derbyderbyderby calcio italiano What If, il passato che cambia il presente: Napoli-Milan e una Champions tinta d’azzurro

L'episodio

What If, il passato che cambia il presente: Napoli-Milan e una Champions tinta d’azzurro

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Tornando indietro nel tempo, cosa sarebbe potuto accadere se Kvaratskhelia avesse siglato il rigore decisivo e il Napoli avesse avuto la possibile di proseguire il suo cammino europeo?
Alessia Bartiromo
Alessia Bartiromo

Il 18 aprile 2023 la primavera non si è ancora affacciata all'ombra del Vesuvio. Strano, perché a Napoli c'è sempre il sole, che intimidito scalda tiepidamente un grande giorno. I tifosi azzurri lo attendono da tanto, troppo: i quarti di ritorno di finale di Champions League, tra le mura amiche. Napoli e Milan si danno appuntamento allo stadio Maradona, per ribaltare un risultato che all'andata è stato come sale su una ferita.

Due ko contro i rossoneri in pochi giorni, il primo clamoroso con la testa all'Europa che conta e il secondo, a San Siro per la gara di andata piuttosto sfortunata con la rete di Bennacer, l'assenza di Osimhen e il rosso ad Anguissa al 73'. Adesso però, c'è una città intera a caccia di un altro sogno, che sarebbe clamoroso nello stesso anno in cui la piazza sta ricorrendo anche quello di un tricolore che manca da ben 33 anni.

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Napoli e Milan si sfidano al Maradona: quegli 11 metri che sorridono

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Cosa è successo quella sera nella realtà lo sappiamo bene. I rossoneri riescono a strappare un pari tra decisioni arbitrali dubbie, il rigore sbagliato da Kvaratskhelia, pali, traverse e un'altalena di emozioni. Ma, tornando indietro nel tempo, cosa sarebbe potuto accadere se il 77 azzurro avesse siglato il rigore decisivo e il Napoli avesse avuto la possibile di proseguire il suo cammino europeo?

In un incredibile sliding doors, proiettiamoci proprio al minuto 82': il georgiano si porta sul dischetto e davanti a sé ha lo specialista Maignan. Ma Kvara non è solo, ha dalla sua la forza dei 55.000 dello stadio Maradona. L'entusiasmo della tifoseria si spegne per un minuto, in rigoroso silenzio: ansia mista a tensione, mista ancora alla resilienza di chi non vuole proprio mollare la presa e ribaltare il risultato. Tre, due, uno, Khvicha chiude gli occhi e li riapre al boato dello stadio, con la palla nel sette. A completare la missione, per una notte da sogno ci pensa Osimhen al 93', pronto a far partire la festa di Fuorigrotta: il Napoli è in semifinale di Champions.

La semifinale contro l'Inter e il sogno Champions che continua

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Dopo la sfida tra il Napoli e il Milan, gli azzurri sono ben focalizzati sull'obiettivo, pronti a non commettere più gli errori del precedente turno, a non dare più nulla per scontato. Di fronte a sé per la doppia semifinale c'è l'Inter, non solo contendente in campionato ma la squadra da battere, tra le più focalizzate per la conquista della Coppa dalle grandi orecchie. Questa volta si gioca prima al Maradona, poi a San Siro. L'entusiasmo è alle stelle e gli azzurri possono finalmente avere a disposizione la squadra al completo.

La presenza di Osimhen e Kvaratskhelia si sente: sono proprio loro che appongono il proprio sigillo sulla gara, che termina 2-0 per gli azzurri, pronti per gestire il successo nel ritorno di Milano. L'Inter vuole il ribaltone: passa in vantaggio con una punizione magistrale pennellata da Dimarco ma ci pensa il capitano Di Lorenzo a pareggiare i conti, con un colpo di testa al 61'. Il pari basta per inseguire ancora il sogno: è finale di Champions contro il Manchester City!

De Bruyne al veleno: 'Calendario intasato? A UEFA e FIFA non importa'

MANCHESTER, INGHILTERRA - 21 AGOSTO: Kevin De Bruyne del Manchester City in azione durante il match di Premier League tra Manchester City FC e Ipswich Town. (Photo by Michael Regan/Getty Images)

La festa di Istanbul e il doble azzurro

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Il Milan recrimina per un'occasione sprecata, l'Inter si lecca le ferite e il Napoli è in visibilio, insieme a tutta la città. Dopo aver conquistato il suo terzo tricolore, la squadra di Spalletti convoglia tutte le energie per dare il massimo nella notte di Istanbul il 10 maggio 2023. La città è in fermento: c'è il maxi schermo al Maradona, un altro a Piazza del Plebiscito, un altro ancora alla Rotonda Diaz. Un'intera flotta azzurra che vuole sospingere i suoi beniamini verso la conquista della Champions. Non sarà semplice: davanti, ci sono i campioni del Manchester City con Guardiola in panchina e Kevin De Bruyne leader indiscusso.

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All'11' la gara si mette già in salita: Haaland, che in passato avrebbe potuto vestire la maglia partenopea, sale in cattedra e dalla distanza beffa Meret. Ma nulla è ancora perduto, il Napoli ci crede e aumenta i giri. Al 42', la svolta: è rosso diretto per Rodri, dopo un bruttissimo fallo su Lobotka. In superiorità numerica, gli azzurri ci credono ancora di più e trovano il pareggio all'84' con una gran botta di Zielinski che si insacca alle spalle di Ederson. Quando tutti pensavano di andare ai tempi supplementari, ecco che la favola ha inizio: sul cronometro è il minuto 91, il primo di 5 di recupero. Cross dalla destra del capitano Di Lorenzo con le ultime energie e mezza rovesciata da sogno di Osimhen che fa esplodere lo stadio. Il brivido finale non manca: al 94' Kevin De Bruyne stampa la palla sulla traversa, con Spalletti che corre verso i suoi ragazzi in lacrime. Ora è realtà: il Napoli ha vinto la Champions League.

Sì, sarebbe stato meraviglioso per i tifosi azzurri che, molto probabilmente, non avrebbero così vissuto la successiva stagione di grandi patimenti. Forse però, tante cose sarebbero andate nello stesso modo: Spalletti avrebbe lasciato la panchina ancor più convinto di aver dato il massimo e sarebbe stato da una parte complesso poter alzare l'asticella ma dall'altra anche più facile proseguire serenamente, con gli introiti della vittoria in Europa. Niente paura: è il passato che plasma il presente e se quella sconfitta del Napoli al Maradona contro il Milan è servita ad arrivare dove il club azzurro è oggi, ne è evidentemente valsa ugualmente la pena.