Con una retrocessione ormai scritta da settimane, il Monza chiude una stagione amara, disordinata e priva di identità. I cambi in panchina non hanno portato i risultati sperati, e la società ha scelto la via del ridimensionamento già a gennaio. Tra errori evidenti e qualche timido segnale, ecco l’analisi di fine stagione biancorossa.
Le pagelle
Monza, resa anticipata: promossi, bocciati e l’incognita futuro

Allenatori in panna in un Monza mai competitivo
—Sia Nesta che Bocchetti in panchina non hanno mai davvero acceso la squadra. Mancanza di equilibrio tattico, rotazioni offensive continue, nessuna identità chiara: la stagione del Monza è stata una lunga ricerca della quadra, mai trovata. Entrambi gli allenatori si sono trovati spesso a dover gestire situazioni complicate, ma non sono riusciti a dare nemmeno un barlume di competitività alla squadra. voto 4

Monza, una società senza visione a breve termine
—Se in campo il Monza ha faticato, fuori dal campo la società ha alzato bandiera bianca a metà stagione. Le cessioni di Maldini e Djuric nel mercato invernale hanno tolto alla squadra due riferimenti importanti, sia tecnici che emotivi. È stata una scelta di resa o di strategia a lungo termine? Forse Galliani e soci hanno già iniziato a programmare la Serie B, ma solo il tempo dirà se questa decisione sarà stata coraggiosa o disastrosa.il voto per questa stagione è 3
Chi ha provato a non mollare: Dani Mota e Keita Baldé
—Nel deserto offensivo del girone di ritorno, gli unici a provare a dare un minimo di scossa sono stati Dani Mota e Keita Baldé. Non hanno fatto miracoli, e le loro prestazioni non sono bastate a invertire la rotta, ma almeno hanno provato a tenere in vita la squadra con qualche iniziativa e sprazzo di qualità. In un contesto così povero di idee, il loro tentativo va riconosciuto, anche se il voto resta insufficiente. 5

Bilancio amaro e prospettive incerte
—Il Monza ha pagato una mancanza di programmazione e una gestione tecnica confusa, con troppi cambi, poche certezze e una rosa che ha perso motivazioni e qualità nel momento più delicato. Ora, in Serie B, servirà ripartire con basi più solide, a partire da una guida tecnica credibile e una società disposta a credere davvero in un progetto.
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