In un'intervista a Mundo Deportivo, António Simões, leggenda del Benfica e campione d'Europa nel 1962, ha dato una clamorosa svolta al mito che perseguita le aquile da più di sei decenni. L'ex centravanti dei Rossi e della Nazionale portoghese ha rivelato i veri motivi che hanno spinto lo storico allenatore ungherese Bèla Guttman a lasciare il club dopo aver vinto due Coppe dei Campioni consecutive.
Il caso
Bèla Guttman e la maledizione del Benfica senza Coppe: arriva la svolta clamorosa

Chi era Bèla Guttman: il ballerino passato da eroe a "condanna" del Benfica
—Bèla Guttman nasce a Budapest il 27 gennaio 1899 da una coppia di ballerini, Abraham ed Eszter, di origini ebraiche. Come i suoi genitori, anche Bèla decide di dedicarsi alla danza tanto che, a soli 16 anni, ne diventa istruttore. La vita prende una svolta nel 1914, anno in cui il ragazzo scopre la sua passione per il calcio. Come difensore e centrocampista, dedica la sua carriera a diverse squadre, tra cui i N.Y. Giants e l'Hakoah Vienna. Disputa anche quattro partite in Nazionale Ungherese segnando una rete. Ritiratosi nel 1933, decide di diventare allenatore.
Il suo nuovo ruolo lo porta a girare il mondo: dall'Austria all'Ungheria, dall'Argentina a Cipro fino ad arrivare in Italia, dove siede sulle panchine di Padova e soprattutto del Milan, nel 1953. Arrivato in sostituzione di Arrigo Morselli, il rendimento incostante impedì alla squadra di andare oltre il terzo posto ex aequo con la Fiorentina, a sette punti dall'Inter campione. L'avvio della sua seconda stagione fu molto promettente: ben nove vittorie nelle prime dieci partite.
Tuttavia, il tecnico venne clamorosamente esonerato dopo 19 giornate con i rossoneri primi in classifica. Fatale fu una flessione di risultati che nei primi sei turni del girone di ritorno fruttò una sola vittoria. Secondo la dirigenza, ciò era dovuto ad un calo fisico dei giocatori del quale Guttman venne ritenuto responsabile. La leggenda dice che abbia lasciato il Milan sorridendo con tanto di inchino davanti ai giornalisti.

L'affermazione con il Benfica
—Dopo l'esperienza sulla panchina del Brasile, Guttman si stabilisce in Portogallo e a ottobre subentra sulla panchina del Porto, che con una grande rimonta, conduce al titolo portoghese nel 1959. Con i Dragoni rimane solo un anno e, in seguito, approda sulla panchina degli acerrimi rivali del Benfica. Con le Aquile, che gli garantiscono un ricco ingaggio, con premi aggiuntivi per i trofei conquistati, realizza il suo capolavoro da allenatore. Rifonda la rosa della squadra, promuovendo tanti giovani, e conferma come modulo il 4-2-4. Il suo motto, che ripete spesso ai suoi giocatori, è: "Pasa-repasa-chuta". (passa-ripassa-tira).
Con questo vince due volte consecutive il campionato lusitano, ma, soprattutto, 2 Coppe dei Campioni nel 1960/61 e nel 1961/62 ed è lui a lanciare 'La Pantera Nera' Eusebio, che aveva fatto arrivare dall'Africa su segnalazione del suo ex mediano Bauer. La sconfitta in Coppa Intercontinentale contro il Penarol provoca una spaccatura insanabile con la dirigenza lusitana, quando l'allenatore li accusa di aver organizzato male il viaggio. Fra il tecnico ungherese, che va via sbattendo le porte, e le Aquile, si consuma così un clamoroso divorzio, sancito dalla celebre maledizione: "Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà per due volte consecutive Campione d'Europa e senza di me il Benfica non vincerà mai più una Coppa dei Campioni".

António Simões: "Guttman non disse mai quelle parole"
—Sono dunque più di 60 anni ormai che il Benficavive sotto questa maledizione. Da quel 1962, infatti, i lusitani non sono più riusciti a sollevare un trofeo europeo. Anzi, nelle ultime 11 finali disputate, tra Prima Squadra e Giovanili, i lusitani non ne hanno vinta neanche una stabilendone un triste primato. Eppure, c'è qualcuno che dice che quelle sconfitte non siano state il frutto delle parole di Guttman.

Antonio Simoes, giocatore del Benfica dal 1961 al 1975 (Photo by Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)
Sulla questione, infatti, è intervenuto António Simões, ex calciatore del Benfica e del Portogallo. Nel 1962, Simões aveva solo 18 anni quando vinse la sua prima Coppa dei Campioni con il Benfica. È stato uno dei protagonisti della leggendaria squadra che, sotto la gestione di Béla Guttmann, ha conquistato l'Europa per due volte di fila. In un'intervista rilasciata al quotidiano Marca, l'ex attaccante lusitano ha rivelato che quella maledizione non è altro che una menzogna: "La maledizione di Béla Guttmann è una bugia", dice con enfasi. "Questa è una bella storia. Hanno iniziato a dirlo perché il Benfica ha perso la finale successiva. Ma il signor Béla Guttmann non l'ha mai detto, nemmeno in privato", ha chiarito.
Simões rivela che il vero motivo della partenza di Guttmann sono stati i disaccordi contrattuali dopo il due volte campionato: "Ha chiesto condizioni incompatibili con la capacità economica del club. E sebbene il Benfica avesse un atteggiamento di riconoscimento, non è stato trattato nel migliore dei modi. Lui, che era un uomo orgoglioso e indipendente, si sentì ferito e se ne andò". Dopo ben 60 anni di superstizione, la verità è emersa a galla per permettere al Benfica di guardare al suo cammino più serenamente, insieme ai suoi tifosi.
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