Intervista

ESCLUSIVA/ Tramezzani su Bayern-Inter: “Nerazzurri i più organizzati al mondo”

Giorgio Abbratozzato
L'ex calciatore sui nerazzurri, dopo la sfida in Germania per l'andata dei quarti di finale di Champions League.
01:02 min

Paolo Tramezzani, ex terzino dell'Inter, ci parla della squadra nerazzurra, delle sue performance recenti e delle sue dinamiche, offrendo anche un'analisi sul lavoro di Simone Inzaghi. Con la sua esperienza nel calcio, Tramezzani riflette sulle caratteristiche della squadra e sul confronto tra il calcio di ieri e quello di oggi.

Il pensiero su Dimarco. Quanto pesa la sua assenza nell’Inter?

"Allora, se mi baso solo sulla partita di ieri, devo dire che Carlos Augusto ha fatto una grandissima gara. È stato bravissimo, ha sfiorato il gol e ha fatto un gran lavoro nell’azione del gol di Frattesi con quell'inserimento. Però Federico è speciale. L’ho allenato quando era giovane e oggi, per distacco, è il miglior esterno in assoluto. Può fare il quinto, il quarto, il terzo centrale di sinistra... è il più forte di tutti. Ha una mentalità incredibile: non spreca un allenamento, cerca sempre di migliorarsi. È continuo, sbaglia pochissime partite e ne gioca tantissime, sia con l’Inter che con la Nazionale. Si è completato e continuerà a giocare su questi livelli, per l’umiltà e la consapevolezza che ha: sa che tutto nasce dal lavoro, dall’impegno e dal sacrificio. Oggi, per me, è il migliore in assoluto".

Dimarco le somiglia? 

No, lui è meglio di me in tutto: nell’aggressività, nel primo controllo, nei cross, nei traversoni, nell’ultimo passaggio...Forse ci assomigliamo nell'attitudine. A me l’attitudine ha permesso di arrivare ad alti livelli: la corsa, il sacrificio, la volontà. Federico ha queste cose dentro, sono innate. Le racconto un episodio: quando allenavo a Nicosia, a Cipro, c’era la sosta del campionato di Serie A e lui venne a trovarmi con la famiglia per Capodanno. Si fermò quattro giorni... e in quei quattro giorni veniva al campo con me ad allenarsi. Non molla mai niente. In questo forse ci somigliamo".

Tramezzani e il commento sulla forza dell’Inter: quando il collettivo supera il singolo

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"L’Inter ieri ha fatto una grande partita. Quando c’era da soffrire, ha sofferto. Ha difeso bene, è rimasta compatta. Poi ha avuto la forza di restare alta, ha creato qualche occasione e ha trovato una vittoria di carattere. Dopo il pareggio del Bayern, mi aspettavo che chiudessero in avanti, invece l’Inter ha avuto la freddezza e la lucidità per uscire bene. C’è tanto dell’Inter in questa vittoria: la forza mentale, un grande allenatore e giocatori che si adattano. I centrocampisti difendono, costruiscono e attaccano; gli esterni fanno entrambe le fasi; gli attaccanti danno una mano. È una squadra molto completa. Al ritorno sono convinto che non farà calcoli: giocherà per chiuderla, assolutamente sì".

Un giudizio su Simone Inzaghi? Cosa ne pensa delle critiche?

"Le critiche fanno parte del mestiere. Molte volte dipendono dai risultati, non dalle prestazioni. Io sono concreto: questa squadra è prima in campionato, vicina alla semifinale di Champions e in semifinale di Coppa Italia. Più di così è difficile fare. Poi ognuno valuta a modo suo, ma secondo me proprio i cambi sono uno dei motivi per cui l’Inter è lì. Non sempre i cambi funzionano, è normale, ma bisogna avere coraggio. E Simone ce l’ha. Riesce a coinvolgere tutti. È una qualità rara e si vede nel lungo periodo. Non si giudica un allenatore da una singola partita. Simone ha queste qualità e se l’Inter è dove è anche grazie a lui e alle alternative che utilizza".

"Simone accetta le critiche verso di lui per i cambi ma non verso i suoi giocatori e questo dimostra quanto sia legato al gruppo. È anche il segno del suo valore umano. Io Simone lo conosco bene: abbiamo giocato insieme da piccoli, ed è rimasto sempre quel ragazzo d’oro che era".

Tramezzani: "Somiglianza con il passato? Il gruppo italiano"

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"Quello che sento anche dalle parole dei calciatori è che è un gruppo molto unito questo, credo che si veda in campo soprattutto per come reagiscono alle difficoltà, lo fanno da squadra vera forte ieri è stato un grandissimo esempio.

Forse il gruppo italiano come quando c'ero io, giocatori come Ferri, Bergomi, Zenga, Berti, Bianchi erano l'anima dello spogliatoio forse una somiglianza col mio gruppo può essere anche quella".

Cosa ruberebbe tatticamente all’Inter di Inzaghi per le sue squadre?

"Mi piace molto come il collettivo gestisce la fase di non possesso: le aggressioni, la riaggressione, il lavoro degli attaccanti, le scalate dei centrocampisti. Non è facile giocare contro l’Inter. Non ho mai visto una squadra dominarla sul piano del gioco. Hanno una preparazione mentale e fisica incredibile, quando hanno palla gli avversari decidono dove e come andare a recuperare il pallone sia in aggressione sia in duello, intercetto. È forse la squadra più organizzata al mondo in questo senso".

Tramezzani sul ritorno di Champions: "Grande fiducia nell'Inter"

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"Apertissima. Il Bayern è una squadra vera, e nonostante la grande Inter vista all’andata, cercherà di ribaltarla. Hanno mentalità e abitudine a queste sfide. Ma io ho grande fiducia nell’Inter".

Lautaro è già una leggenda? A chi lo possiamo paragonare?

"Essere uno dei più grandi nella storia dell’Inter significa tantissimo, ma secondo me ci è già dentro di diritto. Ha ancora tanti anni davanti a sé e può battere tutti i record. L’Inter ha avuto tantissimi attaccanti forti, ma che giocavano come lui… forse l’unico che mi viene in mente è Ramón Díaz, per il modo di abbassarsi a prendere palla, per aiutare i compagni. E oggi lo fa benissimo con Thuram. Forse nel primo attacco alla porta, nella rapidità, ricorda un po’ Ramon Dìaz. Ma è difficile fare paragoni: Lautaro è unico".

Che tipo di vittorie preferiva da calciatore?

"Una vittoria come quella di ieri vale doppio. Perché quando rischi di crollare e invece reagisci, ti dà tantissimo, sia a livello emotivo che fisico. Ti carica davvero. Quelle sono le vittorie che ti fanno crescere, che ti preparano meglio per le prossime partite, queste erano le partite che preferivo di più vincere".

Il ricordo speciale del suo esordio a San Siro con la maglia dell’Inter

"Sicuramente l’esordio in prima squadra a San Siro è stato il momento che ricordo con più piacere. Arrivava dopo nove anni di settore giovanile e tre anni di prestiti. È stata una lunga gavetta. Giocai contro la Sampdoria: per me è stato un momento irripetibile. Ci sono stati altri bei momenti, ma quello è unico".