Il tifo

Clásico, coreografie a confronto tra arte, identità e passione

Clasico coreografie
Nel Clásico, le coreografie sugli spalti diventano strumenti di racconto identitario e politico. Dalla Catalogna ribelle alla Castiglia centrale, Barcellona e Real Madrid si sfidano anche con bandiere, slogan e messaggi visivi
Silvia Cannas Simontacchi

C’è chi guarda il Clásico per i dribbling, chi per i contrasti a centrocampo. Ma quando Real Madrid e Barcellona si affrontano, lo spettacolo inizia dagli spalti. Negli stadi spagnoli, le coreografie sono un linguaggio che parla di appartenenza, passione, battaglia. Ogni grande sfida inizia con un rito visivo studiato al millimetro: cartoncini colorati che compongono stemmi monumentali, striscioni che srotolano messaggi di sfida o d’orgoglio, tribune che si trasformano in veri e manifesti ideologici. Specchi perfetti di due visioni del calcio – e del mondo – agli antipodi.

Clásico a tutto tifo

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Da una parte c’è la Grada Fans del Real Madrid, la curva ufficiale e organizzata del tifo blanco, che incarna alla perfezione lo stile “imperiale” del club: ordine, imponenza, simmetria. Le loro coreografie hanno un’estetica pulita, monumentale, a tratti quasi militaresca. L’effetto è potente, travolgente. Come a dire: “Guardateci. Siamo i padroni di casa. E di questo sport.”

Dall’altra, il tifo del Barcellona – storicamente più frammentato e meno centralizzato, soprattutto dopo l’allontanamento dei Boixos Nois – punta su un’estetica più creativa, simbolica, identitaria. Le coreografie del Camp Nou giocano con lo slogan “Més que un club”, con i colori della senyera, con l’idea di collettività e resistenza. Anche senza una regia ultra compatta, il pubblico blaugrana sa costruire spettacoli visivi ad alto impatto emotivo: meno imponenti, ma più densi di significato. Più politici che spettacolari. In sostanza, Madrid mostra la forza, Barcellona l’anima. I blancos puntano all’effetto wow, i blaugrana al significato profondo. Due stili diversi, due modi di intendere il tifo, la storia e perfino il calcio.

Catalogna contro Castiglia: un conflitto che non solo calcistico

Clásico, coreografie a confronto tra arte, identità e passione- immagine 2
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Nel cuore del Clásico si nasconde un dualismo profondo quanto la storia della Spagna stessa: Catalogna contro Castiglia, Barcellona contro Madrid, una regione fiera della propria autonomia contro il potere centrale della capitale. Al Camp Nou le bandiere catalane sventolano sempre, anche quando non c’è un intento apertamente politico. Ma nei momenti di tensione – referendum, crisi istituzionali, anniversari chiave – diventano l’anima dello stadio. E lo slogan “Més que un club”, onnipresente nelle coreografie, non è solo un motto: è una dichiarazione di identità, di appartenenza, di resistenza culturale.

Al Bernabéu, invece, si parla il linguaggio del potere. La corona nello stemma, la retorica della monarchia, la centralità dello Stato, il prestigio internazionale: tutto contribuisce a costruire l’immagine del Real Madrid come incarnazione della Spagna ufficiale. Non ha bisogno di essere “più di un club”: è il club, quello che rappresenta la nazione agli occhi del mondo. Ogni sua coreografia lo ribadisce con un’estetica imperiale, spesso trionfale, raramente neutrale.

Non mancano le frecciate reciproche. A volte sono dichiarazioni esplicite – come lo striscione “Decidim el futur”, esposto al Camp Nou nel 2017 in pieno dibattito sull’indipendenza catalana – altre volte sono giocate visive più sottili ma non meno taglienti. In ogni caso, lo stadio si trasforma in una scacchiera ideologica, dove ogni mossa – ogni bandiera, ogni scritta, ogni colore – è studiata per colpire l’avversario.

