L'intervista

ESCLUSIVA Crystal Palace-Manchester City, Woosnam: “Eze e Mateta per fare la storia”

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Il reporter del The Athletic analizza la finale
Stefano Sorce
Stefano Sorce

Sabato 17 maggio 2025, alle ore 17:30, lo stadio di Wembley ospiterà la 144ª finale della FA Cup, che vedrà affrontarsi Crystal Palace-Manchester City. Per il Manchester City, si tratta della terza finale consecutiva, mentre per il Crystal Palace è la terza apparizione assoluta, dopo le sconfitte del 1990 e del 2016.

Il Crystal Palace arriva a questa finale con una serie di cinque partite senza sconfitte, avendo segnato tre gol in ciascuna delle ultime tre partite e subito solo una rete in tutto il torneo. Sotto la guida di Oliver Glasner, la squadra ha mostrato una forma impressionante, con giocatori chiave come Eberechi Eze, autore di 12 gol e 11 assist in stagione, e Jean-Philippe Mateta, che ha contribuito significativamente al percorso verso la finale.

Il Manchester City, invece, vede in questa finale l'ultima opportunità per conquistare un trofeo in una stagione al di sotto delle aspettative, dopo l'eliminazione precoce dalla Champions League e dalla Carabao Cup, e il quarto posto in Premier League. La squadra di Pep Guardiola punta a sollevare l'ottava FA Cup della sua storia, con giocatori come Kevin De Bruyne, che potrebbe disputare la sua ultima partita con il club, desiderosi di chiudere la stagione con un successo.

Matt Woosnan: la voce del Crystal Palace su The Athletic

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Matt Woosnam è il reporter dedicato al Crystal Palace per The Athletic, dove offre analisi approfondite e reportage esclusivi sul club. Conosciuto per la sua attenzione ai dettagli e la capacità di raccontare le storie dietro le quinte, Woosnam ha seguito da vicino l'evoluzione della squadra sotto la guida di Oliver Glasner. Oltre al calcio, si occupa anche di tematiche legate al clima e alla sostenibilità nello sport.

In vista della finale Crystal Palace-Manchester City, Woosnam ha evidenziato come Glasner abbia trasformato la mentalità del Crystal Palace, instillando fiducia e ambizione in una squadra che ora crede di poter competere con le migliori. Il suo lavoro offre una prospettiva unica sul club, rendendolo una lettura imprescindibile per i tifosi e gli appassionati di calcio.

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Crystal Palace-Manchester City: appuntamento con la storia

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Ciao Matt, come arriva il Crystal Palace a questa finale di FA Cup? Qual è la forma e l'atmosfera attuale nello spogliatoio in vista della grande sfida di Wembley?

"Il Crystal Palace è in una forma migliore rispetto alla semifinale giocata contro l’Aston Villa. Dopo due pesanti sconfitte contro il Newcastle United e il Manchester City, la squadra si è ripresa con due vittorie importanti. Il successo contro il Tottenham in Premier League è arrivato con una prestazione molto convincente. Curiosamente, però, l’allenatore Glasner ha detto che se vogliono battere il Manchester City dovranno giocare meglio di come hanno fatto contro gli Spurs. Insomma, c’è stato un netto miglioramento, ma ci sono ancora aspetti su cui lavorare".

"Il clima nello spogliatoio è positivo, i giocatori stanno bene e sono fiduciosi. Non c’è troppa esaltazione, ma credono nelle loro possibilità. In generale, l’atmosfera è serena e motivata. Questa finale Crystal Palace-Manchester City è un’occasione storica per il Crystal Palace: è solo la terza della loro storia in FA Cup, e le prime due le hanno perse contro il Manchester United. Vincere significherebbe conquistare il primo trofeo importante nella storia del club, a parte una piccola coppa vinta molto tempo fa.

Cosa rappresenta questa finale Crystal Palace-Manchester City per il club e i suoi tifosi? È uno di quei momenti che potrebbero segnare una svolta nella storia recente del Palace?

"Dopo 120 anni di storia, sarebbe una pietra miliare. Una vittoria cambierebbe la percezione del club, che potrebbe finalmente affermarsi anche a livello europeo. I tifosi sono concentrati su questo obiettivo e sognano di sollevare la coppa. Arrivare in Europa per il Palace sarebbe una rivoluzione. Per anni hanno cercato di consolidarsi in Premier League, e ora stanno dimostrando di meritare un posto tra le grandi. Potrebbero zittire chi ha sempre dubitato di loro, dimostrando che il Palace è parte integrante della Premier League e che può puntare in alto".

"Questo successo darebbe anche un enorme impulso alla reputazione del club. I tifosi, come sempre, si faranno sentire. A Wembley saranno eccezionali, già lo sono in casa, ma in una finale come questa daranno tutto. Se il Palace dovesse qualificarsi per una competizione europea, i tifosi offrirebbero un grande spettacolo anche fuori dall’Inghilterra".

Considerando la forza del Manchester City, che tipo di partita ti aspetti? E, soprattutto: il Palace crede davvero di poter ottenere la coppa?

"Quanto al Manchester City, non sembra essere nella sua forma migliore. È vero che il Palace ha perso contro di loro di recente in campionato, ma Glasner è convinto che, se ripetono la stessa prestazione con qualche accorgimento, possono vincere. Questa convinzione mostra quanto crede nella squadra e nella sua impostazione tattica. Non si tratta di arroganza, ma di fiducia nel proprio lavoro".

