L'eliminazione dell'Inter dalla Coppa Italia per mano del Milan, la prossima sfida in campionato contro la Roma, il dopo-Ranieri, la lotta scudetto e i problemi della Juventus: in ESCLUSIVA Fulvio Collovati
Fulvio Collovati, ex colonna di Inter, Milan e Roma, nonché Campione del Mondo 1982, ha analizzato in esclusiva ai nostri microfoni quella che potremmo definire la fase cruciale della stagione calcistica 2024-2025. Un finale incandescente, in cui la Serie A resta apertissima su tutti i fronti: dalla corsa allo scudetto alla bagarre per l’Europa, fino ai tanti interrogativi legati alle panchine delle big.
L’Inter, reduce dalla delusione per il sogno Triplete svanito, è ancora in piena lotta per il tricolore e la Champions League, con il Napoli che non molla un centimetro. Domenica a San Siro arriva la Roma dell’ex Claudio Ranieri, pronto a salutare la panchina giallorossa: ma chi prenderà il suo posto? Occhi puntati anche su Sérgio Conceição, che potrebbe guadagnarsi la conferma al Milan in caso di successo in Coppa Italia, e su Tudor, alle prese con le prime difficoltà, alla guida della Juventus, dopo la sconfitta di Parma.
L'ha sorpresa più la vittoria del Milan o l'ultima settimana dell'Inter?
"Direi più dalla sconfitta dell’Inter. I derby si possono perdere, ma concedere 3 gol del genere in queste circostanze è davvero una sorpresa. Era reduce dalla sconfitta col Bologna, ma al di là di questo, l'Inter nelle ultime 4-5 partite disputate ha mostrato qualche fragilità in fase difensiva".
Prima la Roma, poi il Barcellona, la stagione dell'Inter entra in una fase decisiva: è solo una questione di stanchezza oppure rischia di chiudere a mani vuote la stagione?
"Questo rischio esiste, proprio come quando si parlava, forse troppo ottimisticamente, di Triplete. La possibilità di fare il Triplete c'era, ma c'è anche la possibilità di non vincere nulla. Bisogna considerare tutto. Non può essere stanchezza, o meglio, non può essere stanchezza fisica. Se la squadra fosse stata stanca fisicamente, non avrebbe reagito col Bayern Monaco e segnato due gol in pochi minuti. La stanchezza se c'è, è mentale. Col Parma era avanti 2-0, poi si è fatta rimontare. Sono stato anche io calciatore e sono convinto che una batosta del genere servirà da lezione alla squadra, ci sarà un'immediata risposta, soprattutto perché il campionato non è ancora finito".
In caso di vittoria della Coppa Italia, Conceiçao andrebbe riconfermato oppure il Milan deve ripartire da zero?
"Io non sono anti-Conceiçao, la squadra è quella lì. Se tu nomini un altro allenatore, alcuni dicono Allegri, altri dicono Ancelotti o Conte, non è detto che possa fare meglio. Il Milan è vero che ha avuto una stagione deludente, è 9° in campionato, ma potrebbe comunque vincere due trofei. È un paradosso: il Milan potrebbe vincere due titoli su quattro, mentre l'Inter potrebbe finire senza nulla".
La Roma può farcela per la Champions?
"Ranieri ha fatto un miracolo, è vero che la Roma è ancora a tre-quattro punti dalla zona Champions, ma ci sono troppe squadre davanti per un posto solo. Per me le prime tre, compresa l'Atalanta, sono già in Champions. La Roma dovrà affrontare l'Inter a Milano e poi altre partite difficili. Penso che possa ambire a qualificarsi per l'Europa League, ma la Champions sembra difficile, considerando anche gli scontri diretti tra le altre squadre in lotta, Lazio, Juventus e Bologna".
Chi sarà il dopo-Ranieri?
"La Roma ha bisogno di un numero uno. Non può prendere un prospetto, uno alla Thiago Motta. Deve puntare su uno come Ancelottio Mancini, un allenatore che esaudisca le richieste di una piazza esigente come quella di Roma".
Prima l'esonero di Motta, ora le prime difficoltà di Tudor: quale è il problema di questa Juve?
"La Juve ha fatto un mercato che, francamente, io non riesco a capire. Hanno preso 5-6 giocatori che, per me, non sono da Juve. Una volta la Juve andava a prendersi il meglio: chi era il miglior centravanti d’Europa, Trezeguet? Prendevano Trezeguet. Il miglior difensore era Cannavaro, andavano su Cannavaro; il miglior centrocampista Pirlo? Preso Pirlo dal Milan. Pogba? Stessa storia".
"Parliamoci chiaro: su 25 giocatori in rosa, forse 5 o 6 sono davvero da Juve. Bisogna tornare a quella mentalità lì, a prendere calciatori di livello assoluto. Se spendi, vai a prendere il numero uno nel suo ruolo. Chi è il miglior centravanti adesso? Osimhen? Vai su Osimhen. O un altro top? Vai a prenderlo. Devi ragionare così. E se c’è un giovane forte, come Leoni del Parma che ha giocato proprio contro di te, lo prendi in prospettiva. Ha 18 anni, certo, ma almeno ha personalità e potenziale".
Quello che non si può accettare è spendere 20-30 milioni per un giocatore di cui nessuno conosce nemmeno il nome, che vedi due volte in panchina e basta. Francamente, non riesco proprio a comprendere questa strategia".
Il Napoli, viste le recenti difficoltà dell'Inter e per il calendario più agevole, è favorito per lo scudetto?
"Io dico sempre 50-50. Il calendario del Napoli è sicuramente più favorevole rispetto a quello dell'Inter, che dovrà affrontare anche il Barcellona. Tuttavia, ogni partita ha una sua storia. Col Monza il Napoli ha vinto soltanto 1-0, quindi non è che stia dominando. Dico 50-50, perché alla fine tutto può succedere, lo scudetto potrebbe anche decidersi allo spareggio".
Nella stagione attuale sono saliti alla ribalta diversi allenatori emergenti: Vieira, lo stesso Chivu, come valuta l'operato delle nuove "leve"?
"Anche Motta ha fatto molto bene l'anno scorso con il Bologna, e Italiano sta facendo un ottimo lavoro lì. Però non bisogna avere fretta. Questi allenatori devono continuare a fare gavetta, accumulare esperienza. Chivu, ad esempio, allenava la Primavera fino a poco tempo fa. È troppo presto per metterli in panchina in grandi club come la Juve o il Milan. Devono costruire il loro percorso, e quando sarà il momento, allora potranno fare il grande salto. Alcuni di loro, come Italiano o Palladino, sono promettenti, ma devono fare esperienza prima di affrontare le grandi sfide".