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Yaser Hamed, difensore della Palestina e cresciuto nelle giovanili dell’Athletic Club, racconta sulle pagine di AS la difficile realtà del suo Paese e il sogno storico della sua squadra: qualificarsi per la prima volta al Mondiale. Nonostante l’esilio e la guerra, il calcio diventa uno strumento di resistenza e speranza per lui e i compagni, che si allenano in Qatar lontano da casa, spinti dalla motivazione di rappresentare la Palestina con orgoglio e dignità.
La Palestina è a un solo passo dalla fase finale delle qualificazioni al Mondiale 2026. “Abbiamo una selezione molto buona e possibilità reali”, spiega Hamed. La partita decisiva contro Oman determinerà chi passerà all’ultimo turno, un traguardo mai raggiunto prima. Il contesto politico e la guerra rendono questa impresa ancora più significativa.
La squadra non può giocare in Palestina e si allena in Qatar, dove riceve supporto e solidarietà. “Qatar ci accoglie molto bene e ci aiuta a prepararci”, racconta Hamed. Tuttavia, la mancanza del calore del pubblico di casa pesa molto: “Anche se sei locale, giochi sempre in trasferta. È più freddo senza il sostegno della nostra gente.”
In mezzo alla devastazione di Gaza, i giocatori palestinesi usano il calcio per alzare la voce e mantenere viva la speranza. “Abbiamo la possibilità di rappresentare la Palestina e lottare per ciò che meritiamo”, dice il difensore. I messaggi ricevuti dai familiari a Gaza sono dolorosi ma rappresentano una fonte di forza per affrontare ogni partita: “Ci motivano a dare il 200% in campo, per i bambini che stanno morendo.”
Nato a Leioa da padre palestinese e madre spagnola, Yaser Hamed si è formato nelle giovanili dell’Athletic Club, dove ha imparato valori importanti: “Mi hanno insegnato cosa significa famiglia, responsabilità e costanza.” Anche se ora gioca in Medio Oriente, mantiene legami forti con Bilbao e con i compagni di squadra di un tempo.
Dopo aver giocato in vari club del Medio Oriente, Hamed è ora al Al Gharafa in Qatar, dove condivide lo spogliatoio con il fratello Jamal e con giocatori di alto livello come Joselu e Rodrigo Moreno. “Giocare con grandi calciatori e persone così umane è un’esperienza preziosa,” racconta.
Il difensore sfata i pregiudizi sul calcio in Asia e nei paesi arabi: “Le leghe stanno migliorando molto, la Saudi Pro League è la più forte in Asia e Qatar sta crescendo.” La presenza di campioni mondiali ha aumentato il livello competitivo, dimostrando che questi campionati sono un futuro importante per il calcio mondiale.
Con la stagione finita, Yaser ha in programma di tornare a Bilbao per ricaricare le energie, prima di decidere il suo futuro professionale. “Ho finito il contratto con Al Gharafa, parlerò con il club e vedrò cosa fare.” Intanto, continua a lottare con la nazionale per portare la Palestina sul palcoscenico mondiale.
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