Il tifo

Bologna-Genoa: la partita sugli spalti. Due tifoserie a confronto

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Bologna e Genoa non si sfidano solo in campo: le loro tifoserie trasformano ogni partita in uno spettacolo di cori, colori e passione. Un confronto tra identità, storia e creatività dagli spalti
Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi

C’è sempre una partita nella partita, quando si affrontano Bologna e Genoa. Non si tratta solo di una sfida tra due squadre storiche della Serie A, ma di un vero e proprio confronto tra tifoserie che hanno fatto della passione una religione, dell’identità un orgoglio e del tifo un’arte. Mentre in campo si gioca per i tre punti, sugli spalti va in scena uno spettacolo altrettanto intenso, tra cori, fumogeni e tradizioni.

Cuore emiliano vs anima ligure

Bologna Genoa
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Da una parte la Curva Bulgarelli, ex San Luca, tempio del tifo rossoblù felsineo, dall’altra la leggendaria Gradinata Nord, orgoglio e fortezza del popolo genoano. Due modi diversi ma ugualmente intensi di vivere la fede calcistica, figli di città profondamente legate alla propria storia e cultura. Bologna, con la sua ironia pungente e il suo spirito battagliero, contro Genova, città di mare e malinconie, dove il tifo diventa quasi una liturgia.

Le coreografie: arte e militanza

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Il colpo d’occhio al Dall’Ara è spesso da brividi. La curva del Bologna si distingue per le sue coreografie colorate e un uso scenografico dei fumogeni. I tifosi emiliani non rinunciano mai all’ironia: la bandiera rossoblù sventola accanto a striscioni satirici, provocatori, talvolta apertamente politici, che raccontano una curva pensante oltre che rumorosa. Indimenticabile, tra le tante, la coreografia per il 110° anniversario del club: un enorme “1909” campeggiava sopra la testa di migliaia di tifosi, in un’esplosione di coriandoli e fumo rossoblù che sembrava salire fino al cielo.

Sul fronte genoano, la Gradinata Nord non è da meno: vera e propria scuola coreografica italiana, si è resa celebre per i giganteschi drappi dipinti a mano, i fumogeni sincronizzati e una capacità di coordinazione che ha pochi eguali. Indimenticabile quella intitolata "A tua difesa", messa in scena in occasione del Derby della Lanterna contro la Sampdoria nella stagione 2013-2014, trasformando la curva in un vero e proprio affresco medievale.

I cori tra Dalla e il porto

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Anche sul piano sonoro, Bologna e Genoa parlano due lingue diverse. A Bologna, i cori sono ritmati e fantasiosi, spesso contaminati dalla musica leggera italiana: i brani di Lucio Dalla e Cesare Cremonini risuonano come inni non ufficiali, cantati con orgoglio e una buona dose di umorismo. La curva emiliana canta, balla, prende in giro e si prende in giro. Non è raro che vecchie hit degli anni ’80 vengano trasformate in cori da stadio, con testi riscritti ad hoc. “Bologna, la mia vita te la dedico...”, nato sull’onda del tormentone argentino “Muchachos”, è diventato forse il celebre tra i frequentatori dello stadio.

I figli del Grifo rispondono con una musicalità più grave, più solenne. La Gradinata Nord canta con la pancia, sì, ma soprattutto con il cuore. Il celebre “Un giorno all’improvviso”, cantato con un’intensità quasi commovente, è diventato un marchio di fabbrica: un inno che non si limita a sostenere la squadra, ma racconta un’appartenenza viscerale. Nei cori della Nord si sentono echi di porti, di mare, di malinconie da osteria. Fabrizio De André, genovese e genoano, una volta disse: “Al Genoa scriverei una canzone d’amore, ma sono troppo coinvolto.” Ed è proprio questo coinvolgimento, quasi struggente, che si respira sugli spalti.

Tradizioni e riti da tramandare

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Entrambe le tifoserie vivono lo stadio come luogo di culto laico. A Bologna, andare al Dall’Ara è una questione generazionale: nonni, figli e nipoti che si passano la sciarpa come fosse una reliquia. Ogni partita è un pretesto per ricordare le glorie passate, il Bologna che faceva tremare il mondo con Roberto Baggio, passando per Signori e Mihajlović.

A Genova, la fede rossoblù si celebra ogni anno il 7 settembre, giorno della fondazione del Genoa Cricket and Football Club: cortei, bandiere, canti e celebrazioni in tutta la città. E poi c’è il museo, con le visite guidate allo stadio, e il saluto finale sotto la Nord, che a prescindere dal risultato è sempre carico di significato.

Rivalità e rispetto

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Non esiste un vero e proprio gemellaggio tra Bologna e Genoa, ma tra le due tifoserie si respira un rispetto reciproco da veterani. Entrambe portano avanti un tifo autentico, lontano dalle mode, legato alla città più che ai risultati. Quando si affrontano, la rivalità è sportiva ma mai tossica e il confronto sugli spalti è una gara di stile, voce e memoria.

In curva come a casa

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Nel calcio moderno e sempre più globalizzato, con nuovi stadi che sembrano centri commerciali e tifosi da algoritmo pronti a filmare ogni corner nella speranza di immortalare un goal da condividere su TikTok, Bologna e Genoa rappresentano due baluardi di autenticità. La partita tra loro non è mai solo una questione di punti in classifica: è un tuffo nella storia, una battaglia di cori, un’ode alla passione. E forse, tra uno striscione e una bandiera, è proprio qui che il calcio ritrova la sua anima.