L'intervista

ESCLUSIVA Benfica-Sporting, Santos: “Gara decisiva, Otamendi e Hjulmand leader”

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Il giornalista ci ha parlato dell'importante incontro che può decidere il campionato
Stefano Sorce

C'è una partita che, in Portogallo, non è solo calcio. È identità, è storia, è passione che si tramanda di generazione in generazione. È il derby della Segunda Circular, la sfida tra Benfica-Sporting Lisbona. Un confronto che va oltre i novanta minuti, che accende cuori e divide famiglie, che trasforma Lisbona in un palcoscenico vibrante di emozioni contrastanti.

In questa stagione, il derby Benfica-Sporting assume un significato ancora più profondo. Con entrambe le squadre in corsa per il titolo, ogni azione, ogni gol, ogni decisione arbitrale può essere determinante. È una danza tra due giganti, un equilibrio sottile tra gloria e delusione.

Per aiutarci a entrare nel cuore di questo Benfica-Sporting, abbiamo il piacere di ospitare Tiago Santos, giornalista di TSF Radio Noticias. Con la sua esperienza e la sua profonda conoscenza del calcio portoghese, Tiago ci guiderà attraverso le storie, le tattiche e le emozioni che rendono unico questo incontro.

Pavlidis Benfica

Benfica-Sporting: La partita scudetto

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Tiago, iniziamo con quella che è senza dubbio una delle partite più attese dell’anno: Benfica-Sporting. Che tipo di partita ti aspetti, considerando che mancano solo due giornate e le due squadre sono in testa a pari punti? Sarà più una battaglia tattica o pensi possa essere una sfida aperta e spettacolare?

"Benfica-Sporting rappresenta un bivio per le due squadre: una vittoria in questa partita potrebbe consentire di laurearsi campioni senza dover attendere l’ultimo turno. Tuttavia, il tabellone sorride in particolare allo Sporting, che ha la possibilità di confermare il titolo nell'ultima giornata. È probabile che entrambe le squadre adottino un approccio cauto, considerando come il Benfica abbia preparato alcune delle sue partite più difficili in questa stagione contro avversari del calibro di Atlético Madrid, Barcellona, Juventus, Porto e proprio lo Sporting. Bruno Lage sembra sentirsi a suo agio con avversari che richiedono un gioco variegato, con la squadra pronta a gestire diversi momenti della partita".

"Il Benfica potrebbe quindi mostrarsi capace di decidere con precisione quando e dove pressare, con Kokçu che si abbassa o con una linea difensiva a tre, con Carreras schierato come difensore sinistro. Non mancheranno, inoltre, fasi di gioco più dirette, mentre la squadra potrà anche adottare una linea difensiva a cinque, con Akturkoglu a supporto del terzino o, nel caso sia titolare, Dahl come quinto difensore".

"Dall'altra parte, lo Sporting di Rui Borges ha ripreso l’idea del 3-4-3 pensato da Ruben Amorim, ma ha optato per ali più inclini al gioco difensivo e ai duelli. Negli ultimi mesi, la squadra ha fatto maggiore affidamento sulla profondità e sul gioco in velocità di Viktor Gyokeres, rispetto all'attacco posizionale che aveva caratterizzato l'inizio della stagione sotto la guida di Amorim. In questa fase, lo Sporting dipende fortemente dalle qualità individuali di Gyokeres, ma anche dall’ispirazione di giocatori come Trincão, in particolare quando si tratta di passaggi decisivi".

Guardando avanti all’ultima giornata, con il Benfica che affronterà il Braga e lo Sporting che giocherà contro il Vitória Guimarães, chi pensi abbia un piccolo vantaggio nella corsa al titolo?

"Lo Sporting ha il vantaggio di poter approfittare di un pareggio nella corsa al titolo per risolvere la questione nell'ultimo turno del campionato, in casa contro il Vitória. La partita del Benfica a Braga è più difficile, ma credo che il Benfica-Sporting deciderà chi vincerà il campionato. Non credo che se una delle due squadre ha bisogno di vincere, non ci riusciranno nell'ultimo turno".

Come si a questo Benfica-Sporting, partita cruciale, sia mentalmente che fisicamente? Noti qualche differenza nella forma o dal punto di vista emotivo?

