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La nuova edizione del "Football Clubs’ Valuation Report" certifica ancora una volta la supremazia economica del calcio europeo, e in particolare della Premier League. In cima alla classifica dei club più ricchi con il più alto valore d'impresa troviamo il Real Madrid, che per la prima volta supera i 6 miliardi di euro di valore (€6,3 miliardi, pari a £5,2 miliardi). Dietro di lui, staccato di quasi un miliardo di sterline, c'è il Manchester City (£4,24 miliardi), seguito dal Manchester United (£4,2 miliardi). A completare la top 5: Barcellona e Bayern Monaco.
Nove dei primi 20 club in classifica sono inglesi. West Ham, Aston Villa ed Everton fanno il loro ingresso nei primi venti, beneficiando dell'enorme valore commerciale, dei diritti televisivi e delle entrate da matchday della Premier League. Il caso dell'Aston Villa è emblematico: il suo valore d'impresa è cresciuto del 42% rispetto all'anno scorso. Un'altra conferma del dominio economico inglese nel calcio europeo.
Valutare un club calcistico non è semplice: il valore effettivo è, in fondo, quello che qualcuno è disposto a pagare. Ma il metodo usato da Football Benchmark è piuttosto solido. Si basa principalmente sul metodo del multiplo dei ricavi operativi annuali, moltiplicati per un coefficiente tarato su club simili venduti o quotati in borsa.
Questo numero viene poi raffinato da un algoritmo proprietario che tiene conto di cinque parametri:
Il multiplo medio è cresciuto da 3.4 a 4.9 negli ultimi dieci anni, ma resta comunque la metà rispetto a quello usato per le franchigie NFL. In Nord America, infatti, fattori come stadi più moderni, assenza di retrocessioni e maggiori controlli sui costi rendono le squadre mediamente più appetibili per gli investitori.
Il report spiega anche perché club come il Newcastle, pur con grandi entrate (15º al mondo per ricavi secondo il Deloitte Money League), non figurano in classifica. Per essere inclusi, serve rientrare nei primi 50 per ricavi operativi e per ranking UEFA quinquennale, oppure nei primi 30 per follower social al 1° gennaio 2025. Il Newcastle, vincitore della Carabao Cup, non soddisfa (ancora) i criteri 2 e 3, ma la qualificazione alla Champions potrebbe cambiare presto le cose.
Nonostante la crescita del valore d'impresa, la maggior parte dei club nella classifica ha registrato forti perdite nella scorsa stagione. Il totale delle perdite aggregate tra i 32 club più preziosi d’Europa è stato di oltre £430 milioni, una cifra in calo rispetto al picco di quasi £2,3 miliardi del 2022, anno in cui il COVID aveva messo in ginocchio il calcio europeo. Andrea Sartori, CEO di Football Benchmark, sottolinea che “la redditività resta una sfida chiave”, soprattutto perché i costi delle rose sono cresciuti del 78% nell’ultimo decennio, contro un +72% dei ricavi operativi.
Tra le variazioni più rilevanti dell'anno si segnala il calo dell'enterprise value del Chelsea, l’unico tra i club più ricchi nella top 10 ad aver perso valore (-8% rispetto all’anno precedente). Ora il club londinese vale circa £2,5 miliardi, la stessa cifra pagata nel 2022 dal consorzio guidato da Todd Boehly. Diverso il discorso per il Manchester United: nonostante le difficoltà sul campo, il valore è cresciuto del 4% nell’ultimo anno, salendo a £4,3 miliardi. Un incremento che permette all’investimento di Sir Jim Ratcliffe, entrato con il 27,7% a inizio 2024 per £1,25 miliardi, di mantenere valore.
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