la sfida

L’angolo tattico di Getafe-Real Madrid: sarà un derby incandescente

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Un derby che è da sempre la sfida tra una piccola realtà ed un gigante del calcio mondiale.
Massimiliano Guerra

Getafe-Real Madrid, è uno dei Derby di Madrid che campo racconta due filosofie calcistiche profondamente diverse. Il Getafe, squadra da battaglia, impostata sulla densità, sull’aggressività e sulla compattezza difensiva. Il Real Madrid, invece, incarna il calcio tecnico, fluido e dominante, fatto di palleggio, cambi di ritmo e individualità capaci di risolvere le partite in un lampo.

Vediamo come si presentano le due squadre nel confronto tra formazioni tipo, analizzando pregi e limiti dei rispettivi assetti.

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Getafe-Real Madrid, l'identità tattica di Bordalas

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La squadra di José Bordalás è nota per la sua organizzazione difensiva e l’identità tattica ben definita. Il Getafe si schiera con un 4-4-2 classico, con David Soria tra i pali, una linea difensiva solida formata da Damián Suárez, Djene, Alderete e Gastón Álvarez. Sulle fasce del centrocampo agiscono spesso giocatori di sacrificio come Greenwood (utilizzato anche come seconda punta) e Maksimovic, mentre nel cuore della mediana domina la coppia Yellu e Arambarri. In avanti, Mayoral e Mata o Latasa si alternano nel ruolo di terminale offensivo.

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Il punto di forza principale è la compattezza tra i reparti: le linee difensive sono sempre molto strette, il pressing è coordinato, e il lavoro collettivo è pensato per togliere tempo e spazio agli avversari. In fase di transizione il Getafe è aggressivo e diretto, pronto a sfruttare ogni errore per colpire in velocità.

Tuttavia, l’approccio iper-difensivo ha un prezzo. La squadra fatica a costruire dal basso, crea poche occasioni pulite e si affida troppo spesso a lanci lunghi e seconde palle. Inoltre, la mancanza di un vero regista limita la varietà di gioco, rendendo prevedibile la fase offensiva contro difese ben schierate.

Bordalas Getafe-Real Madrid

Il Real Madrid di Ancelotti

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Il Real Madrid di Carlo Ancelotti presenta una formazione tipo estremamente versatile. In porta Courtois (o Lunin in caso di infortunio), davanti a lui una linea a quattro con Carvajal, Rüdiger, Nacho (o Militão) e Mendy. A centrocampo, il mix perfetto tra esperienza e potenza: Kroos o Modrić accanto a Tchouaméni e Camavinga o Valverde, con Jude Bellingham nel ruolo di trequartista libero di inserirsi. In avanti, Rodrygo e Vinícius formano una coppia offensiva rapida, tecnica e imprevedibile.

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Il Real eccelle nel controllo del ritmo, alternando palleggio paziente a verticalizzazioni improvvise. Bellingham è il catalizzatore del gioco offensivo, con la sua capacità di occupare spazi, rompere le linee e inserirsi con i tempi giusti. Il centrocampo è probabilmente il più completo d’Europa: muscoli, testa e tecnica in ogni zona del campo.

I punti deboli, seppur pochi, esistono. In assenza di un centravanti puro, la manovra offensiva rischia talvolta di diventare troppo perimetrale. In fase difensiva, la linea è meno impenetrabile rispetto agli anni passati, soprattutto sulle palle inattive e nelle transizioni rapide. L’assenza prolungata di Courtois ha anche influito sulla sicurezza generale del reparto arretrato.

Ancelotti Getafe-Real Madrid

Intensità contro intelligenza

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Il Getafe gioca per disinnescare l’avversario, mentre il Real Madrid gioca per controllarlo. Il primo si affida alla coesione e alla lotta, il secondo al talento e alla gestione. Quando si affrontano, il rischio è che i blancos vengano rallentati da una partita sporca, spezzettata, con pochi spazi da attaccare. Ma se la squadra di Ancelotti riesce a muovere la palla con fluidità e trova il varco giusto, il divario tecnico emerge con forza.

In sintesi, si tratta di uno scontro tra due concezioni calcistiche: il calcio del sudore e quello dell’estetica. Entrambi validi, entrambi capaci di vincere, ma solo se applicati con rigore, coerenza e spirito collettivo.