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Jesper Blomqvist OGGI manager-pizzaiolo

Pizza margherita e…caviale: mangiano così i clienti del locale dell’ex Milan Blomqvist a Stoccolma…

Jesper Blomqvist of AC Milan in action during the Serie A 1996-97, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

I racconti di Blomqvist, ex centrocampista di Milan, Parma e Manchester United: oggi ha un locale in Svezia, premiato dal Gambero Rosso, ma non dimentica Milanello e Maldini…

Davide Capano

“450 gradi per noi vuol dire più o meno la temperatura ideale per fare una pizza napoletana”. Comincia così la video-intervista rilasciata da Jesper Blomqvist ai colleghi del Corriere dello Sport. L’ex centrocampista svedese di Milan, Parma e Manchester United, oggi manager-pizzaiolo (dopo una dimenticabile esperienza da allenatore) al locale “450 Gradi” di Lidingö, comune di quasi 44mila abitanti situato nella contea di Stoccolma, racconta: “Abbiamo tanti italiani che vivono in Svezia e la prima volta che vengono da noi ordinano sempre la Margherita. Ma dopo… caviale, delizia qui in Svezia, pur se molto caro. Con questo facciamo una pizza con crème fraîche, un po’ di cipolla e limone. Forse la nostra più apprezzata, ma costa un po’ di più anche. I bambini vengono e vogliono la pizza hawaiana, però noi diciamo ‘No qui, non si mangia, devi immaginarti che c’è l’ananas sopra’”.

“La passione per il cibo – spiega il 47enne – è nata quando ho vissuto in Italia giocando con Milan e Parma. Così, tornato in Svezia, ho fatto un corso di cibo all’Università e lì ho trovato la stessa passione avuta per il calcio. Facciamo minimo 500 pizze al giorno, a volte anche 800. Qualche estate fa ho fatto anche il gelato, però il nostro locale è troppo piccolo per servire sia le pizze che il gelato e la fila diventava troppo lunga”.

 Mandatory Credit: Allsport UK /Allsport

Blomqvist ricorda poi i tempi milanisti: “Quando si andava in ritiro il mio scopo della settimana era mangiare la cena il giorno prima della partita. A Milanello per me era come andare quasi in un ristorante stellato, lì quando si pranzava dopo l’allenamento. Lì quando bevevano piccolo espresso, io bevevo un tè. Mi fa male veramente il cuore a pensare che non apprezzavo il caffè a quei tempi. Adesso sono ormai dieci anni che ho la macchina a casa ed è un vero piacere ogni mattina farmi un buon caffè. La prima volta che mangiavo il risotto lì a Milanello non capivo niente. Il motivo? Ero abituato al riso ‘cinese’, bianco e senza niente. Seduto allo stesso tavolo di Maldini gli chiedevo ‘Ma cos’è questo?’, la sua risposta? ‘Il miglior riso nel mondo!’ e io lì ridevo un poco. Però dopo un paio di volte l’ho capito bene e adesso è il mio piatto preferito se voglio cucinare qualcosa di buono a casa. Al locale vogliamo arrivare un giorno a fare la pasta e soprattutto il risotto, il mio sogno”.

Infine una battuta: “Inviterò tutta la squadra del Manchester dopo aver vinto l’Europa League”. A Milanello hanno sicuramente altre idee…

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