Oggi, però, il gioco non è più solo nelle mani delle tifoserie. Se un tempo erano gli ultras a orchestrare la coreografia, ora i club stessi giocano un ruolo fondamentale. Al Bernabéu la Grada Fans collabora stabilmente con la società, dando vita a una regia comunicativa precisa e coerente. Al Camp Nou, invece, la frammentazione del tifo dopo l’allontanamento dei Boixos Nois ha portato a una maggiore centralizzazione delle coreografie da parte del club e della struttura dello stadio. In fondo, ogni coreografia racconta una storia. E in una partita come il Clásico sono parte integrante del racconto. E il calcio, come sempre, diventa il pretesto perfetto per dire molto di più.

Top 5 delle migliori coreografie del Clásico

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Ecco cinque momenti in cui le tribune hanno rubato la scena al campo.

Clásico, coreografie a confronto tra arte, identità e passione- immagine 3

Real Madrid – “La Marsigliese” nel Clásico del 2015

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In occasione del Clásico del 21 novembre 2015, la partita fu preceduta da un omaggio alle vittime degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. I tifosi del Real Madrid esposero una gigantesca bandiera francese sugli spalti del Santiago Bernabéu, mentre risuonava "La Marsigliese" suonata al pianoforte, seguita da un toccante minuto di silenzio. Nonostante la sconfitta per 0-4 subita in quella partita, l’impatto visivo di quel momento rimane uno dei più drammatici e significativi nella storia del Clásico.

Barcellona – “Som un equip” (2010)

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Il 29 novembre 2010, il Camp Nou si è tinto dei colori blaugrana con una coreografia che recitava “Som un equip”, ovvero “Siamo una squadra”. Un messaggio semplice, ma potentissimo, che accompagnava un Barça stellare guidato da Guardiola. In campo finì 5-0 per i catalani, in quella che è tuttora una delle vittorie più eclatanti della storia del Clásico. La coreografia, composta da cartoncini colorati a creare un effetto a mosaico, esprimeva perfettamente lo spirito collettivo di quella squadra irripetibile.

Real Madrid – “The World is… Real” (2017)

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Il 23 aprile 2017, sugli spalti del Bernabéu si è srotolata una delle coreografie più emozionanti di sempre. L'intera curva ha sollevato un enorme striscione, con il numero 11 a sinistra a celebrare le Champions League conquistate dal club e il 32 a destra, simbolo dei titoli della Liga vinti dal Real Madrid. Nonostante la coreografia mozzafiato, quel derby rimarrà comunque nella memoria per la vittoria del Barcellona, che ha trionfato 3-2 sui padroni di casa.

Barcellona – “Més que un club”

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Lo slogan “Més que un club” è il mantra identitario del Barcellona, e nelle coreografie del Clásico compare spesso, ma non perde mai di forza. Una delle versioni più suggestive è quella esibita nel marzo 2014, quando il Camp Nou ha mostrato l’intera scritta dorata su uno sfondo rosso e blu, accompagnata dalla bandiera catalana. Un mix di tifo e rivendicazione politica, in un periodo delicato per l’indipendentismo catalano. In campo, quella sera il Barça vinse 4-3, ma sugli spalti si giocava un’altra partita, ben più simbolica.

Real Madrid – La corona gigante sullo stemma (2017)

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Il 23 dicembre 2017, in occasione del Clásico natalizio, il Bernabéu ha messo in scena una coreografia tanto scenografica quanto eloquente: un’enorme corona reale posata sullo stemma del club, con il messaggio “Reyes de Europa y del Mundo”. Un’affermazione di potere, celebrando la recente vittoria del Mondiale per Club e il dominio europeo sotto Zidane. In campo le cose andarono diversamente (vittoria 0-3 del Barça), ma l’effetto visivo della coreografia resta tra i più imponenti mai visti al Bernabéu.