Romae Atalanta, due mondi calcistici diversi ma intrecciati da storie, uomini e memorie che attraversano epoche. In mezzo a questa sfida sempre più centrale nel calcio italiano, vivono le traiettorie di chi ha indossato entrambe le maglie, lasciando impronte in campi e cuori. Da Amedeo Amadei, il “Fornaretto di Frascati” che fece sognare prima la Capitale e poi Bergamo. A Bryan Cristante, simbolo moderno di duttilità e fedeltà giallorossa dopo l’esplosione con la Dea. E poi Pablo Daniel Osvaldo, talento irrequieto capace di accendere l’Olimpico, e Gianluca Mancini, passato dall’Atalanta di Gasperini alla Roma dove oggi guida la difesa. I loro nomi raccontano una storia più grande: quella di un legame che resiste al tempo, fatto di passaggi, ritorni, applausi e rimpianti.
Gli incroci
La memoria corre tra Atalanta e Roma: storie di ex e sogni da Amadei a Mancini


Amedeo Amadei, simbolo di Roma passato per Bergamo
—Amedeo Amadei, il leggendario Fornaretto di Frascati, è uno di quei nomi che attraversano il tempo con grazia e memoria. Icona eterna della Roma, con cui vinse lo scudetto del 1942 e divenne il più giovane marcatore della Serie A. Amadei incarna un calcio romantico, fatto di sacrificio e talento puro. Ma prima di consacrarsi nella Capitale, fu l’Atalanta a dargli il suo primo vero palcoscenico. Nella stagione 1938/39, giovanissimo, disputò il suo primo campionato da titolare con continuità: 33 presenze e 4 gol con la maglia nerazzurra, in una squadra che lo accolse e gli diede fiducia quando era ancora un ragazzo in cerca del suo spazio. Quell’annata a Bergamo fu il trampolino per la leggenda, un passaggio fondamentale nella crescita di un campione che avrebbe fatto innamorare generazioni di romanisti. Due mondi, Roma e Atalanta, legati per sempre dal passo lieve e deciso di un ragazzo che portava il profumo del pane e la forza dei sogni.
Amedeo Amadei est une légende de la Roma. Au cours de ces passages au club, l'attaquant dispute plus de 200 rencontres et remporte le premier championnat de la Louve en 1942. Il détient également à ce jour le record du plus jeune buteur de l'histoire du championnat italien. 🇮🇹 pic.twitter.com/MkKLRFVu0Q
— Le Corner (@Le_Corner_) June 3, 2022
Osvaldo, cresciuto nell'Atalanta e diventato grande a Roma
—Non tutte le storie iniziano sotto i riflettori: alcune nascono in silenzio, tra speranze e primi respiri di grande calcio. Così cominciò il viaggio italiano di Pablo Daniel Osvaldo, che nel 2005 approdò all’Atalanta in Serie B, ragazzo argentino dal piede caldo e dal carattere già acceso. Con la maglia nerazzurra raccolse solo tre presenze, ma bastò un gol per lasciare una traccia e accendere le prime scintille di un talento irregolare quanto affascinante. Fu a Bergamo che Osvaldo mosse i suoi primi passi nel calcio professionistico europeo. In una piazza che gli fece da trampolino, anche se per poco. Il vero salto lo fece nel 2011, quando arrivò a Roma: lì, nel cuore dell’Olimpico, trovò la consacrazione. Con la maglia giallorossa incantò il pubblico con reti d’autore, personalità travolgente e quell’anima da artista del gol che non lasciava mai indifferenti. In quegli anni d’oro arrivò anche la chiamata dell’Italia, suggellando una parabola che univa la provincia silenziosa di Bergamo alla grande scena romana. Due maglie, due città, una carriera vissuta sempre sul filo dell’emozione.

Cristante e Mancini, capolavori dell'Atalanta di Gasperini
—Come fiori che sbocciano nel giardino di una grande squadra, Bryan Cristante e Gianluca Mancini sono diventati simboli di talento e resilienza. Fiorendo sotto la guida illuminata di Gian Piero Gasperini. A Bergamo, sotto il suo abbraccio tattico, hanno trovato la loro vera dimensione, trasformandosi in protagonisti di una storia di crescita che li ha portati a diventare pilastri in una delle realtà più importanti della Serie A. Cristante, partito da un inizio incerto con il Milan e il Benfica, ha trovato in Atalanta la sua rinascita. Gasperini lo ha plasmato, regalandogli una nuova identità come centrocampista dinamico. Capace di inserimenti rapidi e di colpi da fuoriclasse. A Bergamo, il suo cuore ha iniziato a battere con maggiore forza, segnando gol memorabili e guadagnandosi il rispetto di tutti.

Gianluca Mancini, invece, è stato il guerriero che ha trovato nella difesa atalantina il suo campo di battaglia ideale. Con il suo temperamento deciso e la grinta che lo ha sempre contraddistinto, ha affinato le sue doti da centrale difensivo. In poco tempo è diventato un muro impenetrabile. La sua forza fisica e la sua capacità di segnare, nonostante il ruolo, lo hanno subito messo sotto i riflettori. La sua evoluzione sotto la guida di Gasperini lo ha proiettato verso un futuro da protagonista, Prima con l’Atalanta e poi, nel 2019, con la Roma, dove è diventato il cuore pulsante della difesa giallorossa.

Cristante e Mancini, da giovani promesse a pilastri in due club che hanno segnato la storia recente del calcio italiano, sono la prova tangibile di come il lavoro, la dedizione e l'amore per il gioco possano trasformare un semplice talento in una leggenda. La loro storia, legata a doppio filo all'Atalanta, è una testimonianza del grande lavoro svolto dal club e dalla sua filosofia di crescita. Ora, entrambi, indossano con orgoglio la maglia della Roma, ma non dimenticheranno mai il percorso che li ha portati a diventare ciò che sono: giocatori pronti a fare la differenza, ovunque giochino

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