
Nella patria del tiki taka, del possesso palla e del gioco ragionato c’è un’eccezione, un anti-gioco sistematico, in controtendenza con sostanzialmente tutte le filosofie calcistiche moderne: il Getafe di José Bordalas.
LaLiga
VIGO, SPAIN - MAY 12: Jose Bordalas, Head Coach of Getafe CF reacts during the La Liga Santander match between RC Celta and Getafe CF at Abanca-Balaídos on May 12, 2021 in Vigo, Spain. Sporting stadiums around Spain remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Octavio Passos/Getty Images)
Nella patria del tiki taka, del possesso palla e del gioco ragionato c’è un’eccezione, un anti-gioco sistematico, in controtendenza con sostanzialmente tutte le filosofie calcistiche moderne: il Getafe di José Bordalas.
Per capire perché in Spagna José Bordalas è uno degli allenatori meno amati, basta guardare qualche numero del suo Getafe. Agli Azulones dall’aprile 2023, dopo una prima esperienza durata dal 2016 al 2021, la sua squadra è paragonabile a un reparto di artificieri. Il primo obiettivo è disinnescare qualsiasi possibilità che la squadra avversaria metta la partita sui binari ricercati. Come? Innanzitutto, spezzettando il più possibile il ritmo, un concetto che in Spagna, soprattutto alle squadre che giocano palla a terra, dà parecchio fastidio. Il Getafe è primo per falli commessi nei top 5 campionati, ultimo per tempo effettivo di gioco in fondo alla classifica infine per possesso palla.
Tutto per il volere di un allenatore cresciuto nelle serie minori, José Bordalas. Soprannominato 'el Romano' da calciatore per via del suo stile paragonabile a quello di un gladiatore, sul campo ha avuto una breve carriera a causa di un ginocchio fragile. In panchina, invece, è stato in grado di ritagliarsi il suo spazio, puntando su giocatori semi-sconosciuti, affamati, perfetti per il proprio anti-gioco. La sua squadra, infatti, è costantemente in grado di trovare l’antidoto alle tattiche avversarie, neutralizzandole. Un qualcosa di diverso da quasi tutte le altre squadre, che Bordalas nutre con il suo fare da sergente di ferro, tanto esigente quanto amato dai propri calciatori.
Lo stile di gioco di Bordalas gli è valso non poche critiche, soprattutto da parte degli avversari, dovute alla frustrazione di giocare contro una squadra rognosa e ostica come il Getafe, in grado di fermare in questa stagione sia l’Atletico Madrid, battuto 2-1 in casa a marzo, che il Barcellona sull’1-1. Il piano partita del tecnico nativo di Alicante è sempre molto simile. Difesa bassa, compatta e, una volta recuperata palla, transizione offensiva il più veloce possibile, senza troppi convenevoli. Un approccio che funziona: il Getafe è comodamente a metà classifica nonostante uno dei budget più piccoli de LaLiga e solo in tre occasioni ha concesso due gol o più.
Come detto, gli Azulones sono ultimi in campionato in quasi tutte le statistiche riguardanti i passaggi, ma primi nei duelli tentati. In fase difensiva, l'obiettivo di Bordalas è quello di intasare le vie centrali, spesso con un 4-1-4-1 che nega ai centrocampisti avversari di ricevere palloni comodi. Una volta che questi ricevono, subito la difesa si chiude, soffocando la manovra in un movimento che ricorda quello di uno sciame di api piuttosto che una squadra di calcio. Questo tipo di soluzione impedisce agli avversari di creare superiorità numerica, con il Getafe che riesce sempre a mantenere un vantaggio in ogni zona del campo grazie alle distanze ridottissime tra i calciatori. E se si crea una situazione di difficoltà? Il diktat di Bordalas è chiaro: fare fallo. Meglio difendere una palla inattiva che cercare di sopperire a una copertura saltata. Non a caso, come detto, il Getafe è la squadra in Spagna che gioca meno minuti a partita.
Se è chiaro come il Getafe non subisca gol, vediamo come invece Bordalas imposta la fase offensiva. Innanzitutto, anche qui, c’è una volontà chiara: cercare le palle lunghe. I calci di rinvio, ad esempio, vengono sempre calciati lontano. Una scelta dettata dalle caratteristiche dei giocatori a disposizione. I due attaccanti Yildirim e Uche sono entrambi alti più di 1.90, forti nei contrasti aerei e in grado di tenere gli avversari lontani dalla propria area di rigore, cosa che al Getafe interessa più di ogni altra. Uno stile di gioco che funziona soprattutto quando gli avversari sono mal posizionati, lasciando spazio agli esterni di attaccare il centro del campo sulla seconda palla e agli attaccanti di prendere il tempo ai difensori. Ovviamente l’attacco non è il punto forte della squadra, che ha il terzo peggior dato per gol fatti, 31 in 32 partite. Tuttavia, sono quanto basta visti i soli 29 gol concessi.
Es uno de esos días. ❤️🔥 pic.twitter.com/2G2LmkNqRJ
— Getafe C.F. (@GetafeCF) April 23, 2025
Stasera il Getafe dovrà cercare di fermare il Real Madrid di Ancelotti. Se c’è anche solo una possibilità che questo possa accadere lo deve a Bordalas. Un allenatore che, dopo anni di gavetta, è riuscito a ritagliarsi in una piazza di secondo piano lo spazio per far vedere a tutti che la linea tra giusto e sbagliato, nel calcio, è molto sottile se non inesistente. Certo, magari non sarà la squadra più divertente del mondo ma senza ombra di dubbio è una delle più funzionali. Il tutto ignorando il trend moderno della costruzione dal basso o di riaggredire immediatamente una volta persa palla, accettando con consapevolezza di non essere la squadra più forte ma sicuramente una delle più affamate. In direzione ostinatamente contraria, fa della compattezza il suo punto di forza. E alla luce di quanto detto oltreché della qualità del lavoro di Bordalas, si può davvero dire che il Getafe giochi male?
© RIPRODUZIONE RISERVATA