Immergiamoci in un’atmosfera da fine di film, quelle che lasciano il cuore pieno di speranza e un messaggio positivo da portare a casa. Andiamo alla scoperta, quindi, di uno dei match più interessanti di questo sabato: The Friendly Derby, il derby amichevole, tra Everton e Liverpool. Le due squadre più rappresentative della contea del Merseyside, alle 13:30, saranno l'una difronte l'altra per l'ennesima volta, per dare vita ad una delle "rivalità" più curiose e affascinanti del panorama calcistico europeo. Si tratta del derby più longevo della massima serie inglese, il cui primo faccia a faccia risale addirittura agli ultimi sgoccioli del diciannovesimo secolo, e che viene - tra l'altro - disputato ininterrottamente dal 1962.
Il derby amichevole
Quando il calcio unisce: la sorprendente storia del derby del Merseyside tra Liverpool ed Everton
Tenete infatti lontane le immagini del calcio moderno, macchiate spesso di sangue, violenza e altri momenti che poco hanno a che fare con il calcio. Questa stracittadina conserva i sani valori del rispetto e dell'amicizia, baluardi - che dovrebbero essere - intramontabili di qualsiasi sport. L'intensità aumenta soltanto quando i calciatori scendono in campo a Goodison Park o ad Anfield Road e, curiosamente, gli animi s'accendono al punto tale tra i calciatori che questa partita è quella che conta più espulsioni in tutti i match di Premier League.
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Immaginate di costeggiare lo Stanley Park, unica entità che si estende per 400 metri e che divide le arene delle due squadre, e vedere, difronte a voi, non una marea rossa o blu, ma una fiumana di tifosi di tutte le età che raggiungono insieme lo stadio. Ma quali sono i motivi alla base di questo modo così tranquillo di vivere la partita? Ne sono diversi, a partire dal fatto che l'astrazione sociale dei supporter era la stessa già dal momento della fondazione dei due club, il che non ha mai portato a spaccature ideologiche. Ciò non deve far pensare ai tifosi di queste due squadre come dei rammolliti, perché in realtà i Reds non nutrono grande stima nei confronti dei Red Devils, allo stesso modo in cui non scorre buon sangue tra i tifosi dell'Everton e quelli del Sunderland.
Come l'Everton ha risposto alla strage dell'Heysel
—Sì l'amicizia ed i buoni rapporti, ma quando intorno agli anni '80 prese piede il trend di un tifo violento, incattivito, spaventosamente radicato e che sfociava in tremende battaglie, i Toffees presero le distanze dagli hooligans del Liverpool. Soprattutto a seguito della tragedia dell'Heysel, le relazioni s'inasprirono significativamente. I tifosi dell'Everton puntarono il dito contro, incolpando di aver portato con quelle azioni all'esclusione dei club inglesi dalle competizioni europee. E, essendo entrambe le squadre rappresentati di Liverpool in Europa, i Reds vennero anche etichettati come teppisti che avevano gettato fango sull'immaginario della città.
Tutto questo passò in secondo piano soltanto a seguito di un altro disastro che scosse l'Inghilterra, e che "riunì" le tifoserie. Parliamo della strage di Hillsborough, che ha coinvolto tifosi del Liverpool e del Nottingham Forest. In quell'occasione 96 tifosi persero la vita e si contarono addirittura 266 feriti. Alla luce di tale evento, i sostenitori dell'Everton mostrarono grande vicinanza ai cugini Reds: il sopracitato Stanley Park, nei giorni seguenti, venne riempito di sciarpe rosse e blu per ricordare, insieme, le vittime di quel 15 aprile 1989.
Liverpool e Nottingham, quel giorno, gareggiavano per accedere alla finale di FA Cup, sempre più importante e bramata considerando l'esclusione dalle coppe europee. Il match fu chiaramente rinviato e si disputò il 7 maggio a Manchester dove vinsero i Reds che, ironia della sorte, si ritrovarono ad affrontare proprio i concittadini dell'Everton in finale, e s'imposero per 3-2 in una partita epocale. Fu il gol di Ian Rush, miglior marcatore nella storia della stracittadina, a regalare la coppa ai Reds, con un gol (il secondo) al 104° minuto.
Il derby del Merseyside oggi
—Nonostante l'Everton ha goduto di piccoli momenti di gloria, sopratutto tra gli anni '60 e '70, il Liverpool ha sempre mostrato la sua superiorità. I Reds, infatti, si sono contraddistinti negli anni successivi come una delle squadre più vincenti d'Europa grazie a diversi successi nella Coppa dei Campioni, prima, e nella Champions League poi. L'Everton, invece, nonostante non abbia mai fatto i conti con la retrocessione dal 1962, si è spesso ritrovata a combattere fino all'ultima giornata per la permanenza in massima serie.
Questo non ha portato comunque a derby del Merseyside noiosi o unilaterali, anzi: spettacolo è spesso stata la parola chiave degli incontri tra le due squadre. Tutti i tifosi ricorderanno, ad esempio, l'emozionante 3-3 del 23 novembre 2013. In quell'occasione entrambi i team segnarono subito, rendendo subito frizzante l'atmosfera al Goodison Park. Una serie di capovolgimenti di fronte divertì i tifosi per tutto il match, fino all'ultimo gol di Daniel Sturridge in pieno recupero.
E se negli ultimi anni il Liverpool s'è imposto con larghe vittorie, 5-2 nel 2019 e 1-4 al Goodison Park nel 2021, l'Everton può presentarsi sabato con grande orgoglio, dati i tre punti strappati nell'ultimo match, il 16 marzo 2024. Quel giorno l'ex Barcellona Martin Braithwaite e l'inglese Dominic Calvert-Lewin piegarono i Reds davanti a 40 mila persone. C'è da dire, comunque, che quest'anno l'Everton non sembra particolarmente attrezzato (soltanto due vittorie in Premier da inizio stagione), a differenza del Liverpool, al momento al comando della Premier League grazie ad un Mohamed Salah particolarmente ispirato, con 11 gol e 7 assist messi a referto nelle 12 partite di campionato.
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I ragazzi di Sean Dyche, nel prossimo derby del Merseyside, potranno però beneficiare di qualche assenza importante in casa Liverpool, oltre all'infortunio di Konaté, infatti, ci sono diversi calciatori occupati in infermeria. Tra questi l'ex Juventus Federico Chiesa, il portoghese Diogo Jota, Kostas Tsimikas e la vecchia conoscenza della Serie A, Alisson Beker.
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