L'analisi

Nazionali e Sudamerica: come sono cambiate le gerarchie nell’ultimo decennio?

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Dal dominio incontrastato di Messi e compagni al crollo verticale della Roja: un viaggio negli ultimi 10 anni di calcio sudamericano
Alessandro Savoldi
Alessandro Savoldi

Anche in Sudamerica è tempo di nazionali. In vista del prossimo turno delle qualificazioni al Mondiale 2026, scopriamo come nel continente latinoamericano sono cambiate le gerarchie tra le varie rappresentative negli ultimi 10 anni.

Le prime nazionali del Sudamerica sono sempre Argentina e Brasile

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Quando si parla di nazionali e Sudamerica chiaramente c’è un binomio che è indissolubile: Argentina e Brasile. L’Albiceleste e la Selecao sono sempre state e restano le due principali squadre del continente. Storicamente, ci sono stati periodi in cui una delle due era più forte e l’altra inseguiva. In questo decennio l’Argentina è sempre stata davanti.

Nazionali e Sudamerica: come sono cambiate le gerarchie nell’ultimo decennio?- immagine 2

Fatta eccezione per la Copa America 2019, che però i verdeoro hanno giocato in casa, la squadra di Messi e compagni ha sempre fatto meglio dei rivali. Due finali ai Mondiali, una vinta e una persa, quattro finali di Copa America, due vinte e due perse. Il Brasile ha invece sempre mancato l’appuntamento con la gloria, soprattutto in Coppa del Mondo. Come detto ha vinto il trofeo continentale nel 2019. Resta comunque saldamente seconda tra le nazionali del Sudamerica.

La lotta per il podio tra Uruguay e Colombia e il crollo del Cile

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Passiamo alle posizioni di rincalzo. Quella che 10 anni fa era una lotta a tre tra Uruguay, Colombia e Cile, oggi è una lotta a due tra la Celeste e i Cafeteros. Il Cile, complice un ricambio generazionale di basso livello, ha perso parecchio in questo decennio, mancando la qualificazione mondiale sia nel 2018 che nel 2022. La Roja si consola con due Copa America in due anni tra il 2015 e il 2016, prima di affondare. L’Uruguay è quindi, come succede storicamente, a ruota di Brasile e Argentina. La Colombia invece ha mancato la qualificazione a Qatar 2022, pur arrivando in finale di Copa America la scorsa estate ed è alle sue spalle.

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La sorpresa Ecuador e il calo del Perù

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Tra le novità del decennio in Sudamerica c’è la nazionale dell’Ecuador. La Tricolor è attualmente seconda nel girone di qualificazione mondiale per il 2026 e molto probabilmente sarà presente alla rassegna iridata. Dopo aver partecipato a Qatar 2022 senza sfigurare, ora la squadra allenata da Beccacece punta a fare meglio nella prossima edizione. Troviamo poi il Perù, stabile nel suo livello da diversi anni. Presente al Mondiale 2018, la squadra di La Paz sta facendo male in queste qualificazioni e probabilmente non ci sarà nel 2026. Un fallimento che va ad aggiungersi ai play-off 2022, quando i ragazzi di Gareca si fermarono a una partita dal Qatar. Fatale fu lo scontro interzona con la Nuova Zelanda.

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Paraguay, Venezuela e Bolivia: nei bassifondi delle nazionali in Sudamerica

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Chi invece potrebbe farcela è il Paraguay. Lontana dal palcoscenico della Coppa del Mondo dal 2010, quando giocò anche contro l’Italia, la nazionale paraguaiana ha vissuto un ciclo d’oro tra il 1998 e il 2010, partecipando a quattro mondiali consecutivi. Ora i biancorossi cercano di tornare a quel livello. Chiudono la carrellata di nazionali del Sudamerica sicuramente Bolivia e Venezuela.

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Da sempre le due nazionali più scarse del continente, questo decennio è stato ancora una volta avaro di soddisfazioni. Con il nuovo formato del Mondiale, che accoglie più squadre, ci potrebbe però essere una chance per entrambe. Attualmente il Venezuela occupa il settimo posto nel girone, che vorrebbe dire play-off contro una squadra dell’Oceania. La Bolivia insegue a -1. Per entrambe, quindi, il Mondiale è qualcosa di più che un sogno.