Milan-Atalanta: soliti problemi per il Diavolo, vittoria Champions per la Dea
MILAN, ITALY - APRIL 20: Mike Maignan of AC Milan in action during the Serie A match between AC Milan and Atalanta at Stadio Giuseppe Meazza on April 20, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Il Milan abbandona definitivamente il sogno Champions, l'Atalanta stacca la concorrenza e si avvicina all'Europa che conta
Alessandro Savoldi
Milan-Atalanta aveva tutte le carte per essere decisiva, almeno per il campionato del Milan: così è stato. Lo 0-1 di San Siro elimina definitivamente i rossoneri dalla corsa Champions, mentre l’Atalanta batte un colpo fortissimo per ipotecare un posto nelle prime quattro.
Milan, sempre gli stessi problemi
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La partita del Milan è la rappresentazione di una stagione in cui i rossoneri sono caduti vittima sempre delle stesse trappole. Una costante incostanza, partendo dalla fumosità di attaccanti da vorrei ma non posso (o forse potrei ma non voglio?), sempre poco cattivi sotto porta o nel momento di dare la stoccata decisiva nel momento giusto. Il vero tallone d’Achille di questo Milan è però la semplicità con la quale la squadra si spezza non appena c’è da correre all’indietro. Un difetto strutturale ben più radicato di un semplice problema tattico, data la grande varietà di moduli e uomini che Pioli prima e Fonseca e Conceicao poi hanno impiegato. Si tratta di un limite che spesso costa caro al Milan.
Ogni qual volta i rossoneri si alzano, cercando di schiacciare l’avversario, puntuale arriva il contropiede nelle grandi praterie che si creano tra le linee del Diavolo. Ederson trova il gol vittoria dopo un inserimento di 65 metri, che Reijnders e Fofana non assorbono, con il brasiliano che attacca da solo l’area per spingere in porta la palla che decide la partita. Una lacuna che evidenzia la mancanza di un giocatore ombra, capace di tamponare questo tipo di situazioni e di rendere sostenibile il talento di Leao & co. Fofana non ha dato garanzie, Reijnders ha altre caratteristiche: per risolvere questa carenza servirà un intervento sul mercato.
Milan, la Coppa Italia per salvare la stagione
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A proposito di mercato, qualcuno dovrà pur farlo questo mercato. Siamo a Pasqua e al Milan manca un Ds che possa iniziare a pensare al prossimo anno. Seppur anzitempo, ormai è obbligatorio per i rossoneri programmare la stagione 2025/2026. Il campionato dei milanesi è sostanzialmente finito (male) e l'unico obiettivo rimasto è la Coppa Italia. Il trofeo, che ad agosto ha valenza secondaria, diventa ora il sottile confine tra una stagione fortemente negativa e una fallimentare. Vincere la competizione vorrebbe dire mettere una pezza, consentendo al Milan di qualificarsi alla prossima Europa League. Per quanto deludente possa apparire questo traguardo, il sesto posto in campionato dista sei punti e ai rossoneri servirebbe una rimonta complicata per raggiungerlo.
La confusione non è presente solo nelle stanze dei bottoni di Casa Milan. Anche sul piano tecnico Conceicao non ha mai trovato una vera e propria quadra dal suo arrivo. In questi quattro mesi il portoghese ha cambiato interpreti e spartiti, procedendo a tentoni, senza riuscire a trasformare il Milan nella propria personale orchestra. Un aspetto preoccupante, considerando che il Milan dal 18 febbraio, data in cui ha salutato la Champions, ha giocato solo 10 partite, una ogni 6 giorni.
Prima sono stati panchinati Leao e Theo Hernandez, poi Fofana, infine il valzer delle punte rossonere ha dato una doppia chance a Jovic. L’ex Real Madrid e Fiorentina ha giocato tre partite da titolare in Serie A: la prima risale alla prima giornata contro il Torino, quando Morata era appena arrivato e Abraham era ancora a Roma, la seconda e la terza sono datate 11 e 20 aprile. Ad onor del vero il serbo non ha nemmeno fatto così male ma il Milan ha speso trenta e passa milioni a gennaio per Gimenez, mentre Jovic è in scadenza di contratto. Il messicano non gioca titolare dal 15 marzo contro il Como, una gestione inspiegabile data la centralità che El Bebote dovrebbe avere nel progetto del Milan. La confusione, però, regna sovrana.
L'Atalanta batte il Milan, ma il sorriso è a metà
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L’Atalanta vince una partita spartiacque, che le consente di tornare ad avere più di una vittoria di vantaggio sul quinto posto a prescindere dal risultato della Juventus. I sei punti messi in cascina contro Bologna e Milan riportano il sereno su Zingonia dopo le tre sconfitte consecutive con Inter, Lazio e Fiorentina. Una ripresa per certi versi inaspettata, visto il momento che la Dea stava attraversando appena qualche settimana fa. Le prossime due partite, con Lecce e Monza, rappresentano un'importante occasione. Vincendo, l'Atalanta chiuderebbe più o meno definitivamente ogni spiraglio di rimonta delle contendenti alla qualificazione in Champions.
Un risultato che, pur restando notevole e rappresentando l’obiettivo concreto che Gasperini e i suoi puntavano a inizio stagione, lascerebbe comunque un retrogusto amaro. L’andamento claudicante di Inter e Napoli rischia di fissare la quota scudetto più bassa da quindici anni a questa parte. I passi falsi con Venezia, Cagliari e Torino e gli errori difensivi con Lazio e Fiorentina hanno allontanato in modo ormai irreparabile l’Atalanta dal tricolore. Incidenti di percorso evitabili, con un po' di attenzione in più. E se, a inizio stagione, ogni tifoso della Dea avrebbe firmato per un piazzamento nelle prime quattro, non è affatto detto che avrebbe fatto lo stesso fino a qualche settimana fa. Inevitabile, quindi, provare un certo rammarico guardando la classifica.
Cresciuto nel Milan, diventato grande nell'Atalanta: Raoul Bellanova
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In attesa di scoprire il futuro del tecnico di Grugliasco, è innegabile che l’Atalanta sia stata brava a disinnescare una potenziale deflagrazione dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano del Club Brugge. La tensione tra Lookman e Gasperini pare essere rientrata nei limiti, con il nigeriano che, pur non rendendo al meglio, pare ben calato nel progetto. Si è definitivamente ritagliato uno spazio nel progetto Atalanta Raoul Bellanova, che con il Milan ha trovato il secondo assist consecutivo. Cresciuto proprio nelle giovanili dei rossoneri, l’esterno ex Cagliari, Inter e Torino è tornato alla grande nel club in cui ha esordito in Serie A dopo la bocciatura del 2020.
Una crescita costante, fatta di voglia, corsa e forza mentale. Quella che ha consentito al nativo di Rho di reagire al mancato riscatto dell’Inter nel miglior modo possibile. Non è facile per nessuno, soprattutto per un giovane, accettare di scendere in campo in una finale di Champions ed essere costretto a ripartire da una squadra di metà classifica. Bellanova ci è riuscito, trovando la sua dimensione e continuando a crescere giornata dopo giornata, prima in Piemonte e poi a Bergamo, diventando imprescindibile nello scacchiere atalantino. Ora, per il finale di stagione e per un eventuale ultimo anno, Gasperini può contare su un ottimo giocatore in più.