e Stella Rossa- immagine 2

Zingari contro Becchini

—  

Il Večiti derbi è uno dei match più accesi al mondo, al pari di Boca-River, Celtic-Rangers o Fenerbahçe-Galatasaray. Tra le due tifoserie non è mai corso buon sangue, eppure un tempo i veri nemici erano gli ultras croati della Dinamo Zagabria, tra i più temuti nei Balcani, e la Torcida dell’Hajduk Spalato, il più antico gruppo organizzato d’Europa. Ma la Jugoslavia di allora era già una polveriera pronta a esplodere.

Tutto ha inizio in una Jugoslavia ormai sotto il controllo dei partigiani comunisti di Josip Broz Tito. Dopo la liberazione dai nazisti, il nuovo governo aveva sciolto le vecchie società sportive legate al regime monarchico e fascista. Così, il 4 marzo 1945, un gruppo di studenti dell’Università di Belgrado fonda un nuovo club sulle ceneri dello Sportski klub Jugoslavija, rilevandone sede, campo e strutture. Nasce la Stella Rossa (Crvena Zvezda), con un intento preciso: diventare il simbolo del nuovo corso, incarnando i valori socialisti e unificando il popolo jugoslavo sotto la bandiera del Partito Comunista. I suoi tifosi si sarebbero per sempre chiamati Delije – i giovani coraggiosi. Ma per molti erano anche i Cigani ( gli zingari), un soprannome nato dall’empatia storica con la comunità rom, che nel tempo è diventato parte dell’identità della curva.

Becchino o Zingaro? La storia del Derby Eterno tra Partizan e Stella Rossa- immagine 3

Pochi mesi dopo, il 4 ottobre 1945, a meno di un chilometro di distanza, nasce il Partizan, espressione diretta dell’Armata Popolare Jugoslava. Il nome richiama i partigiani che avevano cacciato i nazisti, rafforzando il legame tra la squadra e il potere militare. Se la Stella Rossa rappresenta l’élite politica e intellettuale, il Partizan è il club dell’esercito, controllato direttamente dallo Stato. Crno-Beli, i bianconeri, ma per i tifosi avversari restano i Grobari – i becchini. Un soprannome nato dal colore delle divise, simili a quelle degli impiegati delle pompe funebri di Belgrado, e dall’aura cupa che li accompagna in campo e sugli spalti.

Tra tifo e conflitto armato

—  

L’innesco arriva con la morte di Tito. Dal 1945 al 1980 l’ex partigiano comunista aveva tenuto insieme il Paese con un mix di carisma, repressione e welfare socialista. Senza di lui, l'equilibrio tra i sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni e due alfabeti della Repubblica Federativa si sgretola rapidamente, trasformando le prime tensioni in una guerra fratricida combattuta nelle strade, nelle case, nei quartieri. Negli anni ’90 sono arrivate le bombe, e le campagne si sono ricoperte di campi minati. Anche il calcio ha cambiato volto: l’inimicizia tra le due principali squadre serbe è diventata odio feroce.

Belgrado è una città splendida e complicata, crocevia di culture dove l’Europa si mescola con l’Oriente. Le cicatrici di un passato mai davvero passato sono ancora impresse nel suo volto, chi ci nasce si porta addosso un karma pesante e deve imparare presto a capire chi è: Studente o soldato? Becchino o Zingaro?Partizan o Stella Rossa?

Nei giorni dei due derby stagionali la città vibra di un’energia febbrile. Sono l’evento che da solo vale tutto il campionato, e gli stadi – che si giochi al Marakana o all’Humska, i due templi del tifo serbo – si riempiono dal primo all’ultimo posto. Lo spettacolo delle due curve viene ripreso dalle testate di tutto il mondo, sempre pronte a condannare gli ultras, ma incapaci di rimanere insensibili alla potenza della loro messa in scena.

Ma il Večiti derbi non è mai stato solo una questione di calcio. È passione viscerale, coreografie mozzafiato, tensione pura. Ed è anche violenza, aggressioni, un tifo che spesso trascende lo sport e diventa qualcosa di più grande e incontrollabile. Con le spinte indipendentiste e l’inizio delle guerre jugoslave, entrambe le squadre hanno intrecciato rapporti con il nazionalismo serbo e il conflitto armato, trovandone il volto più oscuro in Željko Ražnatović, il famigerato Arkan.