"Il Benfica sembra attraversare una fase di maggiore fiducia e ha già dimostrato di saper gestire bene questo tipo di partite. Anche se ha ancora qualche difficoltà a gestire avversari che scendono in campo e richiedono più attenzione nella transizione difensiva. Nelle ultime settimane il Benfica ha dimostrato anche la sua abilità nell'attaccare i calci piazzati. Lo Sporting invece sembra continuare ad avere un gruppo di giocatori molto unito, un gruppo che ha dovuto affrontare la sorpresa dell'addio di Ruben Amorim, il passaggio all'allenatore João Pereira, un'ondata di infortuni e un nuovo allenatore come Rui Borges che inizialmente non ha avuto molto tempo per allenare a causa della sequenza delle partite. Lo Sporting ha a suo favore le qualità individuali di giocatori come Gyokeres, Trincão, Pedro Gonçalves e Hjulmand".

Viktor Gyökeres ha avuto una stagione straordinaria, piena di gol e tanta leadership. Ti aspettavi un impatto simile in Portogallo?

"Nessuno si aspettava che un giocatore del Coventry, con esperienze deludenti ai massimi livelli in club come il Brighton, potesse avere l'impatto che ha avuto Gyokeres. Fu una mossa rischiosa ma di grande valore per il team di osservatori del club. Questo giocatore ha caratteristiche che fanno la differenza in Portogallo, soprattutto per la sua stazza fisica, la velocità, la forza e la capacità di ripetere corse lunghe e brevi in ​​accelerazione per 90 minuti. In Portogallo sono pochi i giocatori che possono competere con lui nei duelli individuali".

"Sembra una persona con una mentalità forte, basta ricordare che ha giocato infortunato per diverse settimane questa stagione. Anche i numeri relativi all'impatto del giocatore sulla squadra sono cresciuti dal primo al secondo anno. Ha aggiunto i calci piazzati al suo arsenale, offrendo sempre più spesso una buona soluzione con le spalle alla porta nel gioco supportato, ricevendo la palla con una qualità migliore anche quando è sotto pressione. Un'evoluzione notevole per un giocatore ben al di sopra della media del Portogallo".

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Benfica-Sporting: Pavlidis e Belotti complementari, Hjulmand cruciale

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Anche Pavlidis ha disputato un’ottima stagione. Cosa ne pensi di lui?

"Pavlidis ha avuto difficoltà all'inizio della stagione, principalmente perché il contesto in cui si trovava non era ideale. Non è un giocatore che fa la differenza da solo, ma piuttosto un giocatore di squadra, capace di dare molto al gioco oltre alla sua abilità nel concludere a rete. In questo momento, è il giocatore della rosa del Benfica con la migliore capacità di tenere palla, definire con qualità quando accelerare il passaggio della palla o rallentare il gioco, nonostante sia un attaccante. In una squadra verticale come il Benfica, questo tipo di caratteristiche sono preziose. Credo che potrà fare il salto in uno dei cinque grandi campionati entro la fine della prossima stagione se continuerà a giocare a questo livello. Non credo che andrà via quest'estate e non mi sembra ancora il momento ideale per farlo".

Andrea Belotti è arrivato al Benfica con grandi aspettative, ma le sue prestazioni hanno diviso l’opinione pubblica. Secondo te ha fatto abbastanza o ci si doveva aspettare di più dal “Gallo”?

"Credo che Belotti stia esaudendo le aspettative dei dirigenti del Benfica. Si tratta di un attaccante grintoso, bravo ad attaccare gli spazi, capace di giocare in coppia, se necessario, anche con Pavlidis. Non era un giocatore noto alla maggior parte degli appassionati di calcio portoghesi, ma mi sembra che stia acquisendo fiducia e si stia avvicinando al livello mostrato al Torino. Credo che possa restare al Benfica e continuare a essere la riserva di Pavlidis".

Sempre in vista di Benfica-Sporting, parliamo di un giocatore che ha una grande importanza tattica: Hjulmand. Quanto è stato cruciale nel sistema dello Sporting? Lo vedi come uno di quei giocatori chiave che possono fare la differenza in una partita come questa?

"Il ruolo di Hjulmand è assolutamente cruciale. Negli ultimi anni lo Sporting ha avuto centrocampisti molto importanti, ma confrontando Morten Hjulmand, João Palhinha e Manuel Ugarte, lo svedese è, a mio parere, il più completo. Un leader dotato di un'eccellente presenza difensiva e di una grande calma con la palla anche quando è sotto pressione e gioca in Champions League. Ha un problema con il numero di cartellini gialli che riceve, dovuto in gran parte al modo in cui esercita la leadership della squadra e parla con gli arbitri. È un giocatore più che preparato a giocare in una squadra di alto livello. Un'altra incredibile scoperta dello Sporting, un giocatore che già conoscevo ma che non avrei mai immaginato potesse raggiungere questi livelli. Ha una grande personalità ed è un esempio all'interno del club".

