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Ajax, Everton e Inter: Van der Meyde ricorda “Con Mancini giocavo poco, con Moyes non c’era dialogo”

LONDON - SEPTEMBER 17:  Sol Campbell of Arsenal battles for the ball with Van Der Meyde of Inter Milan during the UEFA Champions League First Stage Group B match between Arsenal and Inter Milan at Highbury on September 17, 2003 in London. (Photo by Ross Kinnaird/Getty Images)

L’ex interista ha ripercorso alcune tappe del suo percorso calcistico in una diretta Instagram

Davide Capano

Andy Van der Meyde, 40enne ex giocatore di Ajax, Twente, Inter, Everton, PSV Eindhoven e Woonwagen Kamp Emmen, ha raccontato alcuni aneddoti della carriera in una diretta Instagram con footballstation.it. L’Ibrahimovic di Amsterdam, il suo arrivo a Milano, il rapporto “particolare” con David Moyes a Liverpool e i gol più belli tra i temi toccati.

“Si vedeva già che Zlatan - ha spiegato l’olandese - aveva qualcosa in più. E pensate che la sua esperienza all'Ajax non iniziò nel migliore dei modi, qualche atteggiamento sbagliato e diverse prestazioni incolori, i tifosi lo fischiavano. Poi uscì alla grande: sapevamo sarebbe diventato uno dei più forti".

Poi il passaggio sull’esperienza interista: “Il trasferimento all'Inter? Beh a dire la verità non volevo andare, non per i nerazzurri, ma perchè non volevo lasciare l'Ajax. Mi sentivo al top della condizione, ma Moratti offrì tanti soldi al club e la società stessa mi costrinse ad andare, dicendomi chiaramente come quella nerazzurra fosse un'offerta irrinunciabile e che anche io sarei andato a guadagnare un sacco di soldi. E così fu. Mantengo ancora splendidi ricordi. Il primo anno andò bene: cercavano un esterno per un semplice 4-4-2, avrei dovuto mettere cross per Vieri, e così fu. Con Mancini giocavo di meno, così decisi di cambiare aria”.

Il “cecchino di Arnhem” ha parlato pure degli anni inglesi: “In Inghilterra stadi pieni, la gente a Liverpool vive solo per il calcio. Calcio e birra, quello il loro segreto. L'Everton era una buona squadra, Arteta era già super, pure Cahill era determinante. Ebbi problemi che tutti sapete, Moyes non mi parlava, con lui, freddo e scozzese, il rapporto non decollò mai. Secondo me tecnico sopravvalutato, al Man United l'hanno mandato via dopo una sola misera stagione”.

I gol più importanti? “Quello di Roma con l'Ajax, in uno stadio pieno contro una squadra piena di grandi campioni come Totti e Cassano. Ma pure quello di Highbury: gran gol al volo, battemmo un Arsenal fortissimo, fu una notte incredibile, al ritorno trovai persino dei tifosi nerazzurri sotto casa che volevano fare festa insieme a me”.

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