Paura e ultimatum

Papin minacciato e sotto scorta a Marsiglia: “Vogliono che lasci la città…”

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Jean-Pierre Papin, attuale allenatore delle giovanili del Marsiglia, vive sotto scorta da tre settimane: "Un giorno sono stato avvicinato da due uomini in moto che mi hanno intimato di lasciare la città"
Sergio Pace
Sergio Pace Redattore 

Non un periodo particolarmente sereno quello che sta vivendo Jean-Pierre Papin. Il quasi 61enne attuale allenatore delle giovanili dell'Olympique Marsiglia sta riscontrando diversi problemi con il responsabile della squadra riserve, Ali Zarrak. Un rapporto non idilliaco tra i due, con Papin che è rimasto anche sorpreso dal fatto che da tre settimane sotto casa sua sono presenti tre auto di agenti di sicurezza privata.

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Una situazione che potrebbe essere legata ai suoi problemi all'interno della società? Nemmeno Papin arriva a pensarlo, ma lo stesso ex attaccante di Marsiglia, Milan e Bayern Monaco tra le altre e Pallone d'Oro nel 1991 ha messo le cose in chiaro. Per una soluzione al problema le opzioni sono solo due: via lui o via Zarrak.

L'ultimatum di Papin

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Nel corso di un'intervista rilasciata a La Provence Papin, che ha assunto il ruolo di allenatore delle giovanili del Marsiglia dopo che inizialmente era entrato in società in qualità di consigliere e ambasciatore, ha chiarito quella che è la situazione attuale nel club: "Sono io l’allenatore e non posso permettere che questa persona decida chi siano i miei cinque sostituti. Quando giocatori della prima squadra sono scesi da noi per esigenze di gioco, ho sempre rispettato le direttive, ma tutto sembra dipendere da lui. Non ho bisogno di intermediari per comunicare con De Zerbi o il presidente Longoria, ma il problema con questa persona persiste".

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E poi la scoperta di essere sotto scorta da circa tre settimane: "Davanti casa mia ci sono tre auto di agenti di sicurezza privata. È una situazione insopportabile. Un giorno sono stato avvicinato da due uomini in moto che mi hanno intimato di lasciare Marsiglia. Non so se questo sia collegato alla situazione nel club. Non mi permetto di pensarlo o dirlo, ma non accetto che si affermi che non rispetto le direttive della società, mentre sto vivendo qualcosa di simile. Così non si può andare avanti: o resto io o se ne va la persona in questione".

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