Derby Eterno croato

Dinamo Zagabria – Hajduk Spalato 2-2: rigori, rossi e tensione fino al 107’

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Il Derby Eterno finisce in parità in un duello al cardiopalma, decisive le espulsioni: la Dinamo resta a -7 dal Rijeka, l’Hajduk a -6
Silvia Cannas Simontacchi

La Dinamo Zagabria accoglie l’Hajduk Spalato allo stadio Maksimir per il Derby Eterno, la sfida più sentita del calcio croato, valida per la 24ª giornata di campionato. Un intero paese trattiene il fiato per novanta minuti di passione, rivalità e orgoglio, in una storia che si intreccia con politica, guerra e identità nazionale.

Le aspettative sono altissime. Entrambe le squadre arrivano da una sconfitta e la corsa al titolo è più aperta che mai: l'Hajduk è a due punti dalla capolista Rijeka e con una vittoria potrebbe balzare in vetta. La Dinamo, invece, è a sei punti dall’Hajduk e a otto dal Rijeka. Da una parte, il dominio della Dinamo con i suoi 29 scudetti; dall’altra, l’identità ribelle dell’Hajduk e un tifo che non conosce eguali. I bookmaker danno favoriti i padroni di casa (quota 1.7), mentre un successo degli ospiti è dato a 5.0. Ma i numeri, nei derby, contano poco.

cannavaro

A rendere ancora più affascinante la sfida, ci sono i due allenatori italiani: Gennaro Gattuso e Fabio Cannavaro, ex compagni di mille battaglie in azzurro, oggi rivali su due delle panchine più calde dei Balcani. Il Derby Eterno promette scintille.

Primo tempo: 1-1 da montagne russe

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Il Maksimir ribolle di passione, con la spettacolare coreografia dei Bad Blue Boys che ricopre tutta la curva. La Dinamo parte forte e al 5’ sblocca il risultato con Martin Batrina: il centrocampista sfrutta un assist perfetto e lascia partire un destro sotto la traversa che non lascia scampo a Lucic.

L’Hajduk accusa il colpo e fatica a rendersi pericoloso. Al 26’ Michele Šego ci prova dalla distanza, ma il suo tiro è centrale e Nevistić blocca senza problemi. Poco dopo, la Dinamo deve fare i conti con un cambio forzato: fuori il futuro interista Petar Sučić per infortunio, dentro Arijan Ademi.

Il pareggio arriva al 32’ in modo rocambolesco: nel tentativo di liberare l’area, Bartol Franjić colpisce male e spedisce il pallone sotto la traversa della propria porta. Un autogol che ridà slancio all’Hajduk e fa infuriare i tifosi di casa.

Il nervosismo cresce e piovono cartellini: Rokas Pukštas viene ammonito all’11’ per un intervento duro, poi nel recupero tocca a Niko Sigur finire sul taccuino dell’arbitro.

Dopo quattro minuti di recupero, le squadre tornano negli spogliatoi sull’1-1. La Dinamo ha iniziato meglio, ma l’Hajduk ha saputo reagire. Il derby è ancora tutto da giocare.

Secondo tempo al cardiopalma: finisce 2-2, tra espulsioni, rigori e risse

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La ripresa inizia con lo stesso copione del primo tempo: la Dinamo spinge subito e al 49’ si riporta in vantaggio con Ronaël Pierre-Gabriel, che sfrutta un assist di Baturina e batte Lucic con un destro preciso. L’Hajduk fatica a trovare spazi, ma la partita cambia al 61’: Stefan Ristovski si fa espellere per doppia ammonizione, lasciando i padroni di casa in dieci.

Dopo uno stop per rimuovere la pioggia di fumogeni caduti sul campo, l’Hajduk si getta all’attacco e, dopo vari tentativi, trova il 2-2 al 90’+1: Filip Krovinović, ex Benfica, stacca perfettamente di testa su cross dalla sinistra e batte Nevistić, facendo esplodere il settore ospiti.

Ma il finale è ancora tutto da scrivere. Al 90’+10, Galesic entra in maniera durissima su Lucic, colpendolo alla testa: il VAR richiama l’arbitro Erceg, che rivede l’azione e decide per il rosso diretto. La Dinamo chiude così in nove uomini.

Gli ultimi minuti sono incandescenti: 17 minuti di recupero, occasioni da entrambe le parti e una rissa dopo il triplice fischio tra Mišić e Lučić, con i compagni che intervengono per dividerli. Alla fine, il risultato non cambia: 2-2, un pareggio che non accontenta nessuno e infiamma ancora di più una rivalità senza fine. Ringrazia il Rijeka, che resta primo in classifica.

Le dichiarazioni post partita

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Nonostante il pareggio lasci l’amaro in bocca a entrambe le squadre, le dichiarazioni post-partita delineano due prospettive differenti. Cannavaro ha ribadito che “finché siamo rimasti in parità numerica, avevamo la partita sotto controllo”, ma ha riconosciuto le difficoltà una volta in inferiorità: “Non abbiamo fatto male fino a quando siamo rimasti in undici. L’Hajduk è pericoloso in contropiede, e proprio così abbiamo subito gol.” L'attenzione ora si sposta sul recupero degli infortunati in vista del prossimo impegno.

Hajduk, Gattuso: 'Venti giorni fa Perisic mi ha chiesto di andare via'

Dall’altro lato, Gattuso si è detto soddisfatto della prestazione dell’Hajduk: “Abbiamo creato tre o quattro occasioni nitide nel primo tempo, poi la Dinamo ci ha regalato due gol, proprio come ha fatto il Rijeka in precedenza. Se concedi certe situazioni in partite del genere, non puoi aspettarti di più.” Sul clima negativo intorno alla squadra, l’allenatore ha tagliato corto: “Ne parlerò a fine stagione, ora non è il momento. C’è troppo pessimismo, ma sapevo a cosa andavo incontro.” Con l’assenza di Livaja per squalifica, Gattuso guarda avanti con determinazione: “Giocheremo le prossime dodici partite come se fossero dodici finali.” La corsa al titolo resta apertissima, con la Dinamo costretta a inseguire e l’Hajduk chiamato a non perdere terreno.