Ci sono storie che sembrano scritte dal destino, e quella di Franco Mastantuono è una di queste. Nato ad Azul, in Argentina, il 14 agosto 2007, comincia a rincorrere un pallone quando è ancora un bambino. Ha solo tre anni quando, sul campo del River de Azul, società locale dove il padre allenava, scopre che il calcio può essere più di un gioco: può essere una vocazione.
Intervista Esclusiva
ESCLUSIVA dall’Argentina: “Mastantuono pronto per l’Europa, vi dico chi mi ricorda…”

BUENOS AIRES, ARGENTINA - APRIL 27: Franco Mastantuono of River Plate celebrates after scoring the team's first goal during the Torneo Apertura Betano 2025 match between River Plate and Boca Juniors at Estadio Mas Monumental Antonio Vespucio Liberti on April 27, 2025 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Marcelo Endelli/Getty Images)
Ma il suo talento non si limita al rettangolo verde. Crescendo, Mastantuono dimostra abilità anche con la racchetta in mano. Il tennis lo rapisce, tanto che quando nel 2017 il leggendario River Plate lo invita per un provino, la sua famiglia, spinta dal sogno di una carriera sportiva più "individuale", sceglie di rimandare l'appuntamento con il destino pallonaro. Il ragazzo rifiuta, e torna a colpire palline invece che calciare palloni.
Il richiamo del calcio, però, è più forte di ogni cosa. A undici anni firma con il Club Cemento, una tappa intermedia, quasi una preparazione al grande salto. E quel salto arriva, due anni dopo. Nel 2019, Franco Mastantuono accetta l’offerta del River Plate e lascia la sua Azul per trasferirsi a Buenos Aires, abbracciando definitivamente il suo sogno.
Nel cuore del club più titolato d’Argentina, cresce rapidamente. Nell’agosto del 2023 firma il suo primo contratto da professionista, con una clausola da 30 milioni di euro: cifra da predestinato. Pochi giorni dopo, il tecnico della prima squadra Martín Demichelis lo convoca per la prima volta tra i grandi, intuendo di avere tra le mani qualcosa di raro.
Il 2024 si apre con nuove emozioni: Mastantuono viene aggregato al ritiro pre-campionato, insieme ad altri talenti delle giovanili. In amichevole contro il Monterrey debutta, incanta, e pochi giorni dopo si ripete contro il Pachuca. Ma è il 28 gennaio 2024 a segnare il passaggio definitivo dalla promessa alla realtà: contro l’Argentinos Juniors, Franco diventa il terzo giocatore più giovane della storia del River Plate a debuttare in una competizione ufficiale, entrando nella ripresa al posto di Facundo Colidio.
Il vero momento da favola arriva l’8 febbraio. In Copa Argentina, nella sfida contro l’Excursionistas, Mastantuonofirma il suo primo gol in maglia biancorossa con un elegante tiro al volo, battendo il portiere Nahuel Cajal e riscrivendo la storia del club. A 16 anni, diventa il più giovane marcatore della storia del River Plate, superando nientemeno che Javier Saviola.
E mentre il Monumental comincia a sussurrare il suo nome con crescente emozione, anche la Nazionale argentina si accorge di lui. Convocato da Pablo Aimar per l’Under-17 quando ha appena quindici anni, viene notato anche da Javier Mascherano, che lo chiama ad allenarsi con l’Under-20 già nel 2022. Due nomi che, in Argentina, non sono semplici allenatori: sono eredi di un’eredità tecnica e morale, che Franco sembra pronto a raccogliere. Le sue ispirazioni? Ignacio Fernández, Matías Suárez, e soprattutto Julián Álvarez. Attaccanti del River, certo. Ma anche esempi di talento, umiltà e crescita costante. Proprio come quella che sogna Franco.
Il suo sinistro, per qualcuno, ricorda Messi. Per altri, ha i movimenti e il tocco di Mahrez. Ma forse, la verità è che Mastantuono sta semplicemente scrivendo il suo stile. E che questa favola, iniziata tra i campetti di Azul e proseguita tra i riflettori del Monumental, è appena cominciata.
Per capire meglio chi è davvero questo ragazzo, abbiamo intervistato due giornalisti che lo seguono da vicino: Juan Pablo Méndez, del celebre quotidiano sportivo Olé, e Pablo Spezzano di DirectTV. Insieme ci hanno aiutato a tracciare un profilo tecnico, tattico e umano del giovane trequartista del River Plate, evidenziandone punti di forza, margini di miglioramento e possibili scenari futuri.

