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Argentina

La Bombonera: il cuore che pulsa nel cuore della Boca

Alessandro Savoldi
Alessandro Savoldi
Lo stadio è senza dubbio uno dei più conosciuti al mondo, per il suo calore e per la sua storia. Si tratta di una struttura che è simbolo perfetto del futbol albiceleste
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A poche decine di metri dal porto di Buenos Aires, nel cuore della Boca, sorge un enorme stadio gialloblù. Intitolato ad Alberto José Armando, storico presidente del Boca Juniors del secolo scorso, per tutti è semplicemente la Bombonera.

Bombonera: un soprannome diventato leggenda

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La storia della Bombonera è una storia di calcio argentino in senso stretto per la passione che lo contraddistingue. Una passione vitale, risucchiante, ai limiti e oltre dell’eccesso. È il simbolo di un quartiere portuale diventato punto di riferimento per il calcio sudamericano e non solo. Inaugurato nel 1940, inizialmente la denominazione ufficiale dell’impianto era Stadio del Boca Juniors.

Però, come tutto ciò che è calcio ed è albiceleste, ovviamente, non può mancare un soprannome: la Bombonera. La parola “bombonera” si traduce con “scatola di cioccolatini”. Un nomignolo curioso, nato da un aneddoto che riguarda proprio l’architetto che ha progettato lo stadio. Il suo nome è Viktor Sulcic.

Nato a Trieste nel 1895, quando la città era ancora parte dell’Impero Austro Ungarico, da una famiglia di origine slovena, nel 1924 emigrò in Argentina. In Italia, tuttavia, aveva completato gli studi in architettura, mestiere che continuò a svolgere anche dall’altra parte dell’Atlantico. La sua opera più celebre è proprio lo stadio del Boca.

Quando, il giorno dell’inaugurazione, gli regalarono una scatola di cioccolatini, Sulcic ebbe l’illuminazione. La somiglianza tra lo stadio e la confezione di dolciumi cambiò per sempre la storia della sua creatura. Da allora, per tutti, è la Bombonera. La Bombonera è oggi dedicata a Alberto José Armando. Storico presidente del Boca nel secolo scorso, è stato al comando del club tra gli anni ‘60 e ‘80, contribuendo alla crescita della società.

Le pulsazioni di un popolo intero

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Lo stadio sorge nel cuore della Boca. Anzi, è il cuore della Boca. E come tutti i cuori non può far altro che battere, pulsare come dicono i tifosi, in senso letterale. Quando gli Xeneizes giocano in casa il frastuono è assordante in tutta l’area limitrofa, con i cori, i tamburi e le trombe che si sentono a centinaia di metri di distanza.

I 54.000 della Bombonera, sempre sold out, possono sembrare molti di più alle orecchie e agli occhi di chi scende in campo. Da una parte perché, come detto, il tifo gialloblù è estremamente caldo, dall’altra perché la struttura dello stadio è praticamente verticale. Un vero e proprio catino, infernale o paradisiaco, a seconda della maglietta che indossi e del punteggio sul maxischermo.

Lo stadio pulsa. Un’espressione romantica e romanzata per dire che le oscillazioni sono fortissime. Non a caso, qualche anno fa il Boca Juniors ha deciso di installare dei macchinari in grado di riprodurre le suddette vibrazioni nei propri campi di allenamento. Oscillazioni che per la hinchada e la Doce del Boca sono un’abitudine ma che per tanti frequentatori occasionali fanno paura.

Da anni si parla di un rinnovamento della struttura, magari anche con un aumento della capienza vista l'enorme richiesta di biglietti per le partite del Boca. Un’operazione complicata per diversi fattori: le lamentele degli abitanti della zona, i costi, il legame dei tifosi con l’impianto e, infine, gli spazi congesti del quartiere.

Quando si parla di calcio argentino, la Bombonera è il teatro perfetto per le storie di personaggi come Juan Roman Riquelme, il giocatore che più volte è sceso in campo nello storico stadio del Boca. O di Martin Palermo, colui che vi ha segnato il maggior numero di reti. Insomma, protagonisti mitici, attraenti, irresistibili alle volte ma imperfetti: proprio come il calcio argentino, proprio come la Bombonera.