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Lazio, i voti di una stagione tra alti e bassi: i top, i flop e il futuro

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Stagione con luci e ombre per i biancocelesti: spiccano Pedro, Rovella e la coppia d’attacco, mentre cali e incertezze penalizzano il rendimento complessivo
Giorgio Abbratozzato
Giorgio Abbratozzato

Con il settimo posto finale, la Laziochiude una stagione che ha alternato buone prestazioni a momenti di calo e incertezza. Alcuni giocatori hanno brillato per continuità e spirito, altri si sono persi per strada dopo un avvio promettente. Tra conferme e sorprese, ecco l’analisi di fine anno dei protagonisti biancocelesti.

Lazio, top e flop: ecco gli mvp dell'anno per la squadra biancoceleste

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Pedro – voto 8L’età avanza, ma lui continua a stupire. Pedro è stato ancora una volta un punto fermo della Lazio: sempre disponibile, sempre coinvolto, ha messo in campo tutta la sua passione e intelligenza calcistica, risultando spesso decisivo nei momenti più complicati. Uomo spogliatoio e simbolo di professionalità, si conferma uno dei giocatori più affidabili dell’intero campionato.

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Rovella – voto 8È stata la sua stagione della consacrazione. Pulito, lucido, maturo: Rovella ha saputo prendersi le chiavi del centrocampo biancoceleste con personalità, fino a guadagnarsi anche la fiducia di Spalletti e diverse convocazioni in Nazionale. Visione di gioco e senso della posizione lo rendono un elemento da cui ripartire senza alcun dubbio.

Día e Castellanos – voto 7Non saranno due attaccanti dai mezzi fisici straordinari, né hanno un tiro devastante, ma tecnica e intelligenza li rendono una coppia più che interessante. Hanno combinato per 19 gol e 6 assist in stagione: numeri che non fanno gridare al miracolo, ma che raccontano di un apporto comunque positivo. Si può chiedere di più, certo, ma non si può dire che abbiano deluso.

Top o flop? L'analisi delle note stonate di un’annata a due facce

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Nuno Tavares – voto 5,5Ha iniziato la stagione con grande slancio, collezionando ben 8 assist, sfruttando al meglio la sua corsa e la sua potenza fisica. Ma nella seconda parte dell’anno si è spento. Il suo contributo offensivo è calato vistosamente, e con esso anche la sua incisività. Una stagione che lascia l’amaro in bocca, perché il potenziale resta evidente ma poco espresso.

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Le seconde linee – voto 4Uno dei grandi limiti della stagione biancoceleste è stato il mancato apporto delle alternative offensive. Tra Tchaouna, Isaksen e Noslin nessuno è riuscito davvero a lasciare il segno, nonostante le aspettative fossero tutt’altro che basse. Il più convincente è stato Isaksen, ma anche nel suo caso il contributo è stato troppo intermittente per definirlo sufficiente. Una rotazione poco affidabile che ha pesato nei momenti in cui i titolari avevano bisogno di respiro o supporto.

Considerazioni sulla guida tecnica e bilancio finale

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Baroni – voto 6Non è ancora certo che sarà lui a guidare la Lazio anche nella prossima stagione, ma il lavoro di Marco Baroni si è visto eccome. La squadra, pur tra difficoltà, ha mostrato tratti di ottimo calcio e ha chiuso al settimo posto. Un risultato tutt’altro che banale. Trovare un tecnico che riesca subito a migliorare quanto fatto quest’anno non sarà facile. Il suo lavoro merita considerazione, potrebbe essere lui l'uomo giusto per migliorare questo posizionamento.

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La Lazio ha vissuto un’annata meno esplosiva di quelle passate, ma comunque dignitosa. Ha costruito una base solida su cui lavorare e ha visto crescere alcuni elementi chiave. I margini per fare meglio ci sono, ma ripartire da ciò che ha funzionato potrebbe essere la chiave per alzare l’asticella nella prossima stagione.