La storia

Storie di eroi e leggende: i 5 momenti indimenticabili di Cile-Argentina

Argentina Cile
Da rigori epici a ritiri choc, passando per cucchiai leggendari e duelli testa a testa: i cinque momenti che hanno reso quella tra Roja e Albiceleste una delle rivalità più accese del calcio sudamericano
Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi

Quando Cile e Argentina si incontrano, non è mai solo una partita: è tango e battaglia, sudore e redenzione, lacrime e gloria. È una saga fatta di vendette, colpi bassi e atti eroici, dove il calcio diventa destino. Un intero continente trattiene il fiato, mentre undici uomini per parte si contendono non solo la vittoria, ma l’onore, la patria, e un posto nell’immaginario collettivo. Ecco allora cinque istantanee che non hanno soltanto deciso un risultato, ma scolpito la leggenda.

2015 – Sanchez dal dischetto: il Cile è campione

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Copa América, finale. Santiago è un vulcano pronto a esplodere, e per una volta non metaforicamente. Lo 0-0 porta tutti ai rigori, col fiato sospeso. Tocca ad Alexis Sánchez: cucchiaio. Sì, cucchiaio. In finale. Davanti al suo pubblico.

Il pallone entra lentamente in rete e diventa simbolo: fine delle sofferenze, fine dei “quasi”, fine del Cile umile e sottomesso. È il primo titolo della sua storia. Per la Roja non è solo una coppa: è un riscatto nazionale. Un “ce l’abbiamo fatta” urlato con gli occhi pieni di lacrime.

2016 – La rivincita dell’Argentina ai gironi

Angel Di Maria Argentina
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I destini di Argentina e Cile si incrociano di nuovo l’anno successivo, nella fase a gironi della Copa América Centenario. Il match è intenso, carico di agonismo e voglia di rivincita. A sbloccarlo, nel secondo tempo, è il duo di Rosario: Di María al 51’, Banega al 59’. Finisce 2-1 per l’Albiceleste.

Sembra l’occasione perfetta per l’Argentina per prendersi la sua rivincita e spezzare finalmente la maledizione. Tutti iniziano a crederci: questo, forse, è davvero l’anno buono per interrompere il digiuno e lasciarsi alle spalle l’amarezza dell’anno precedente.

2016 – “Se terminó para mí la Selección”

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Intanto, il torneo prosegue. L’Argentina avanza, il Cile anche. Un anno dopo, va in scena il secondo atto della stessa finale. Ancora 0-0 al 90’. Altra serie di rigori, stesso risultato: vince il Cile. Ma il momento che resta scolpito nella memoria collettiva non è il trionfo bis cileno, bensì la crisi mistica di un certo Lionel Messi.

La Pulce sbaglia il rigore. Poi piange, annuncia il ritiro dalla nazionale e getta nel panico un intero Paese. “Se terminó para mí la Selección”, dice. L’Argentina è a terra, il mondo trattiene il fiato. Spoiler: Messi tornerà. Ma in quel momento, per tutti, sembra davvero la fine del mondo.

2019 – Il primo rosso di Messi

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Brasile, finale per il terzo e quarto posto della Copa América. I padroni di casa hanno eliminato l’Albiceleste con un secco 2-0 in semifinale; dall’altra parte del tabellone, il Perù outsider ha fatto fuori il Cile. Nella “finalina” si ritrovano due vecchie conoscenze: Argentina e Cile, entrambe deluse, entrambe nervose.

Al 37’, dopo un testa a testa acceso tra Messi e Medel, l’arbitro estrae il cartellino rosso per entrambi. Tra i due non è mai corso buon sangue, ma stavolta Medel può vantarsi di un primato: ha contribuito a far assegnare a Messi il primo rosso in carriera in una partita ufficiale

2021 – La Mano di Dio

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Rio de Janeiro. È la partita d’esordio dell’Argentina nella prima Copa América post-pandemia. Ad attenderla, ancora una volta, il Cile. Ma prima del fischio d’inizio, tutto lo stadio si ferma per ricordare Diego Armando Maradona, scomparso da poco. Sì, anche se si gioca in Brasile.

Sarà poi l’Argentina a sollevare quel trofeo, battendo il Brasile in finale. Un momento che aspettava dal 1993. Ma quel giorno, prima di tutto, c’è silenzio. E un ologramma di Maradona che palleggia sull’erba, ancora una volta.