Un insegnamento eterno

Messi al minuto 95, istante eterno: Il gesto che vale più di mille trofei

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A 37 anni, Messi continua a incantare nel Mondiale per Club, con giocate eleganti e uno scatto decisivo al 95’ che conferma la sua eterna grandezza
Stefano Sorce
Stefano Sorce

Nel cuore del Hard Rock Stadium di Miami, la notte non è stata solo una partita. È stata un omaggio vivente alla grandezza. Lionel Messi, 37 anni, ha calcato il prato come un imperatore moderno, con la stessa eleganza con cui il tempo gli ha cucito addosso la leggenda. L’Inter Miami debutta al Mondiale per Club 2025 e la scena è tutta sua, del numero 10 che ha riscritto la grammatica del calcio.

Non è più il Messi delle accelerazioni fulminanti, dei dribbling a tutto campo e dei gol a raffica. Ma è, forse, un Messi ancora più poetico. Perché adesso ogni gesto è essenziale, ogni tocco è meditato, ogni magia nasce senza sforzo apparente. Non corre più come prima, ma danza. E il pallone continua a seguirlo con la fedeltà di sempre, come se anche lui sapesse che nessun altro potrà trattarlo così.

Messi al minuto 95, istante eterno: Il gesto che vale più di mille trofei- immagine 2

Al Ahly - Inter Miami: Un esordio combattuto: 0‑0 nel nome di Messi

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Il debutto al Mondiale si chiude con un pareggio a reti inviolate contro gli africani dell’Al Ahly. Nonostante il dominio iniziale degli egiziani, conclusosi con un rigore neutralizzato dal portiere Óscar Ustari su Trezeguet, l’Inter Miami si è risvegliata nella ripresa grazie alla leadership di Messi, avvicinandosi al gol con un calcio di punizione terminato sul palo e una conclusione all’ultimo respiro respinta dal numero uno avversario  Il risultato finale, 0‑0, rispecchia una partita intensa, con un pubblico di quasi 61.000 spettatori che ha potuto ammirare l’eterno talento senza rimpianti

Contro l’Al Ahly, l’argentino ha illuminato la serata con piccoli grandi capolavori: un controllo orientato da manuale, un dribbling che ha fatto sdraiare due avversari, un tiro all'incrocio respinto solo da un volo miracoloso, una punizione disegnata col compasso e un assist sfumato per un soffio. Ma il momento che racconta meglio la sua essenza non è in attacco. È al 95', quando tutto sembrava finito. L'Al Ahly parte in contropiede e mentre molti abbassano lo sguardo, Messi lo alza. Scatta. Sprinta. Difende.

Perché la grandezza non si misura solo in gol e trofei, che pure ha conquistato in quantità ineguagliabile, ma in scelte come questa. In quel gesto finale, mentre lo stadio tratteneva il fiato e il tempo sembrava sospeso, Messi ha insegnato ancora. Ha ricordato al mondo che essere leggenda non significa smettere di lottare, ma dare l’esempio fino all’ultimo secondo.

È questo che lo rende eterno. Non solo quello che ha fatto, ma come continua a farlo. Con amore, con rispetto, con spirito. Leo Messi non gioca più per dimostrare. Gioca per ispirare. E finché ci sarà un pallone, ci sarà sempre una sua lezione pronta ad essere imparata.