Tigre contro tigre

—  

Arkan è un criminale e un paramilitare serbo, leader delle Tigri di Arkan, una delle milizie più spietate della guerra jugoslava, braccio armato di Slobodan Milošević e responsabile di crimini di guerra e massacri in Croazia e Bosnia. Ma prima di diventare un signore della guerra, Arkan è stato una figura di spicco nel mondo ultras, il leader indiscusso dei Delije. Sotto la sua guida, la curva nord del Marakana è diventata una roccaforte del nazionalismo serbo, e molti dei suoi membri si sono arruolati nelle Tigri, portando la violenza del tifo organizzato direttamente sul campo di battaglia.

Nel 1990, durante il celebre scontro tra Stella Rossa e Dinamo Zagabria – la partita che molti considerano il preludio alla guerra – Arkan si muove tra i Delije come un comandante, trasformando la curva in un’anticamera del conflitto che di lì a poco avrebbe incendiato i Balcani. Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 2000 per mano di sicari in un hotel di Belgrado, la sua ombra continua ad aleggiare sulla Stella Rossa. Negli striscioni e nei cori della curva nord, il suo nome viene ancora oggi celebrato come quello di un eroe.

Proprio la stagione 1999/2000 è forse la più cupa nella storia del derby di Belgrado, in un Paese già devastato dai bombardamenti NATO. Durante il match d’andata, giocato allo Stadion Partizana, il bilancio degli scontri sembra uscito da un bollettino di guerra: numerosi feriti da entrambe le parti, tafferugli con le forze dell’ordine e un morto. Il 17enne Aleksandar Radović, uno dei Delije, colpito da un bengala lanciato dalla tifoseria avversaria.

Un inferno a cielo aperto

—  

Intanto gli anni passano, ma l’atmosfera non cambia. Il 27 aprile 2017 la gara di andata viene sospesa: si gioca al Marakana, e i tifosi della Stella Rossa mettono in scena una delle coreografie più spettacolari – e caotiche – nella storia del Večiti derbi. La curva nord si trasforma in un inferno rosso, tra torce, petardi e un muro di fumo avvolge il campo. L’aria è irrespirabile, la visibilità ridotta a zero: i giocatori spariscono nella nebbia dei fumogeni, mentre i cori rimbombano. L’arbitro è costretto a interrompere il match per quasi venti minuti. Quando il fumo si dirada e la partita riprende, rimangono i segni di un derby che, come sempre, non si gioca solo sul campo.

Solo otto mesi dopo, il 13 dicembre 2017, lo Stadion Partizana si trasforma in un campo di battaglia. Questa volta, la violenza scoppia sugli spalti, in un regolamento di conti interno tra gli ultras del Partizan. La rissa è brutale, feroce, tanto che alcuni tifosi vengono picchiati selvaggiamente, spogliati e lasciati a terra con lesioni gravissime. Sei persone finiscono in ospedale, alcune in condizioni critiche. Il dettaglio più inquietante è che, mescolati tra gli ultras, ci sono molti mercenari croati, assoldati per destabilizzare la gerarchia del tifo organizzato. Un paradosso grottesco, considerando il contesto storico dei rapporti tra le due popolazioni.

Il Derby Eterno tra passato e futuro

—  

Se parliamo solo di calcio, i favoriti sono i Delije. Il primo incontro tra le due squadre risale al 5 gennaio 1947, in casa del Partizan: la Stella Rossa vinse 4-3. Da allora, il Večiti derbi è andato in scena 241 volte, con 107 vittorie per i biancorossi, 76 per i bianconeri del Partizan e 58 pareggi. La Stella Rossa è l’unica squadra slava ad aver alzato la Coppa dei Campioni, conquistata ai rigori contro il Marsiglia il 29 maggio 1991, mentre i rivali hanno solo sfiorato l’impresa, con una finale persa nel 1966 contro un grande Real. I biancorossi vantano più titoli nazionali (32 contro i 27 del Partizan), ma la freddezza dei numeri non attenua l’odio tra le due tifoserie.

Il Večiti derbi non è per deboli di cuore. È un concentrato di emozioni esplosive, un match che in novanta minuti racchiude la storia di un popolo che ha vissuto dittature, guerre civili e repressioni. Eppure, nemmeno la brutalità riesce a cancellarne l’incanto, come di una torcia accesa nel buio di Belgrado.