Transizione difficile

Porto versione 2024-2025: cosa è cambiato dopo l’addio di Sergio Conceicao?

Conceicao Porto
Risultati poco convincenti e un nuovo ciclo da iniziare: ecco tutti i cambiamenti dell'ultimo anno del club portoghese senza la sua guida in panchina
Federico Grimaldi
Federico Grimaldi

Il Porto, per ben 7 anni, aveva trovato la guida perfetta per il proprio calcio: Sergio Conceicao. L'allenatore portoghese era diventato un unicum con il club, portandolo a dominare il calcio portoghese. Ma poi, come in tutte le belle storie d'amore, c'è sempre una fine. Nel 2024 i due decidono di separarsi, senza asti, solamente col ricordo di un qualcosa di bello, ma che è finito, passato. A distanza di un anno, è tempo di vedere come si sono comportati i due: il Porto ha dovuto abdicare nei confronti delle due potenze di Lisbona, mentre Conceicao non è riuscito ad incidere come in Portogallo. Ed ora la domanda sorge spontanea: cosa è cambiato in questo 2025? Scopriamolo.

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— FC Porto (@FCPorto) June 12, 2025

Porto, un anno da dimenticare

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Il Porto ha chiuso il campionato 2024/25 al terzo posto, una posizione che fotografa alla perfezione una stagione mai davvero decollata. Lontano dalla corsa al titolo sin dalle prime giornate, il club lusitano ha vissuto una transizione difficile dopo l’addio di Sérgio Conceição, tecnico che per anni aveva forgiato una squadra intensa, aggressiva, capace di lottare col cuore anche quando i mezzi tecnici non bastavano. Senza di lui, il Porto ha perso qualcosa di profondo: la grinta, la passione, la tenacia che erano diventate il suo marchio di fabbrica. In panchina si sono alternati volti nuovi, ma nessuno è riuscito a riaccendere quella scintilla. Anche il cammino europeo si è rivelato deludente: eliminato ai sedicesimi di finale dalla Roma al termine di un doppio confronto in cui è mancata personalità più che qualità. Un'annata grigia, che impone riflessioni profonde: non solo su chi siede in panchina, ma su cosa debba tornare a essere il Porto per riscrivere la propria identità.

Porto versione 2024-2025: cosa è cambiato dopo l’addio di Sergio Conceicao?- immagine 2

Conceicao, il Simeone del Porto

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Per Sergio Conceicao, il Porto non era solo una panchina: era una seconda pelle. Un legame viscerale, totale, quasi simbiotico — proprio come quello tra Diego Simeone e l’Atlético Madrid. In campo e fuori, Conceição ha plasmato il Porto a sua immagine e somiglianza: feroce, combattivo, indomabile. Ogni partita era una battaglia, ogni sfida un’occasione per dimostrare che il cuore può colmare il gap con le grandi d’Europa. Come il “Cholo” a Madrid, anche lui era il simbolo di una filosofia più che di un semplice progetto tecnico: il Porto di Conceição viveva di intensità, identità, spirito di appartenenza. Si trattava di una connessione emotiva profonda, che ha tenuto il club in alto anche in anni complicati. La sua uscita di scena ha lasciato non solo un vuoto tattico, ma soprattutto un’assenza di anima, quella che aveva reso il Dragão un fortino e il Porto una squadra che non si arrendeva mai.

Il presidente del Porto Pinto da Costa e Conceicao

Il Mondiale per Club per cambiare pagina

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È arrivato il momento per il Porto di voltare pagina. Dopo una stagione sottotono e la fine dell’era Conceicao, il club portoghese deve guardare avanti, con lucidità e coraggio. Il Mondiale per club 2025, a cui parteciperà, rappresenta l’occasione ideale per segnare un punto di svolta, per dimostrare che il passato è stato archiviato e che il futuro può ancora essere ambizioso. Il debutto contro il Palmeiras sarà già una prova del nove: una sfida ad alta tensione che dirà molto sullo stato mentale e tecnico della squadra. Perché una cosa è certa: Conceiapo non tornerà, almeno nel breve termine. E proprio per questo, il Porto deve iniziare a costruire una nuova identità, senza nostalgie ma con la fame che l’ha sempre contraddistinto.

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