La rivalità tra Porto e Sporting Lisbona è una delle più sentite nel calcio portoghese. Non a caso, i due club rientrano tra i tre più vincenti nella storia della Liga Portugal 1. In realtà il campionato è storicamente animato dai Big Three: i già citati Dragões e Leões (dragoni e leoni) ed il Benfica. Questi ultimi vantano nella propria bacheca 38 successi in campionato, il Porto, al secondo gradino del podio, ne vanta 30, e lo Sporting Lisbona 20. Si pensi, peraltro, che l'ultima volta che il campionato portoghese è stato vinto da una squadra diversa da queste tre correva l'anno 2001, e ad occupare la vetta della classifica fu il Boavista. L'unica altra vittoria che ha interrotto il dominio è stata nella stagione 1945/1946, appena dieci anni dopo la fondazione del campionato.
Verso il match
Porto e Sporting Lisbona, storie incrociate: i doppi ex del match
Ciò comporta che ogni volta in cui le tre squadre principali del Portogallo s'affrontano si assiste a partite ricche di gol ed emozioni; dal canto loro i tifosi vivono con molto orgoglio l'appartenenza ad un club, che ogni anno spera di avere la meglio sulle due rivali e imporsi come squadra più forte del Paese. Ne consegue che non sempre i tifosi hanno apprezzato dei trasferimenti alle dirette rivali, nonostante tra le dirigenze si lavori prediligendo scambi.
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I doppi ex di Porto e Sporting Lisbona
Paulo Futre
—Leggenda del Portogallo, Futre ha avuto una brevissima esperienza nello Sporting Lisbona. Ci ha giocato, nella prima squadra, soltanto nella stagione 1983/1984. L'anno dopo però è passato al Porto, in cui è rimasto tre anni e si è affermato come uno dei calciatori più talentuosi del panorama calcistico europeo. Con i Dragões ha vinto due campionati, due coppe nazionali ed una Coppa dei Campioni, nella stagione 1986/1987. Questo traguardo gli consente di competere per l'assegnazione del Pallone d'Oro, ma s'accontenta di un secondo posto alle spalle dell'olandese Ruud Gullit.
Sucessivamente si trasferisce in Spagna e poi ritorna in Portogallo. Da quel momento inizia una carriera da giramondo che lo porterà a vestire la maglia del Milan e della Reggiana, del West Ham, perfino dello Yokohama Flügels, in Giapponese.
Hélder Postiga
—Anche Postiga ha avuto un rapporto diretto con la Serie A, giocando per la Lazio nel 2014. In diciassette anni di carriera, l'attaccante portoghese ha segnato e vinto tanto, e adesso è vice commissario tecnico della nazionale Under 20 del suo Paese. La sua giovinezza calcistica l'ha passata al Porto, anche se in modo intermittente. In realtà la parola costanza non si addice particolarmente al suo percorso, dato che ha giocato in ben 12 squadre. L'esperienza più lunga con una sola maglia l'ha vissuta proprio con i Dragões, in cui è stato complessivamente per 5 anni e ha vinto campionato, Coppa e Supercoppa portoghese.
Nel suo palmares, però, c'è anche un trofeo vinto con lo Sporting Lisbona, la Supercoppa del 2008, conquistata appena arrivato dal Panathīnaïkos.
João Moutinho
—Il centrocampista portoghese è cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona, esordendo nel 2003 nella squadra B e nel 2004 tra i "grandi". Dopo sei anni a Lisbona, Moutinho s'è trasferito al Porto per 11 milioni di euro, firmando un contratto quinquennale e, allo Sporting, è andato il difensore centrale Nuno Coelho. Dopo soli 3 anni arriva un altro trasferimento, stavolta al Monaco, per cui ha giocato per 5 anni. Dal 2023 Moutinho è tornato in Portogallo e milita per il Braga. A 38 anni, però, il Moutinho non ha più un impiego costante: quest'anno, infatti, ha giocato soltanto 7 partite nel campionato portoghese.
Ricardo Quaresma
—Nonostante ci abbia giocato per poco tempo, in tanti ricordano le gesta di Quaresma con la maglia dell'Inter. Il calciatore dell'iconica trivela ha illuminato una generazione intera con le sue giocate, sfoderate in giro per l'Europa. Quaresma iniza la sua carriera nello Sporting Lisbona, giocandoci per due anni prima di passare al Barcellona per 7 milioni di euro più Fábio Rochemback in prestito biennale allo Sporting. I catalani seguono il portoghese per diverso tempo, e ci contano parecchio: si pensi, addirittura, che la dirigenza Blaugrana preferisce lui ad un giovane Cristiano Ronaldo.
Al Barcellona, però, Quaresma dura soltanto una stagione, ma per sua fortuna trova continuità al Porto, dove vince la Champions League nel 2004 sotto la guida di José Mourinho. La seconda gioia europea arriva proprio con l'Inter, sempre con il tecnico portoghese in panchina. L'apice della sua gloriosa carriera è nel 2016, anno in cui vince l'Europeo in Francia.
Francisco Conceiçao
—Rispetto agli altri calciatori elencati, il figlio d'arte è cresciuto nelle giovanili sia del Porto che dello Sporting Lisbona, compiendo uno dei trasferimenti più sentiti prima di diventare un professionista. Tra il 2011 ed il 2017 ha frequentato le giovanili dei Leões, ma ha esordito nella massima lega portoghese con il Porto, nel corso della stagione 2021/2022. Dopo una breve esperienza in Olanda, Conceiçao torna al Porto e si rende protagonista di un'ottima stagione, che non passa inosservata ai club di Serie A, soprattutto alla Juventus, che lo prende in prestito per 7 milioni di euro più 3 di bonus.
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A causa di un infortunio non è riuscito a giocare la semifinale di Supercoppa Italiana contro il padre, Sérgio, ma a prescindere da quest'episodio il portoghese sta conquistando sempre di più la fiducia di Motta.
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