Gelo e fischi nell'Olimpico di Roma per l'ultima giornata di campionato. Il Lecce di Marco Giampaolo fa un capolavoro e vince in 10 contro la Lazio di Marco Baroni. La salvezza e la permanenza in massima serie dei salentini, però, ha un costo importante per le aquile biancocelesti. I capitolini, infatti, perdendo si fanno raggiungere dalla Fiorentina e rimangono fuori dalle competizioni europee per la prossima stagione. Un fatto che riporta indietro nel tempo e mette in discussione tutto quello che è stato fatto dalla gestione Lotito degli ultimi anni.
Il precedente
Ali tarpate, la Lazio fuori dall’Europa: non succedeva da 10 stagioni


Senza Europa: l'ultima volta che la Lazio non si è qualificata
—Nelle recenti stagioni di Serie A, i tifosi italiani si erano abituati a vedere alcune certezze e conferme nelle zone alte della classifica, soprattutto per quanto riguarda le qualificazioni alle competizioni UEFA: Champions, Europa e Conference League. Tra i club quasi sempre presenti c'è la Lazio. Ma la parte biancoceleste della capitale ha dovuto costruire tanto in questi anni, partendo proprio da un'annata senza trovare sfide europee.
Si deve tornare alla stagione 2015-16, nonché snodo fondamentale per le Aquile. Sulla panchina biancoceleste c'è Stefano Pioli, arrivato la stagione precedente, quando ha conquistato un terzo posto che gli avrebbe permesso di giocare i play-off di Champions League. Un'annata che si apre con delle delusioni. Prima la sconfitta in Supercoppa italiana contro la Juventus, poi proprio l'eliminazione nel turno preliminare di Champions contro il Bayer Leverkusen. Va a giocarsi, dopo il ripescaggio, i gironi di Europa League che abbandonerà agli ottavi di finale contro lo Sparta Praga.

In campionato l'andamento è altalenante, con un periodo in cui la Lazio raccoglie solo due punti in sette giornate. Infatti, tra la decima e la sedicesima, i biancocelesti di Pioli ottengono cinque sconfitte e due pareggi. Il dramma stagionale si consuma nel derby della capitale del 3 aprile 2016. La Roma di Luciano Spalletti si impone per 4-1 sui rivali e il tecnico laziale viene esonerato. Al posto di Pioli entra Simone Inzaghi. Il nuovo allenatore non riesce però a entrare nella zona europea, nonostante quattro vittorie in sette partite. La Lazio non giocherà né in Champions né in Europa League.
Delusione e contestazione: di chi è la colpa?
—Quella biancoceleste è una piazza molto calda, la passione, così come la controparte giallorossa, porta il tifo a vivere la Lazio in maniera viscerale. La mancata qualificazione in Europa di questa stagione accende la polemica nell'ambiente dei capitolini.
Dopo otto stagioni con la squadra delle Aquile presente nelle competizioni europee, i tifosi non usciranno fuori dai confini nazionali. Un momento negativo, di cui molti cercano i principali responsabili. Nella Serie A 2024-25, gli uomini di Marco Baroni erano riusciti a stabilizzarsi tra terzo e quarto posto (posizioni valide per giocare la prossima Champions), soprattutto nella parte centrale della stagione. Tra la nona e la tredicesima, la Lazio, infatti, aveva ottenuto cinque vittorie consecutive, arrivando pure al secondo posto.

Il girone di ritorno, però, è contraddistinto da tanti pareggi in campionato che gli fanno perdere quota a dispetto delle dirette contendenti, tra cui la Roma che stava risalendo grazie alla nuova guida tecnica di Claudio Ranieri. Proprio i giallorossi strappano il pass per l'Europa League. Lazio che si vede beffata anche dalla Fiorentina: i Viola arrivano a pari punti, ma accedono in Conference per via degli scontri diretti a loro favore. Delusione anche per l'eliminazione ai rigori dei quarti di finale di Europa League contro il Bodø/Glimt.
I tifosi laziali, allo stadio e sui social, mettono tra i responsabili la gestione del presidente Claudio Lotito e l'area sportiva. La contestazione principale riguarda l'allestimento di una rosa che si è rivelata non essere all'altezza, con acquisti poco mirati. In discussione anche il lavoro di Marco Baroni, non certo di rimanere sulla panchina della Lazio.
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