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Bologna-Genoa, il futuro è roseo: ecco cosa manca per lo step successivo

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I due club sono pronti a chiudere la stagione nel migliori dei modi, con uno sguardo rivolto verso la prossima annata
Federico Grimaldi
Federico Grimaldi

Bolognae Genoaguardano al futuro con ottimismo e ambizione. Il Bologna, per il secondo anno consecutivo qualificato in Europa e fresco vincitore della Coppa Italia, può puntare in alto grazie a una rosa solida che, se mantenuta, promette grandi risultati. Il Genoa, sotto la guida di Vieira, ha mostrato una crescita evidente: il tecnico francese ha dato spazio a molti giovani talenti, tracciando finalmente una strada di programmazione e sviluppo. Tuttavia, nonostante i segnali positivi, entrambe le squadre devono ancora lavorare su alcuni aspetti per trasformare queste basi promettenti in successi duraturi.

🎙️ Le parole di mister #Vieira alla vigilia di #BolognaGenoa

— Genoa CFC (@GenoaCFC) May 23, 2025

Bologna come l'Atalanta? No, manca ancora qualcosa

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Il Bologna ha scritto una pagina di storia recente che sa di favola moderna. Con Thiago Motta alla guida e l’intelligenza strategica di Sartori dietro le quinte, i rossoblù hanno scalato vette che fino a poco fa sembravano appartenere solo ai sogni: la Champions League. Un’impresa che ha stordito il calcio italiano, figlia di una macchina perfetta costruita con pazienza e visione. Poi, il vento del cambiamento ha soffiato ancora: via Zirkzee e Calafiori, ma non è stata una fuga, bensì una mutazione ragionata. Sono emerse nuove stelle come Ndoye e Castro, si sono consolidate certezze come Lucumí e Ferguson, mentre Miranda ha cucito la fascia sinistra con geometrie e sacrificio.

bologna milan

Nel mezzo, l’arrivo di Vincenzo Italiano, accolto con diffidenza, eppure capace di regalare un altro sogno: la Coppa Italia, tornata sotto le Due Torri dopo decenni. Il Bologna non è più la sorpresa: è una realtà che incute rispetto, una squadra che ha imparato ad abitare l’élite senza smarrire il proprio spirito. Ora il passo successivo è chiaro: non essere una nuova Atalanta, ma ispirarsi a quell’esempio con un’identità propria, forgiata sul talento e sull’equilibrio. Il futuro passa da qui, dalla continuità tecnica e dalla fedeltà a una visione: perché non c’è gloria senza radici, e il Bologna ha piantato le sue nel terreno fertile dell’ambizione.

Genoa, Vieira è l'uomo giusto per tornare in alto

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Il Genoa, antico baluardo del calcio italiano, è tornato in Serie A con il peso nobile della propria storia e l’urgenza moderna della sopravvivenza. Per due stagioni ha camminato sul filo, sempre vicino all’abisso della retrocessione, aggrappato alla grinta di Gilardino e illuminato dai lampi di Retegui e Gudmundsson, due stelle che hanno brillato solo per un tempo breve ma intenso. Poi, quando quelle luci si sono spente e il timore di un altro anno di sofferenze ha cominciato a serpeggiare, è arrivato Patrick Vieira. Non un nome qualunque, ma una figura carismatica accolta con scetticismo, come spesso accade a chi porta il cambiamento.

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Eppure, proprio da quel cambiamento è sbocciato qualcosa di diverso. Il Genoa ha cominciato a respirare un’aria nuova: non più stagnante e densa di paura, ma leggera e piena di possibilità. Vieira ha piantato semi di futuro, dando spazio a giovani volenterosi, plasmando una squadra con ambizioni più alte della salvezza. Ha fatto intravedere un orizzonte in cui il Grifone non si limita a sopravvivere, ma sogna l’Europa. Ora il cammino è tracciato, ma perché diventi strada servono solidità, lungimiranza e un progetto che non vacilli. Il Genoa è sull’uscio di una nuova era: il passo tocca alla società, la corsa al destino.