Due anni. Sembrano tanti, eppure il ricordo di Sinisa Mihajlovic è ancora vivo, scolpito nei cuori di chi l'ha conosciuto, tifato, amato. Il 16 dicembre non è solo una data: è un momento di raccoglimento, un'occasione per stringersi nel ricordo di un uomo che ha saputo lasciare un'impronta indelebile, tanto sul campo da calcio quanto nella vita.
Il ricordo
Due anni senza Sinisa: “Il duro dal cuore buono”
Sinisa era un guerriero, un combattente. Lo era sul rettangolo verde e lo è stato fino all'ultimo, nella sua lotta contro la leucemia. Una lotta che ha affrontato senza nascondersi, con quella forza che solo chi ha il cuore grande può dimostrare.
LEGGI ANCHE
Era facile lasciarsi ingannare dalla sua immagine che poteva sembrare burbera, uno sguardo che non ammetteva repliche. Ma dietro quella corazza c'era un uomo capace di amare intensamente: i suoi figli, la sua famiglia, i suoi amici, i suoi ragazzi in campo. Sinisa era il duro dal cuore buono, proprio come canta Ligabue, e chiunque abbia avuto la fortuna di incrociarlo non può dimenticare quella miscela di rigore e umanità.
Un campione capace di rendere arte un calcio piazzato, un allenatore che sapeva far breccia nel cuore dei propri giocatori. Eppure, ciò che resta è altro: il coraggio con cui ha affrontato la malattia, la dignità con cui ha condiviso le sue fragilità, diventando un esempio di forza anche nei momenti più bui.
Nel giorno del secondo anniversario della sua scomparsa, il destino ha voluto che si affrontassero due delle squadre alle quali Sinisa ha donato amore e talento. Ad illuminare i 22 protagonisti di Lazio-Inter sarà la sua stella. Una stella che non ha mai spesso di brillare e che vive nel cuore di chi lo ha conosciuto, di chi lo ha ammirato; nei ricordi, nei racconti, nei sorrisi e nelle lacrime di chi lo ha amato. Ciao Sinisa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA