“Der Klassiker” tra rivalità e prestiti: il Bayern Monaco ha salvato il Borussia Dortmund?
Marcel Sabitzer del Borussia Dortmund corre con la palla sotto pressione di Leon Goretzka del Bayern Monaco durante la partita di Bundesliga tra Borussia Dortmund e FC Bayern Monaco al Signal Iduna Park il 30 novembre 2024 a Dortmund, Germania. (Foto di Stuart Franklin/Getty Images)
In attesa del partita di domani, ritornano alla mente i fatti dei primi anni del nuovo millennio: quando i giallorossi hanno dovuto chiedere aiuto ai bavaresi.
Samuele Amato
Il calcio moderno è una questione economica. Business, legato allo spettacolo, alla passione del tifo e a dei movimenti finanziari di non poco conto. Dagli investimenti alle infrastrutture dei club - stadi di proprietà, centri sportivi, sedi amministrative - a quelli sul lato sportivo e all'allestimento di una squadra di campioni e talenti. Non è un caso che, nel giro del gioco del pallone, entrano anche sponsor, banche, fondi e creditori come attori protagonisti. Inevitabile che i rischi siano molti e anche pesanti.
Nel nuovo decennio - iniziato con la pandemia di Covid - si è assistito alla fragile trama finanziaria in cui molti club, dai più piccoli ai top mondiali, si sono iscritti negli anni. Ma è un mondo che si è costruito tra il tramonto del vecchio secolo e l'alba del nuovo millennio. Uno scenario di crisi, scampata, si è palesato nel cuore Mitteleuropatra il 2004 e il 2005. I protagonisti di questa storia sono le due big della Bundesliga tedesca: Bayern Monaco e Borussia Dortmund, che si affronteranno sabato 12 aprile nel Der Klassiker.
L'incoscienza: com'è nata la crisi del muro giallo
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Tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, le api prussiane si erano affermate nel panorama calcistico europeo. Nel giro di un decennio, il club di Dortmund ha vinto tre campionati tedeschi e la Champions League del 1997. Ma gli anni successivi a questi trionfi mostrano lo scheletro nell'armadio del Borussia Dortmund del presidente Gerd Niebaum e del direttore generale Michael Meier.
Come riporta nel suo articolo del 2020 per il The Athletic, Raphael Honigstein, la coppia alla guida del club vestfaliano aveva avviato una fase di spese folli. Secondo la ricostruzione del giornalista, citando il libro "Echte Liebe: Das spektakuläre Comeback des BVB" di Sascha e Frank Fligge, gli investimenti non da poco sull'organico della squadra e il piano di ampliamento e ristrutturazione del Westfalenstadion richiedevano ingenti somme provenienti dalla continuità sportiva. Cosa che, però, è mancata. Soprattutto quando il Borussia Dortmund non si qualificò alle due edizioni della Champions (2003/04 e 2004/05).
Il castello di carte costruito dal duo Niebaum-Meier poggiava su fondamenta precarie e che hanno cercato di nascondere. Sono stati due giornalisti del Süddeutsche Zeitung, importante quotidiano tedesco di base a Monaco di Baviera, a rivelare la situazione del club giallonero. Si parla di circa 200 milioni di euro di debiti. Il presidente e il direttore del Borussia Dortmund hanno, allora, tentato ogni trucco per salvare il salvabile.
Ma anche le mosse atte a tappare questo vuoto finanziario si sono rivelate controproducenti. Ad esempio - riporta Honigstein - lo stadio è stato venduto ad una banca con un rischioso finanziamento di "sale and lease-back"; nel mentre, una compagnia assicurativa deteneva i diritti marketing di stemma e nome del club; tra le altre cose, i vestfaliani dovevano sei milioni di euro tra imposte societarie e servizi di trasporto pubblico.
Una manna dalla.. Baviera!
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In tutta questa storia riguardante al Borussia Dortmund, i diretti rivali nel Der Klassiker hanno avuto una loro parte. Niebaum e Meier per due volte hanno sottratto dei giocatori contesi con i bavaresi. Prima spendendo 12,5 milioni di euro per Tomas Rosicky dello Sparta Praga. Poi inserendosi nella trattativa del Bayern Monaco per Sebastian Kehl, superando il club rivale nell'offerta a giocatore e al Friburgo. Acquisti di un certo peso economico, ma anche sportivo, vista la vittoria della Bundesliga 2001/02.
Ma, come raccontato prima, le criticità societarie non tardarono ad arrivare. Ed anche qui, il Bayern Monaco entra nel merito. Il Borussia Dortmund si era appoggiato al magnate immobiliare Albert Sahle, il quale aveva prestato 15 milioni di euro al club giallonero. Con la garanzia di restituire la somma con i diritti di trasferimento di Rosicky, il connazionale ceco Christoph Metzelder e il brasiliano Ewerthon. Sahle, tifoso bavarese - come riportato nel libro dei Fligge -, si presentò ad un'assemblea dei creditori per esprimere il suo disappunto sulle manovre delle api prussiane. Per il magnate, il club aveva continuato a vivere ben al di sopra delle proprie possibilità, indebitandosi continuamente con la prospettiva di eventuali entrate che però non sono mai arrivate.
Nella grande disperazione per la ricerca di fondi, Niebaum e Meier fecero di tutto (e il contrario di tutto). Ma la mossa che è rimasta nella memoria collettiva è andare a bussare alla porta dei rivali di sempre. Il duo prussiano va dall'allora direttore generale bavarese (che nel 2009 diventerà presidente) Uli Hoeness a chiedere un prestito di 2 milioni di euro per coprire uno stipendio mensile. Hoeness, già noto per aver aiutato altri club in difficoltà finanziaria, accettò con le seguenti modalità: senza interessi se restituiti entro le sei settimane, mentre dopo sarebbe scattato un tasso del 5%.
Il Bayern Monaco ha davvero salvato il Borussia Dortmund?
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La domanda che Honigstein ha usato come titolo del suo articolo per il The Athletic. E che, però, non ha una vera risposta definitiva. Nell'estate del 2005, il Borussia Dortmund passò nelle mani amministratore delegato Hans-Joachim Watzke, già tesoriere dal 2001. Il club prussiano salda il debito con il Bayern Monaco, compensando il resto con il cartellino di Torsten Frings, ceduto ai bavaresi la stagione prima per un totale di 9,25 milioni di euro.
Watzke passerà alla storia per l'uomo giusto al momento giusto del Borussia, arrivando a ricoprire la carica di CEO del club prima di un'eventuale bancarotta causata dalla gestione incosciente di Niebaum e Meier. La squadra delle api e il muro giallo hanno ricostruito negli anni, diventando quell'esempio virtuoso e attuale di modello sportivo basato sulla valorizzazione e l'acquisto di giovani profili. Una strategia sportiva che ha portato trofei e finali di Champions League a partire dagli anni Dieci.
Alle ore 18.30 di domani, sabato 12 aprile, andrà in scena il Der Klassiker. Il Bayern Monaco, reduce dalla sconfitta casalinga in Champions contro l'Inter, ritrova all'Allianz Arena i rivali del Borussia Dortmund - anche loro reduci dalla batosta europea inferta dal Barcellona. Una di quelle sfide che infiammano la Bundesliga e che, alla luce dei fatti raccontanti, è diventata più sentita dai tifosi. I prussiani gialloneri salvati dai bavaresi! - così, si dice. Una cosa che nemmeno Watzke ha mai accettato, arrivando a commentare così la scelta dei suoi predecessori: "Preferirei dormire sotto un ponte e mendicare piuttosto che chiedere aiuto al nostro più grande rivale".