"Sa che bisogna crederci per poter ottenere certi risultati. Credo che sarà una partita combattuta, ma non con tanti gol come in quel famoso 5-2. Glasner è un allenatore che punta sempre a segnare, quindi cercherà di giocarsela a viso aperto. L’idea è quella di colpire il City in contropiede e sfruttare i momenti giusti, rimanendo però solidi in difesa".

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Crystal Palace-Manchester City: Kamada e Nketiah le delusioni, Sarr la rivelazione

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Veniamo ai singoli della squadra di Glasner. Che voto dai alla stagione di Daichi Kamada? Le sue prestazioni sono state all'altezza delle aspettative?

"Parlando di Kamada, le aspettative erano molto alte, soprattutto per il rendimento che aveva avuto con Glasner all’Eintracht Francoforte. In molti si aspettavano che giocasse come trequartista, ma qui ha avuto un ruolo più arretrato, da mediano. Ha dovuto adattarsi, e questo ha rallentato un po’ il suo impatto. Va detto però che Glasner ha portato nuove idee e una chiara identità di gioco. Ha rivoluzionato la squadra".

"Ha anche trasmesso fiducia e sicurezza ai giocatori. Non si concentra sul passato, ma guarda avanti. Glasner è un allenatore che vuole un calcio offensivo, ma non per forza ossessivamente basato sul possesso palla. Ama la transizione, l’intensità, e soprattutto non accetta la mediocrità. Molti lo considerano già uno dei migliori tecnici nella storia recente del Palace. Ha ambizioni alte, fa lavorare tutti con grande intensità e non lascia spazio a chi si nasconde. Ha cambiato il volto del club e ora i giocatori credono davvero di potersela giocare con chiunque. In passato il Palace entrava in campo spesso già sconfitto psicologicamente. Oggi è l’opposto. Prima, invece, sembrava di aver già perso ancora prima di entrare in campo, soprattutto sotto la gestione di Roy Hodgson".

C'è un giocatore del Palace che ti ha deluso in questa stagione? E chi invece ti ha sorpreso positivamente?

"Nessun giocatore del Palace ha davvero deluso. Forse si potrebbe menzionare Eddie Nketiah, che ha faticato, ma anche perché ha giocato poco. Lo stile di gioco attuale non è perfettamente adatto a lui, quindi è una situazione complicata. Non mi sento di criticarlo troppo, ma probabilmente non ha rispettato le aspettative che molti avevano. È arrivato dall’Arsenal per una cifra alta, quindi era naturale che ci si aspettasse molto. Ha anche sbagliato qualche occasione, forse a causa del fatto che a volte pensa troppo. Detto ciò, contro l’Aston Villa è entrato bene in partita: ha recuperato palla pressando Tielemans e ha poi servito Ismaïla Sarr".

"Proprio Sarr è probabilmente la sorpresa più positiva. Molti non si aspettavano fosse così forte. Non aveva brillato con il Watford in Premier League e la scorsa stagione aveva faticato al Marsiglia, venendo anche escluso dal ritiro pre-campionato. Invece si è rivelato una vera rivelazione. È stato fantastico, si è messo a disposizione seriamente. È un grande finalizzatore, molto sicuro davanti alla porta, conduce palla con determinazione, è preciso e ha una buona comprensione del gioco. Ha interpretato molto bene il ruolo di numero 10, che non aveva mai ricoperto prima. Sono davvero colpito da lui".

Jean-Philippe Mateta ed Eberechi Eze sembrano ora pronti per palcoscenici ancora più importanti. Come valuteresti la loro stagione e cosa vedi nel loro futuro?

"Possibilmente sì. Entrambi hanno disputato un’ottima stagione. Eze è esploso negli ultimi mesi. Prima aveva avuto una stagione altalenante, leggermente deludente, ma recentemente è stato brillante. Ha segnato e servito molti assist, diventando un elemento chiave della squadra. È un giocatore che vive di fiducia, e ora ne ha molta. Il miglioramento è stato evidente. Mateta ha cominciato in modo un po’ lento, anche perché era reduce dall’argento olimpico con la Francia ed è rientrato tardi".

"Ha dovuto recuperare la condizione e familiarizzare con i compagni. Ma ha proseguito sulla scia positiva del finale della scorsa stagione, segnando tanti gol. È stato eccezionale: è bravissimo nel gioco di sponda, nella conduzione palla e nel controllo stretto. Ha avuto un’ottima stagione. Non credo che partirà quest’estate, anche se gli restano solo due anni di contratto. In futuro potrebbe andarsene, ma al momento non lo vedo partire. Sicuramente attirerà l'interesse di diversi club: ha una clausola rescissoria, quindi questo sarà un tema aperto".

Infine, una curiosità che riguarda anche il calcio italiano: circolano forti voci che legano Kevin De Bruyne al Napoli. Che tipo di ingaggio sarebbe per la squadra di Conte e la Serie A? E pensi che il belga abbia ancora molto da dare ai massimi livelli?

"Per quanto riguarda Kevin De Bruyne, devo essere onesto: non è un calciatore che ho seguito proprio da vicino, soprattutto perché milita nel Manchester City. Detto ciò, è ovviamente un giocatore fantastico e ha ancora molto da offrire. Se non dovesse restare al Manchester City, sarebbe comunque un ottimo acquisto per un altro club: ha tanta esperienza e sono certo che questo potrà essere un valore aggiunto. È noto per la qualità incredibile dei suoi passaggi, è davvero un grande giocatore. Resta da vedere come si comporterà, nel caso in cui dovesse davvero trasferirsi al Napoli. Si tratta di un campionato diverso rispetto alla Premier League, dove milita da molti anni, ma credo che abbia tutte le carte in regola per adattarsi bene".