A pochi giorni dalla sfida stellare tra Spagna e Francia nelle Final Four di Nations League, il protagonista più atteso del momento ha preso la parola.Lamine Yamal, il talento classe 2007 che ha già conquistato la Roja e il Barcellona, ha rilasciato un'intervista a El Larguero. Toccando tanti temi tra presente, ambizioni e futuro. Con la serenità di un veterano e la freschezza dei suoi soli 17 anni, ha parlato della semifinale contro i Bleus, del Pallone d’Oro. Per lui da assegnare “al miglior giocatore dell’anno” e del suo percorso esplosivo che lo ha portato in cima al calcio europeo in pochissimo tempo.
Le parole
Yamal non ha dubbi: “Il pallone d’oro? Deve andare al migliore dell’anno, non di una finale”

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— UEFA EURO (@UEFAEURO) June 2, 2025
Yamal: "La 10 è solo un numero. Sto bene con la 19, mi ricorda Messi"
—Lamine Yamal, intervistato da El Larguero alla vigilia della semifinale di UEFA Nations League contro la Francia, ha parlato a cuore aperto di come la sua vita e carriera siano cambiate in poco tempo. A soli 17 anni, il talento del Barcellona e della Spagna ha vissuto una crescita fulminea, tanto che ormai, sebbene sia ancora un giovane, si considera un “uomo” dentro e fuori dal campo. Yamal riconosce che giocare con giocatori più esperti lo ha fatto maturare rapidamente e pur sapendo di essere un ragazzino che commetterà inevitabilmente degli errori, ci tiene a seguire i valori e i consigli. Che gli sono stati trasmessi dalla famiglia e dai compagni di squadra.
Nonostante la giovane età, il futuro del talento spagnolo non sembra essere influenzato da pressioni esterne. Parlando del Pallone d'Oro, Yamal si è espresso in modo chiaro: “Il Pallone d'Oro va dato al miglior giocatore dell'anno, non a chi vince una partita. Se fosse per me, voterei per chi ha dimostrato il meglio durante tutta la stagione".

Anche se il suo cuore tifa per i giocatori del Barcellona, ha ammesso che la sua visione non è legata a una singola gara o a un singolo risultato. Il giovane calciatore, pronto per il confronto con Dembélé e la Francia, non nasconde l’entusiasmo per l’opportunità di giocare in una sfida così importante. Ma soprattutto di continuare a godersi il calcio, indipendentemente da come andranno le cose.
Yamal ha poi toccato anche il tema della finale di Champions League, ma ha confessato di non averla vista, preferendo concentrarsi su altri aspetti della sua preparazione e carriera. Guardando al futuro, il giovane talento ha dichiarato il suo desiderio più grande: vincere il Mondiale con la Spagna.

Nonostante la sua giovane età, il sogno di alzare un trofeo così prestigioso con la sua nazionale lo motiva a dare sempre il massimo. Convinto che con il supporto dei suoi compagni e del tecnico, le possibilità siano concrete. Il suo cammino è appena iniziato, e la sua ambizione è chiara: essere protagonista a livello mondiale.
L'ultimo anno, il rinnovo e il numero di maglia
—"Ora mi vedono come un giocatore vero, non più solo il giovane della cantera”, ha raccontato Lamine Yamal con orgoglio. “All’inizio ero considerato il ragazzino cresciuto nel settore giovanile del Barça. Ora, invece, credo che tutti stiano iniziando a capire che sono qui per restare, per giocare ogni anno al massimo livello. E ne sono felice”.
Riguardo al rinnovo di contratto e al numero 19, Yamal ha sorriso: “Quella storia dei 19,3 milioni? È una battuta che ha fatto mio padre al presidente, prima di firmare. Nulla che abbia a che vedere col Barcellona, ma se potessi raccontarla, vi farebbe morire dal ridere”.
E sulla possibilità di indossare in futuro la maglia numero 10, risponde con maturità:“No, per adesso resto con il 19. È un numero che mi piace, mi ha portato fortuna e ci sono molto affezionato. È il numero con cui ho fatto gli Europei ed è andata molto bene, così come con il Barcellona. Quindi continuerò a tenerlo finché non mi verrà chiesto di cambiarlo”.

Non sente la pressione dei numeri iconici:“Il 10? È solo un numero. Quando sono davanti alla porta, non penso certo a cosa ho scritto sulla schiena. Giocare per il Barça è ciò che conta davvero. E al momento Ansu lo indossa, gli sta bene e lo merita”.
Infine, ha spiegato da dove nasce il legame con il 19:“Non c’è una vera spiegazione. Forse perché a Nico piace tanto Cristiano, e a me piace Messi. Cristiano avrebbe dovuto essere il 17, Messi il 19… e poi, prima degli Europei, il 10, il 7 e l’11 non erano disponibili. Ci siamo trovati col 19, ed è andata benissimo. Semplice fortuna, forse. Ma una fortuna che voglio continuare a portare con me”.
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