Premier League: la camicia del professor Arteta, Maresca come Mazzone e la nuova vita di Grealish

La settima giornata di Premier League ci separa dalle due settimane più lunghe dell’anno, dove la pausa nazionali spezza il ritmo e interrompe i campionati. L'Arsenal di Arteta è la nuova capolista, il Liverpool scivola ancora all'ultimo respiro, questa volta contro il Chelsea di Maresca. Tottenham e Manchester City vincono di misura in trasferta rispettivamente contro Leeds e Brentford. Cade l'imbattibilità del Crystal Palace dopo 19 partite con Grealish che rovina la festa. Aston Villa e Newcastle scacciano via i brutti pensieri con due vittorie importanti. Il Nottingham Forest targato Postecoglou non trova pace, il West Ham naviga a vista nelle acque torbide della zona retrocessione. Mikel Arteta gongola e si gode la testa solitaria della Premier League come un professore autoritario con l’occhialino nero e e le maniche della camicia sempre arrotolate, non più di tre risvolti. Il professore spagnolo continua imperterrito a tramandare la sua filosofia calcistica senza se e senza ma, o lo ami o lo odi. Anche con Eze sulla fascia e Calafiori che a volte sembra più mediano che difensore, l’Arsenal liquida la pratica West Ham con due gol, vince il London derby di giornata e si prende la cima. Mikel sale in cattedra e per ora ha ragione su tutto. Per leggere meglio questo ultimo turno di Premier League bisogna tornare alla sconfitta del Liverpool, la terza consecutiva tra campionato e Champions League. I Reds cadono anche a Stamford Bridge, ancora all’ultimo giro d’orologio come era accaduto una settimana fa a Selhurst Park, contro il Crystal Palace. La squadra di Arne Slot cade in casa del Chelsea al minuto 95, quando i tifosi avevano già messo le mani in tasca per cercare il biglietto della metro e i giornalisti erano pronti a mandare in redazione il report della partita con l’1-1 come risultato finale. Estêvão Willian, 18 anni all’anagrafe, però ha deciso di scombussolare il sabato dei quarantamila di Stamford Bridge. Il ragazzo brasiliano arrivato dal Palmeiras firma la vittoria in pieno recupero. La corsa di Maresca verso la bandierina ricorda un po’ quella di Carlo Mazzone in quel famoso Brescia-Atalanta. La faccia di Slot e di tutti i tifosi del Liverpool non lascia spazio a interpretazioni. Quest’anno la Premier League è più complicata del previsto. A Manchester, sponda United, invece Ruben Amorim, non riesce a godersi nemmeno una vittoria in santa pace. Il tecnico portoghese infatti a margine della vittoria dei Red Devils contro il Sunderland, ha deciso di aprire il vaso di Pandora svuotandolo da tutte le frustrazioni e le critiche ricevute in questi mesi. L’allenatore dello United ha dichiarato apertamente che i commentatori televisivi con i loro commenti negativi hanno un'influenza negativa sui giocatori e sul gruppo. L'ex difensore dello United e attualmente commentatore televisivo, Gary Neville, sentendosi tirato direttamente in causa non le ha mandate a dire: "Onestamente, non ho molto tempo per questo genere di cose. Se i commentatori ti confondono, non dovresti far parte di un club come il Manchester United, è semplice". Neville è entrato in scivolata a gamba tesa, prendendo palla e gambe, come ai vecchi tempi. Scivolando nei bassifondi della classifica troviamo il Nottingham Forest di Ange Postecoglou, subentrato a stagione in corso per sostituire Nuno Espírito Santo. Postecoglou dopo avere lasciato nella bacheca del Tottenham una Europa League e tanti rimpianti, ha deciso di accettare l’incarico sulla panchina del Forest, sin qui però l’inizio è da incubo. Zero vittorie nelle prime sette gare alla guida dei Garibaldini, considerando campionato e coppe. L’eclettico presidente Evangelos Marinakis potrebbe addirittura decidere di cambiare ancora. Postecoglou ai microfoni di Sky Sports ha commentato così il momento difficile: "È una lotta, è una lotta, non c'è niente di sbagliato in questo. Avrei potuto sedermi sul divano a guardarvi, ma preferisco essere qui, nel mezzo di tutto questo, dove posso avere un impatto e credo che ci riuscirò". Salvate il soldato Ange. Tra malumori e preoccupazioni però c’è una luce in fondo al tunnel del nuovissimo e moderno Hill Dickinson Stadium, il nuovo stadio dell’Everton. Per interrompere il momento d’oro del Crystal Palace che non perdeva da 19 partite, ci voleva Jack Grealish. Al 93esimo minuto, l’ex Manchester City timbra il cartellino per la prima volta in maglia Everton regalando la vittoria per 2-1 ai Toffees. Lo stile è quello di una volta: calzettoni abbassati, passo cadenzato e controllo con l’interno del piede. Dalla numero 10 dei City alla numero 18 dell’Everton ci passa una vita, tanto sembra passato da quando i Citizens lo pagarono 100 milioni di sterline all’Aston Villa. Adesso Jack sembra quasi un giocatore normale che gioca per una causa meno nobile come quella di vincere trofei o finire sui tabloid. Grealish si è trasformato in un giocatore operaio che dispensa assist, verticalizza e quando può segna gol pesanti. La nuova vita di Jack Grealish nella città dei Beatles ispirerà sicuramente qualche ragazzino che indossa la sua maglia giocando per strada vicino al vecchio Goodison Park.