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Verso l’ennesima finale? Italiano o Palladino: qual è (stata) la Fiorentina più forte?

bologna italiano
La Viola è pronta a ribaltare il Betis, il 2-1 dell'andata è alla portata del Franchi. Ma quale Viola è stata la migliore negli ultimi quattro anni?
Lorenzo Ciabattini

La Fiorentina si appresta ad affrontare il ritorno delle semifinali di Conference League, nel quale dovrà provare a rimontare il Betis per centrare la terza finale consecutiva. I Viola arrivano all'appuntamento dopo esser caduti a Roma, una gara dove la squadra di Raffaele Palladino avrebbe meritato qualcosa in più. Il tecnico campano si è detto comunque soddisfatto, in generale della stagione che sta disputando, al primo anno alla guida di una grande società. I numeri non mentono: a tre giornate dalla fine del campionato, Vincenzo Italiano aveva totalizzato meno punti del suo successore a Firenze. Ma quale Fiorentina è la migliore? Quella dei tre anni dell'attuale allenatore del Bologna o quella odierna di De Gea e Kean?

La rinascita Viola con Italiano

Italiano Bologna
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"Scippato" allo Spezia, dopo che il club di Commisso aveva rotto con Gattuso, Italiano è arrivato in Toscana con poche aspettative: era una seconda scelta, appunto, un ripiego. Ma il salto che fa fare immediatamente, alla prima stagione, alla Fiorentina non se lo sarebbe aspettato nessuno. I suoi primi sei mesi in Viola coincidono con quelli della spensieratezza: la gioventù che sboccia in Vlahovic, le sgasate sulla fascia di Odriozola e le chiavi del centrocampo nelle mani di Torreira. Insieme al ringiovanito Bonaventura e all'astro nascente Gonzalez, quella squadra è ai margini della zona Champions a metà campionato. Soltanto la cessione del capocannoniere rovinerà i piani di Italiano: Cabral e Piatek non saranno mai all'altezza dell'attuale numero 9 della Juventus.

Il traguardo delle due finali in una sola stagione

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Nella stagione successiva la Fiorentina torna ufficialmente fra le grandi del calcio italiano. Due finali in un anno, Coppa Italia e Conference League, con il ritorno in Europa che mancava da sei anni. Purtroppo, l'inesperienza del tecnico siciliano si fa sentire tutta: a Roma la Viola passa subito in vantaggio ma l'Inter è più forte e resiste a tutti i gol "mangiati" da Luka Jovic. A Praga, è un altro 2-1 a condannare Biraghi e compagni: la linea di difesa alta - sulla linea di centrocampo, ndr - tanto predicata da Italiano è l'assist perfetto per la gioia di Bowen e di tutto il West Ham. Nel frattempo, però, Italiano riesce a conquistare dal campionato la seconda qualificazione in Conference consecutiva.

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La terza finale e l'addio fra mille rimpianti

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La terza annata, per molti, è sempre quella della verità. Il mercato estivo, tuttavia, non migliora la rosa, anzi la indebolisce. Cabral e Jovic vengono rimpiazzati da Beltran e Nzola: Italiano deve affidarsi unicamente al suo "nuovo" numero 10, Nico Gonzalez, ma non basterà neanche questa volta. Il cammino netto in Europa si conclude, per la seconda volta di fila, fra le lacrime: una squadra greca vince per la prima volta nella storia una competizione UEFA, la finale di Conference non sorride neanche questa volta a Firenze. L'amarezza è troppo grande per continuare insieme: Italiano sa di valere di più della terza coppa europea e sposa il progetto del Bologna, tornato in Champions League dopo decenni.

Il nuovo che avanza: Raffaele Palladino

Real Betis-Fiorentina, Palladino
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Il successore di Italiano viene dal Nord ma è originario del Sud Italia: dopo una stagione e mezza di miracoli nel piccolo M0nza, Pradè consegna le chiavi della Fiorentina a Palladino. Ma a fare la differenza, stavolta, è il calciomercato. Il club di Commisso indovina colpi del calibro di De Gea, Cataldi, Bove, Gudmundsson e Kean: l'ex United ritorna subito ai vecchi fasti del passato, i due "epurati" dalla Capitale si riscoprono a Firenze ma soprattutto l'ex Juve si prende una rivincita così grande da fargli guadagnare anche il ritorno in Nazionale. La squadra, passando da tre anni di difesa a quattro ad una linea a tre, soffre inevitabilmente nelle prime settimane, rischiando anche l'eliminazione ai preliminari di Conference. La svolta arriva a ottobre, quando Palladino capisce che con i giocatori che ha a disposizione il modulo perfetto è il 4-2-3-1. In questo nuovo modulo, spicca la posizione di Bove, quasi come ala di sinistra: prestazioni sempre in crescendo, con il gol alla sua ex squadra nel 5-1 rifilato alla Roma, fino a quel (quasi) tragico 1 dicembre 2024.

Si torna a tre (stavolta per restarci)

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Da lì, tutto cambia. Lo shock subito dalla squadra viene accusato e la Fiorentina, che prima della partita con l'Inter, era ad un solo punto dal primo posto, perde tutto il vantaggio racimolato nelle OTTO vittorie consecutive (record per un allenatore della Fiorentina) e scivola in classifica. Il mercato di riparazione, però, viene in soccorso dell'allenatore: la specifica richiesta di Pablo Marì risulta azzeccata e Fagioli cambia volto alla squadra. La Viola ritrova fiducia con il ritorno alla difesa a tre, tanto da annichilire i campioni d'Italia per 3-0; risultato che si ripeterà al Franchi il mese dopo contro i nemici di sempre della Juventus. Palladino, quando gioca fra le mura amiche, diventa un'ammazza-big, Pellegrini è avvisato.

Italiano o Palladino: qual è la Fiorentina più forte?

 

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Eccoci qua, tornati ai giorni nostri e alla vigilia di Fiorentina-Betis. Abbiamo ripercorso le tappe fondamentali della Fiorentina negli ultimi quattro anni: i primi tre di rinascita (ma anche di rimpianti) con Italiano e quest'ultimo di "vorrei ma non posso" con Palladino. Allo stato attuale, sarebbe inappropriato lanciare giudizi su una stagione che deve ancora concludersi. D'altronde, la Viola è ancora in corsa su due fronti, ma una cosa la possiamo dire. La magia, l'intelligenza tattica, il coraggio che ha mostrato la squadra con Italiano non si sono rivisti in questi dieci mesi di Palladino. Il tecnico è ancora giovane e alle prime armi in Europa, ma il solco lasciato dall'allenatore che ha riportato il Bologna in finale di Coppa Italia dopo più di cinquant'anni è ancora avvertito come un vuoto dalle parti di viale Manfredo Fanti.