Mendez su Mastantuono: "Il tennis lo ha aiutato nella precisione di tiro"
—Ciao Juan, quali sono, secondo te, le sue principali qualità tecniche e tattiche?
"Mastantuono possiede una qualità superiore con la palla tra i piedi. Inoltre, è veloce nella conduzione di palla e mostra un carattere competitivo. A questo unisce la capacità di filtrare l’ultimo passaggio. Gli piace calciare dalla media distanza e ha un ottimo tiro. Forse la sua precisione ha a che fare con il suo passato da tennista. Pur non potendolo considerare un dribblomane classico nell’uno contro uno, sa muoversi bene negli spazi stretti. Inoltre, sa girarsi spalle alla porta avversaria".
"Dal punto di vista tattico, va notato che prende buone decisioni sia partendo dall’interno che da sotto punta, ma dimostra anche una certa versatilità nel muoversi sulla destra e, anche se con minore frequenza, come mezzala sinistra. Il suo valore maggiore resta comunque nella capacità di prendere spesso la decisione giusta in campo, con buone combinazioni e inserimenti a rete. Mostra inoltre efficacia nelle transizioni".
Lo consideri più un trequartista classico, un esterno destro o un giocatore libero nel reparto offensivo?
"Più un giocatore libero, con tendenza a partire da destra. Anche se con il tempo si adatterà".
In quali aspetti può ancora migliorare?
"Gli aspetti da migliorare riguardano tutto ciò che si acquisisce con l’esperienza, anche se già oggi sembra un calciatore con quattro anni da professionista. Non è un colpitore di testa, ma non so se sia un aspetto su cui debba concentrarsi molto, dato che non rientra nelle sue caratteristiche".
A quale giocatore lo confronteresti per stile di gioco?
"Mi ricorda Riyad Mahrez, nella sua versione migliore".
E il suo piede sinistro ti ricorda qualcuno in particolare?
"Per certi aspetti ha qualcosa di Messi, per la facilità con cui risolve le situazioni in campo. Anche se esporre questo paragone può sembrare azzardato".
Che impressione ti ha dato a livello di personalità e ti sembra un ragazzo con leadership, maturo nonostante la sua età?
"Senza dubbio dimostra maturità, lo si vede dal fatto che non ha reazioni insensate in campo e dall’attenzione con cui rilascia dichiarazioni, cosa che mi ricorda Lautaro Martínez ai suoi inizi da professionista. Ancora non è un leader. Forse quella personalità esploderà più avanti".

Spezzano: "Franco pronto per l'Europa, anche se..."
—Ringraziamo Juan Pablo Mendez del quotidiano sportivo Olè e passiamo al suo collega Pablo Spezzano, di DirectTV.
Benvenuto Pablo e grazie per la tua preziosa presenza. Con il tuo collega Juan Mendez abbiamo parlato delle caratteristiche tecniche e caratteriali di Mastantuono. Con te mi piacerebbe parlare maggiormente del suo futuro. Dove pensi che possa andare a giocare il ragazzo nei prossimi mesi?
"Credo proprio che si trasferirà, andrà sicuramente in un top club europeo.C’erano alcune voci che parlavano del Real Madrid e di altre grandi squadre europee. Ovviamente non c’è niente di confermato, ma credo proprio che farà il salto e lo farà verso una grande squadra".
In quale squadra o campionato ti piacerebbe vederlo pensando al suo sviluppo?
"In realtà, in uno qualsiasi dei tre che considero i più importanti: la Premier League, la Liga Spagnola e la Serie A. Uno qualsiasi di questi tre mi sembra che potrebbe essere perfetto per lui":
Secondo te, il River vuole trattenerlo ancora per un po’ o si sta già preparando a venderlo?
"Il River, sì, ovviamente vuole trattenerlo. Sta giocando la Copa Libertadores, il campionato locale ed a breve avrà anche il Mondiale per Club. Quindi, sì, vogliono trattenerlo e in più è un giocatore molto giovane. Perciò ovviamente vogliono sfruttarlo al massimo e cercheranno di fare di tutto per trattenerlo".
Dal tuo punto di vista, è il momento giusto per fare il salto in Europa o sarebbe meglio che restasse un altro anno in Argentina? Lo vedi pronto tecnicamente, fisicamente e mentalmente per giocare in un grande club europeo?
"Per quanto riguarda il momento giusto, mi sembra che gli farebbe bene restare ancora un po' nel calcio argentino. Non per una questione di qualità, perché le qualità le ha e si vede che è molto bravo, ma credo che, per ambientarsi meglio e tutto il resto, gli farebbe bene magari restare almeno una stagione, tutto quest’anno, nel calcio argentino, al River. Se lo vedo pronto tecnicamente, fisicamente e mentalmente per giocare in una squadra europea? Sì, secondo me sì. Tecnicamente e fisicamente sì, lo vedo pronto. Ovviamente succede sempre che quando i giocatori sudamericani vanno in Europa, migliorano sul piano muscolare e fisico. Non c’è un caso che dimostri il contrario. Però mi sembra che sì, sia pronto".
"Mentalmente credo che anche lì stia bene, è pronto per giocare in una grande squadra. Mi sembra importante però che sfrutti tutta questa stagione nel calcio argentino per consolidarsi un po’ di più e arrivare più preparato al calcio europeo. Perché il calcio europeo non è solo andare a giocare, bisogna adattarsi. Lui è molto giovane, c’è il tema della famiglia, insomma, ci sono tante cose da tenere in conto. Quindi secondo me l’ideale sarebbe che aspettasse ancora una stagione e poi facesse il salto, perché è davvero molto bravo".
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