DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

ddd

Vikash Dhorasoo: “Un derby in casa dell’Inter, stesso stadio ma un altro stadio, quanta ostilità, 1-0 per il Milan…”

BERGAMO, ITALY - MARCH 5: Milan's Vikash Dhorasoo (R) and Atalanta's Riccardo Montolivo clash during the Serie A match between Atalanta and Milan at Stadio Atleti Azzurri d'Italia, March 5, 2005, in Bergamo, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)

Il francese ricorda un derby in casa dell’Inter nella sua autobiografia: “Un’esperienza inedita in tribuna”. Poi confida: “Al Milan invece ho vissuto bene il mio ruolo di riserva”

Davide Capano

Vikash Dhorasoo, ex calciatore di Nazionale francese, Milan, Psg e Lione, tornato qualche mese fa agli onori della cronaca per la candidatura a sindaco di Parigi, svela nella sua autobiografia “Con il piede giusto” un aneddoto su un derby di Milano.

“Non ho mai avuto problemi al Milan – scrive – e non mi sono mai lamentato. Accetto il mio ruolo in rosa, è piuttosto comodo: se perdiamo, non mi sento responsabile per la sconfitta, e i tifosi non me la fanno pagare. E poi mi capita un’esperienza inedita: San Siro si veste di nerazzurro. Gioco nel mio stadio ma contro l’Inter, l’altro club cittadino… che gioca nel nostro stesso impianto. E quando si disputa Inter-Milan, tutto è uguale ma nulla è uguale. Arrivo allo stadio, nel mio stadio che non è più il mio. La fiducia è svanita. Quella sera, per il mio primo derby, sono in tribuna. Mi addentro nella cinta e non conosco davvero nessuno. Non riconosco niente. Gli addetti allo stadio non sanno chi sono e, peggio ancora, non mi amano. Sono interisti. Siamo comunque nel nostro spogliatoio… Io non gioco, ma sento l’ostilità persino nelle sale riservate ai vip. Il buffet è più semplice, e sono ancora più orgoglioso di essere milanista. Il Milan è open bar, ricco e di classe. 1-0 per il Milan. Di solito, giocare in trasferta è diverso. Di solito si cambia città, e quindi stadio, ed è molto più facile da gestire. Si gioca in casa di altri e si perdono i riferimenti. Il pubblico sostiene la propria squadra. È contro di noi. Si deve affrontare una squadra, una città e il suo pubblico, e bisogna resistere. È il gioco.

Poi il francese di seconda generazione ricorda: “Anche stare in panchina fa parte del gioco. Sono sempre stato un potenziale titolare. Fortunatamente direi, perché ero una pessima riserva. Quando finivo fuori dagli undici, la vivevo male. Al Milan invece ho vissuto bene il mio ruolo di riserva. Erano i patti quando ho firmato. Dovevo essere un vice Pirlo, ma alla fine sarò solo un vice Seedorf. In realtà, nemmeno: ho capito in fretta che a questi qua non avrei mai rubato il posto. Ero troppo indietro rispetto a loro. Ho amato quella situazione confortevole e ho giocato a sufficienza per essere felice e godermela. Mi sono davvero applicato e sono stato disciplinato. Ho anche rispettato i ruoli. Sono rimasto al mio posto e sono stato ricompensato. Ero un vero giocatore del Milan”.

Parola dell’oggi 46enne Dhorasoo. Un personaggio dai mille volti: cineasta, commentatore tv, giocatore di poker. Un rossonero che girava a Milanello con La Repubblica sottobraccio.

Potresti esserti perso