CR7

Cristiano Ronaldo e il Portogallo, una storia scritta nel tempo e nell’anima

Cristiano Ronaldo (Portogallo-Irlanda)
Dalla primo convocazione a Chaves nel 2003, al record di gol: il fuoriclasse ha scritto pagine indelebili
Federico Grimaldi
Federico Grimaldi

Tutto cominciò nel 2003, quando un ragazzo di appena 18 anni ricevette la sua prima chiamata con la Nazionale. Da allora sono passati 22 anni ma quel legame non si è mai affievolito. Anzi, è diventato leggenda. Con 219 presenze e 136 gol, Cristiano Ronaldonon è solo il miglior marcatore della storia del Portogallo: è la sua bandiera, il suo respiro, il suo eterno capitano.

A 42 anni, mentre il Mondiale del 2026 si avvicina all’orizzonte, Cristiano non smette di sognare - e di far sognare. Perché c’è chi insegue il tempo… e chi, come lui, lo sfida a ogni passo. Un fuoco che arde ancora, una maglia che pulsa sul petto, una nazione che non smette mai di credergli.

— UEFA EURO (@UEFAEURO) June 2, 2025

La prima convocazione e la delusione dell'Europeo 2004

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Il viaggio di Cristiano Ronaldo con il Portogallo cominciò ufficialmente il 20 agosto 2003, nella città di Chaves, in un’amichevole contro il Kazakistan. Entrò in campo nella ripresa, ancora diciottenne, con gli occhi pieni di sogni e il passo leggero di chi sa di poter scrivere la storia. In pochi minuti lasciò intravedere il suo potenziale immenso, fatto di talento, forza e determinazione. Era solo l'inizio.

Pochi mesi dopo, nel suo primo grande torneo internazionale, l’Europeo del 2004, Ronaldo accese definitivamente i riflettori su di sé. Il suo primo gol in Nazionale arrivò proprio in quel torneo, nella gara inaugurale contro la Grecia, anche se il risultato non sorrise al Portogallo. Ma CR7 non si fermò lì: segnò anche in semifinale contro l’Olanda, trascinando la Seleção fino alla finale di Lisbona.

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Quella cavalcata straordinaria lo consacrò come il nuovo erede di Luís Figo, la speranza di un'intera nazione. Il sogno, però, si infranse proprio all’ultimo atto, ancora contro la Grecia, in una sconfitta che gelò il cuore dei tifosi e tolse il sorriso a un’intera generazione. Ma Ronaldo avrebbe avuto tempo, tanto tempo, per riprendersi tutto: la gloria, i gol, le coppe e un posto eterno nel cuore del suo Paese.

Cristiano Ronaldo, il primo Mondiale col Portogallo

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Il Mondiale del 2006 fu il primo grande palcoscenico planetario per Cristiano Ronaldo, e la sua stella iniziò a brillare davanti agli occhi del mondo intero. In quella Coppa del Mondo, che gli italiani ricordano con emozione per l’ultima vittoria azzurra, il giovane fuoriclasse portoghese appena 21enne era già diventato un titolare inamovibile, il volto luminoso di una generazione piena di talento.

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Il suo unico gol arrivò nella fase a gironi, su rigore, contro l’Iran, ma bastò a suggellare la sua presenza nel torneo. Perché Ronaldo, anche senza numeri fragorosi, incideva con la presenza, con il passo, con l'energia trascinante di chi sembrava destinato a qualcosa di più grande. Era già un’icona nazionale, un simbolo che univa i sogni dei tifosi con quelli della squadra.

Il Portogallo si spinse fino alla semifinale, dove si arrese solo alla Francia di Zidane, ma lasciò il torneo a testa altissima. Quella squadra, guidata dal talento di Figo e dalla freschezza di un giovane Ronaldo, aveva ormai guadagnato un posto tra le grandi del calcio mondiale. E in quel viaggio, nella luce e nella lotta, Cristiano era già diventato il cuore pulsante di un’intera nazione.

Lacrime e gioia di Euro 2016 e il record di gol

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Euro 2016 è stato il torneo che ha consacrato per sempre Cristiano Ronaldo non solo come leggenda del calcio, ma come eroe nazionale. Quell'estate francese ha dipinto la sua storia con i colori della sofferenza, del coraggio e della gloria. Più che una semplice vittoria, fu la realizzazione di un destino scritto nel cuore del Portogallo.

Ronaldo fu guida, anima e faro della Seleção per tutto il cammino. Con 3 gol e un assist decisivo nella semifinale contro il Galles, trascinò i suoi fino all’ultima notte di Parigi, quella finale tanto attesa, contro i padroni di casa. Ma il destino, beffardo, lo colpì al 25’ minuto: un infortunio al ginocchio lo costrinse a uscire in lacrime. Sembrava finita, eppure fu lì che nacque l’icona eterna.

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Dalla panchina, con la gamba fasciata e il cuore in fiamme, Cristiano si trasformò in un condottiero senza scudo, incitando i compagni, guidandoli con lo sguardo e la voce. E quando Éder segnò il gol della storia nei supplementari, fu come se quel tiro lo avesse calciato lui, con tutta la forza dei sogni coltivati per anni.

Quella coppa, alzata al cielo sotto i fuochi d’artificio, era il sigillo del destino: Ronaldo non aveva solo vinto un trofeo. Aveva dato un titolo a una nazione intera, diventando per sempre il re del Portogallo, con o senza pallone tra i piedi.

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Solamente 5 anni dopo, raggiunse l'ennesimo record della sua straordinaria carriera. La doppietta contro l'Irlanda nel 2021, lo fece diventare il miglior marcatore di tutti i tempi con una nazionale, raggiungendo quota 110 gol. Numeri che ancora oggi continuano a salire...

Cristiano Ronaldo e il Portogallo, un binomio senza fine

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Cristiano Ronaldo, ha scritto capitoli indimenticabili in ogni torneo a cui ha partecipato, e anche l'ultimo Mondiale e l'ultimo Europeo non sono stati da meno. Nel 2022, a 40 anni, si è presentato al Mondiale come il capitano di una squadra che aspirava a fare il salto definitivo. Sebbene il Portogallo sia stato eliminato ai quarti da un indomito Marocco, Ronaldo è riuscito a segnare in cinque edizioni diverse, una cifra che aggiunge ulteriore poesia alla sua carriera straordinaria.

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L'Europeo 2024 si è rivelato un'altra pietra miliare del suo cammino: ancora una volta in campo con la forza di un leone, ha dimostrato che l'età non può sconfiggere un cuore così grande, anche se il Portogallo non è riuscito a sollevare il trofeo. Con 14 gol in sei edizioni del torneo, ha dato l'ennesima prova del suo valore eterno, confermando il suo status di simbolo per il calcio portoghese e internazionale.

Ma il sogno non è ancora finito. A 42 anni, Ronaldo guarda al futuro con gli occhi di un giovane, ancora motivato dalla ricerca del grande sogno di una carriera mondiale, l'unico che gli manca: la conquista di  Mondiale, il sigillo perfetto su una carriera che ha già superato ogni limite, ogni aspettativa. Il viaggio continua, e Ronaldo, come sempre, è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua leggendaria storia.