Se dovessi nominare un giocatore dello Sporting e uno del Benfica che ti hanno sorpreso positivamente in questa stagione, chi sceglieresti? E dall’altra parte, uno per squadra che ti ha deluso rispetto alle aspettative?

"Il lato positivo è che al Benfica c'è Nico Otamendi. Da gennaio in poi le prestazioni sono migliorate notevolmente. Un leader che continua a giocare a grandi livelli e che ha aiutato la squadra in una stagione in cui Antonio Silva non è stato molto bravo. Vorrei anche sottolineare Álvaro Carreras, che è un giocatore di alto livello. In senso negativo Renato Sanches. Un acquisto senza senso, il ritorno in società di un giocatore che ha avuto molti problemi fisici e non è più in grado di giocare al livello dimostrato in passato. Nello Sporting, direi il talento di Quenda, che ha appena compiuto 18 anni. Un giocatore che si distingue nei passaggi, nel dribbling e nella lettura del gioco. Ottima nota anche Trincão. L'aspetto negativo è la cessione del portiere Kovacevic in prestito a metà anno".

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C’è un giocatore del Benfica che mi piace molto, si tratta di Kerem Aktürkoğlu. Qual è la tua opinione su di lui? Che tipo di profilo è e come lo vedi integrato nel sistema di Bruno Lage?

"Kerem Aktürkoğlu si è messo in luce a inizio stagione grazie a un numero insolitamente alto di gol e alla sua naturale facilità nel tiro. A metà annata ha però attraversato un periodo di flessione, al punto da perdere il posto da titolare. Nella parte finale della stagione è tornato su buoni livelli, confermandosi efficace. È un giocatore che rende al meglio quando inserito in un contesto di squadra che lo supporti, con compagni capaci di metterlo nelle condizioni ideali per esprimersi".

"Non si tratta di un calciatore particolarmente creativo, né è sempre lucido nelle scelte che compie in campo. Tuttavia, è uno di quelli che porta a termine il compito assegnato: si sacrifica in fase difensiva, può adattarsi a una linea a cinque e non si arrende mai, seguendo con disciplina le indicazioni tattiche. È particolarmente abile nell’attaccare la profondità e, in condizioni favorevoli, può garantire tra i 10 e i 15 gol a stagione".

In un Benfica-Sporting che si preannuncia piena di emozioni e con il titolo in palio, anche il carattere conta. Secondo te, chi sono i giocatori più carismatici e anche i più temperamentali di entrambe le squadre? Chi rischia di perdere la calma?

"I leader delle squadre sono Nico Otamendi e Morten Hjulmand. Hjulmand rimane fondamentale per l'equilibrio dello Sporting. In partite di questa portata, Ángel Di María porta con sé un'esperienza inestimabile nella gestione della pressione, mentre l'etica del lavoro e la costanza di Fredrik Aursnes e Álvaro Carreras sono risorse vitali per il Benfica. Per lo Sporting, Viktor Gyökeres è un punto di riferimento, un giocatore a cui i suoi compagni di squadra fanno riferimento nei momenti decisivi, un giocatore che dà tutto fino al fischio finale. Il nuovo portiere Rui Silva ha aggiunto la necessaria compostezza alla difesa".

Chiudiamo con una voce di mercato che ha fatto molto parlare: João Félix è stato accostato a un possibile ritorno al Benfica. Come vedresti un’operazione del genere? Sarebbe utile per il progetto attuale o rischierebbe di essere più nostalgica che funzionale?

"Per quanto riguarda João Félix, un ritorno al Benfica avrebbe senso solo se il giocatore fosse sinceramente determinato a trascorrere i prossimi anni in Portogallo e a giocare in Champions League. In termini di talento puro, rimane un giocatore fenomenale. Ma a questo punto, è giusto dire che João Félix ha bisogno del Benfica più di quanto il Benfica abbia bisogno di João Félix. Il percorso del club è stato chiaro: individuare e sviluppare talenti emergenti, circondandoli di leader esperti che ne sostengano la crescita. Il rapporto di mentoring tra Otamendi e António Silva o Tomás Araújo, e i ruoli ricoperti da Di María o Aursnes in una squadra giovane che include Trubin, Álvaro Carreras, Orkun Kökçü, Andreas Schjelderup e persino Pavlidis o Aktürkoğlu, tutti provenienti da campionati con caratteristiche molto diverse, la dice lunga sull'attuale modello del Benfica".