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Sergio Ramos in scadenza con il Monterrey: fine carriera o ultima rinascita?

Sergio Ramos
Nel 2025 firma col Monterrey dopo sei mesi da svincolato: debutta da capitano, segna in campionato, Champions e Mondiale per club ma si fa notare con la sua 30ª espulsione
Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi

Borussia Dortmund–Monterrey, ottavi di finale del Mondiale per Club 2025. Sulla carta, uno scontro tra scuole calcistiche. Tra le righe, molto di più: un confronto tra generazioni, tra promesse e leggende, tra chi sogna la gloria e chi l’ha già vissuta. In mezzo al campo, con la fascia al braccio e la cicatrice dell’esperienza sul volto, c’è ancora lui: Sergio Ramos, 39 anni compiuti a marzo e un contratto in scadenza nel 2025 con il Monterrey. A questo punto della carriera, la domanda è inevitabile: cosa può ancora dare al calcio moderno?

Una carriera monumentale

Sergio Ramos
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Raccontare Ramos è raccontare due decenni di calcio europeo ad altissimo livello. Dai primi passi al Siviglia al mito con il Real Madrid, passando per il biennio parigino con il PSG, ha raccolto tutto ciò che un difensore potesse desiderare — e anche qualcosa in più. Il suo palmarès parla da solo: campione del mondo nel 2010, due volte campione d’Europa con la Spagna (2008 e 2012), quattro Champions League con il Real Madrid, cinque Liga, oltre 180 presenze in nazionale, di cui è stato capitano e simbolo. L’approdo al Paris Saint-Germain nel 2021 ha segnato la fine dell’era madridista, ma non del culto della garra, del difensore che si presenta nei momenti decisivi, dell’uomo che — al netto delle primavere — non si tira mai indietro. Non a caso, è ancora oggi il difensore più prolifico della storia del calcio europeo, con oltre 100 gol tra club e nazionale.

Ma se la sua carriera è leggenda, la simpatia non è mai stata unanime. Ramos non è mai stato un giocatore accomodante, né dentro né fuori dal campo. E nel tempo ha attirato critiche — anche feroci — da colleghi, allenatori, telecronisti e giornalisti. Il motivo? Uno stile di gioco tanto efficace quanto divisivo: ruvido, aggressivo, spesso al limite — e talvolta oltre — del regolamento. Il risultato: una sfilza di sanzioni disciplinari da record, cartellini rossi in serie, e una fama da bad boy che ha finito per accompagnarlo ovunque.

L’episodio più discusso? La finale di Champions League 2017-2018. Il suo intervento su Mohamed Salah, che provocò l’infortunio alla spalla dell’attaccante egiziano, cambiò il volto del match e scatenò un’ondata di indignazione internazionale. In Egitto fu addirittura avviata un’azione legale civile contro di lui. L’ennesimo esempio che dimostra quanto Ramos abbia sempre camminato sul confine sottile tra icona e villain.

L’esperienza messicana

Prima espulsione per Sergio Ramos in Messico - Fonte Video Account X Hugol
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Nel 2025, dopo oltre sei mesi da svincolato, Sergio Ramos sorprende tutti e firma con il Monterrey, una delle squadre più ambiziose del panorama centroamericano. Una scelta che in molti hanno letto come un colpo di scena a fine carriera, un’ultima avventura esotica. Ma per Ramos, come al solito, non è stata solo questione di folklore: il 6 febbraio firma un contratto annuale e il 23 febbraio esordisce subito da capitano, guidando i suoi alla vittoria per 3-1 sull’Atlético de San Luis.

A chi pensava si trattasse di una passerella, Ramos risponde con i fatti. Il 3 marzo segna il suo primo gol con i messicani nel 4-2 contro il Santos Laguna e si ripete appena una settimana dopo, andando ancora a segno nel pareggio esterno contro il Cruz Azul. Il 13 marzo, debutta anche in Concacaf Champions Cup, lasciando il segno nell’andata degli ottavi di finale contro i Vancouver Whitecaps, siglando il gol del momentaneo vantaggio nel 2-2 che, però, non basta a evitare l’eliminazione del Monterrey.

Leader tecnico ed emotivo, Ramos chiude la stagione regolare con 25 presenze, un impatto da veterano, e una difesa costruita attorno alla sua lettura del gioco. E anche se il buen retiro sembra lontano, non tutto è stato rose e fiori: il 17 marzo colleziona la trentesima espulsione della sua carriera — la prima in Messico — per un gesto plateale, un calcio nel fondoschiena a Guillermo Martínez nei minuti finali della sfida contro l’UNAM. Una scena che riassume, nel bene e nel male, il suo spirito competitivo.

Ma la vera firma arriva il 17 giugno, quando segna all’esordio nel Mondiale per Club FIFA 2025, portando in vantaggio il Monterrey contro l’Inter. La partita finirà 1-1, ma il messaggio è chiaro: Sergio Ramos non è venuto in Messico per fare presenza.

Dortmund come test d’élite

Dopo una fase a gironi impeccabile, Sergio Ramos e il Monterrey si preparano a una sfida ad altissima tensione contro il Borussia Dortmund, seconda squadra tedesca per numero di titoli ufficiali vinti e finalista di Champions League 2023-24. In palio c’è molto più di un semplice accesso al turno successivo: c’è la possibilità di scrivere un nuovo capitolo nella storia del club messicano — e, per Ramos, l’occasione di lasciare ancora il segno contro un’avversaria che conosce fin troppo bene.

Indimenticabili le semifinali del 2012/13, quando il Dortmund travolse il Real Madrid con un 4-1 all’andata (storica la quaterna di Lewandowski) e resistette al ritorno nonostante il 2-0 per i Blancos. Una ferita che l’anno seguente trovò riscatto nei quarti del 2013/14, con un 3-0 al Bernabéu firmato anche da Ramos e un 2-0 ininfluente al ritorno in Germania. Non finisce lì: nel 2016/17, le due squadre si affrontarono di nuovo nella fase a gironi. Due pareggi spettacolari per 2-2, e a fine stagione fu proprio il Real di Ramos a sollevare la Champions.

Oggi, a quasi 40 anni, Ramos non ha più lo scatto del maratoneta, ma ha qualcosa che molti più giovani non possiedono: carisma, lettura del gioco e leadership. Il Dortmund — una delle squadre più dinamiche del torneo — sarà il banco di prova perfetto non tanto per confermare chi è, ma per dimostrare fin dove può ancora arrivare.

Sergio Ramos e il Monterrey: cosa succede dopo il 2025?

Sergio Ramos
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Il contratto con il Monterrey è in scadenza, e Sergio Ramos, come tutti, non è eterno. La tentazione di chiudere col calcio giocato è concreta. Ma ci sono voci — mai confermate — su un possibile ultimo ballo negli USA, o perfino un nostalgico ritorno a Siviglia, dove tutto era cominciato nel 2004. Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe probabile anche un trasferimento in Italia: non in Serie A, ma in un club emergente della Kings League. Di certo, se continuerà a giocare, non lo farà da comparsa. Per ora, però, il presente si chiama Mondiale per Club.