La storia

Un gol fantasma, un sogno infranto e tante violenze: la storia della rivalità tra Lazio e Napoli

Ultras Napoli
C'è un preciso momento che marca l'inizio della rivalità storica tra Lazio e Napoli: il gol fantasma di Seghedoni è il punto di non ritorno.
Luca Paesano
Luca Paesano Redattore 

È una settimana senza dubbio particolare quella che si apprestano a vivere Napoli e Lazio, grandi protagoniste di un doppio scontro ravvicinato fondamentale per le stagioni delle due squadre. Per uno strano scherzo del calendario, le formazioni di Antonio Conte e Marco Baroni si troveranno di fronte giovedì, nel match valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia, e poi di nuovo domenica per il 15esimo turno di Serie A.

La rivalità tra Napoli e Lazio rappresenta uno degli antagonismi più sentiti del calcio italiano, riflettendo tensioni sportive che si sono calcificate nel tempo e che oggi si sintetizzano in una vera e propria rivalità. Spesso motivo di violenti scontri tra tifosi, di cui alcuni episodi anche in tempi recenti, è chiaro che l’allerta per il doppio confronto è altissima.

Lazio Napoli

Napoli e Lazio, storia della rivalità

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A differenza di buona parte delle rivalità che animano il mondo del calcio, quella tra Napoli e Lazio non prende piede da questioni territoriali, culturali o storiche. L’astio tra tifosi partenopei e biancocelesti si lega per lo più ad episodi di campo che hanno inasprito i rapporti tra le due fazioni e che hanno portato i propri strascichi fino ai giorni nostri.

C’è una data ben precisa che gli annali ci riportano come l’incipit di una frattura che poi, nel tempo, è divenuta insanabile. Bisogna andare indietro di qualche decennio e tornare fino al 1962. È il 4 marzo, e allo Stadio Flaminio si gioca appunto un Lazio-Napoli fondamentale per le sorti del campionato di Serie B.

4 marzo 1962: il gol fantasma di Seghedoni

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Le due formazioni sono rispettivamente a due e tre punti dalla zona promozione, ed appare quindi scontato che la tensione in campo e sugli spalti è già piuttosto alta. A Roma arrivano quasi 15 mila napoletani per sostenere la squadra di Pesaola nonostante la pioggia battente. Le cronache raccontano che ne uscì fuori una partita tirata ma decisamente poco memorabile, se non per il qui pro quo che segnò la scintilla di una faida decennale.

Al minuto 76 della sfida, Gianni Seghedoni calcia una punizione dai 25 metri. La palla entra, ma c’entra un buco presente nella porta difesa da Pontel e riesce sul fondo. L’arbitro non si accorge di nulla. Il guardalinee vede il pallone terminare tra le braccia di un raccattapalle ed è convinto che sia andata direttamente fuori. Non è gol. Scoppia un putiferio: i giocatori biancocelesti protestano, fermano il gioco e trovano il buco incriminato, ma l’arbitro non ne vuole sapere nulla e fa riprendere la gara. Il Napoli strappa così uno 0-0 che si rivela cruciale per la promozione finale ai danni proprio della Lazio. Fu un punto di non ritorno, una miccia che accese un odio che fino ad allora non si era mai percepito.

Lazio-Napoli, gol Seghedoni

Napoli corsaro e dramma Lazio: la follia del 20 maggio 1973

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L’altro episodio chiave avviene praticamente un decennio dopo, in una delle giornate più pazze della storia del campionato di Serie A. Il 20 maggio 1973, all’allora San Paolo va in scena un Napoli-Lazio che vale tutto e niente. Tutto per i biancocelesti, che si giocano il primo scudetto della loro storia all’ultima giornata. Nulla per gli azzurri, che erano già sereni a centro classifica e senza più pretese per la stagione. Ai punti, un vincitore c’era già.

La classifica vede il Milan in testa con 44 punti, avanti a Lazio e Juventus con 43. La squadra di Maestrelli ha motivo di sognare il tricolore, che sarebbe stato il coronamento di un viaggio senza eguali essendosi presentata al campionato da neopromossa. Il campo restituisce un match tiratissimo e senza esclusione di colpi, forse anche in memoria della partita altrettanto spigolosa dell’andata.

Lazio

Il Napoli dà l’anima, se la gioca con piglio battagliero, e alla fine, al 90’, serve la più epocale beffa alla Lazio. L’1-0 di Damiani arriva in contemporanea alla rete della Juventus contro la Roma, mentre il Milan aveva rovinosamente perso per 3-0 contro il Verona. Significa una sola cosa: clamoroso ribaltone e bianconeri campioni d’Italia.

Nei giorni successivi poi venne fuori il sospetto che i calciatori della Juventus avessero offerto del denaro ai propri colleghi di Napoli e Verona in cambio di un successo contro Lazio e Milan. Un ‘premio a vincere’ che non era poi così insolito nel calcio di quegli anni, ma che non era sicuramente il massimo della sportività. Nessuno potrà mai confermare come siano andate realmente le cose, ma in fin dei conti anche i calciatori della Lazio lo pensavano, come emerso da uno speciale dedicato dalla Rai a Maestrelli nel 2007.

Napoli e Lazio, quel gemellaggio con la Roma e la svolta violenta

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Negli anni a seguire la tensione tra napoletani e laziali andò a crescere anche per il gemellaggio spontaneo che si era venuto a creare tra i partenopei e i romanisti. E nel mondo ultras, un amico di un nemico diventa automaticamente nemico.

La rivalità tra Napoli e Lazio ha assunto nel tempo una connotazione sempre più violenta che ha portato spesso e volentieri a scontri e agguati, premeditati o meno. Tra gli anni ’70 e ’80 erano diventati praticamente un classico, tanto a Roma quanto a Napoli. Tuttavia, non sono mancati gravi episodi anche in tempi più recenti. Come quelli che avvennero all’Olimpico nel 2001, prima, durante e dopo la partita.

I primi tafferugli avvennero alla stazione di Napoli, quando circa 400 ultras senza biglietto e in partenza per la capitale vennero a contatto con le forze dell'ordine. La situazione peggiorò all'arrivo dei pullman dei partenopei a Roma, accolti da molteplici agguati da parte dei tifosi laziali che non attendevano altro. Le violenze non si placarono neppure all'interno dello stadio, dove la polizia fu costretta a intervenire per fermare il lancio di petardi, molotov e fumogeni. Il bilancio finale fu di un tifoso accoltellato ad una gamba, 15 persone trasportare in ospedale per medicazioni e oltre un centinaio di feriti.

Momenti di follia anche in Puglia nel 2005, nel tratto di autostrada tra Bari e Trani, quando gli ultras del Napoli in trasferta a Taranto si incrociarono con quelli della Lazio diretti a Lecce. Circa 300 partenopei vennero a contatto con altrettanti biancocelesti, dando vita prima ad una battaglia fisica nell'area di sosta vicino Martinafranca, e poi ad una surreale serie di inseguimenti e speronamenti in auto.

È invece di 6 feriti e 5 napoletani arrestati il bilancio degli ultimi scontri del 2021, quando i partenopei assalirono dei bus con i tifosi biancocelesti diretti allo stadio Maradona.

scontri Lazio Napoli 2001

Negli ultimi anni, la maggior attenzione al tema del tifo violento in Italia ha mitigato notevolmente gli scontri tra le fazioni. La Lega Serie A ha provveduto più volte a vietare le trasferte alle due tifoserie per ridurre il rischio di nuovi tragici episodi. Proprio come accadrà, del resto, anche per la doppia sfida che vedrà la due squadre impegnate in questa settimana.

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