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La Champions League femminile ha vissuto un momento drammatico mercoledì sera durante la partita tra Atletico Madrid e Juventus (1-2). Al 37° minuto del primo tempo, la terzino spagnola Andrea Medina, 21 anni, è crollata a terra priva di sensi dopo uno scontro fortuito con l’attaccante bianconera Barbara Bonansea.
Il ginocchio dell’italiana ha colpito Medina alla testa in modo accidentale, causando un trauma cranico e scatenando il panico in campo e sugli spalti dello stadio di Alcalá de Henares, a nord-est di Madrid. Le compagne di squadra, la guardalinee più vicina all'azione e Barbara Bonansea, si sono subito portate vicino a lei, mentre il pubblico ammutoliva per la gravità della scena.
Lo staff medico dell’Atletico è intervenuto immediatamente, assistendo la giovane calciatrice. Durante l'intervento sul terreno di gioco, durato diversi minuti, l’atmosfera è diventata surreale: giocatrici in lacrime, pubblico in silenzio e arbitro costretto a sospendere momentaneamente la gara.
Messa in sicurezza, Medina è stata trasportata fuori dal campo in barella, tra gli applausi scroscianti dei tifosi. L’ambulanza ha poi trasferito la giocatrice all’ospedale più vicino per ulteriori accertamenti.
Al termine dell’incontro, la difensore dell’Atletico Carmen Menayo ha voluto rassicurare tutti sulle condizioni della compagna di squadra: “Andrea è in ospedale per controlli, ma credo che stia bene. Questa è la cosa più importante.”
Poche ore dopo, l’Atletico Madrid ha pubblicato un comunicato ufficiale. Il club ha confermando la diagnosi di trauma cranico, aggiungendo che la giocatrice “sta bene” e “rimarrà sotto osservazione per ulteriori esami medici”.
Andrea Medina, originaria di Siviglia e membro della Nazionale spagnola Under 21, è considerata una delle giovani più promettenti del calcio femminile spagnolo. Il suo infortunio ha colpito profondamente compagne, avversarie e tifosi. La partita, poi conclusa con la vittoria per 2-1 delle bianconere, ha lasciato in secondo piano il risultato. La paura per Medina ha ricordato a tutti che, prima di ogni competizione, viene la salute e la sicurezza delle atlete.
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