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Il doppio ex Ruben Sosa: “La Lazio non è una sorpresa, l’Inter può vincere tutto”

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El Principito Ruben Sosa gioca Lazio-Inter: il doppio ex della sfida dell'Olimpico va dritto al punto: "I biancocelesti non sono una sorpresa, i nerazzurri possono vincere tutto"...
Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

Tra i doppi ex del posticipo della 16ª giornata di Serie A tra Lazio ed Inter, c'è anche Ruben Sosa. L'ex attaccante uruguaiano arrivato in Italia nel 1988 dal Real Saragozza, ha ripercorso in ESCLUSIVA ai nostri microfoni, i bei momenti vissuti sia con la maglia biancoceleste (1988-1992), sia con quella  nerazzurra (1992-1995), soffermandosi anche sui risultati recenti delle due compagini che si daranno battaglia allo Stadio Olimpico, a partire dalle 20:45.

"La Lazio mi ha portato in Italia, devo tanto all'Inter e a Pellegrini"

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UNA CARRIERA DI LIVELLO - "Ho giocato con diverse squadre nel corso della mia carriera. Ho giocato col Nacional, che è la squadra che tifavo da bambino, ho giocato col Borussia Dortmund. Lazio ed Inter mi hanno reso entrambe felice. Alla Lazio ho vissuto quattro anni bellissimi, ho segnato tanti gol (47 in 140 presenze), mi son trovato bene con tutti i compagni, con Paolo Di Canio, con il capitano Gabriele Pin, è stata la squadra che mi ha portato in Italia; poi sono andato all'Inter dove ho vinto una Coppa Uefa. Non per qualcosa, ma all'epoca quando arrivai a Roma, la Lazio era reduce dalla Serie B, l'Inter è stata la squadra più forte in cui io abbia mai giocato. Giocare all'Inter per me era come se giocassi col Real Madrid o alla Juventus".

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LA LAZIO, IL FLAMINIO E I GOL ALLA ROMA - A causa dei lavori di ristrutturazione dello Stadio Olimpico in vista dei Mondiali di Italia '90, nella stagione 1989-1990, Lazio e Roma disputarono le partite di campionato allo Stadio Flaminio, un impianto sportivo che è rimasto nel cuore di Ruben Sosa: "Ho amato e amo ancora oggi quello stadio perchè era piccolino, i tifosi, la curva erano vicinissimi al campo. Dell'esperienza alla Lazio ricordo i numerosi derby contro la Roma, i tifosi mi spiegarono l'importanza di quella partita e per me segnare contro di loro (3 gol in 8 partite), era come vincere uno scudetto".

L'INTER E IL RAPPORTO CON PELLEGRINI - "Ernesto Pellegrini mi portò all'Inter, poi ho avuto anche Massimo Moratti come presidente. Due bravi dirigenti, sono diventato amico di entrambi, anche se con Pellegrini ho avuto un rapporto diverso, mi sentivo un figlio per lui. È stata un'esperienza fantastica, mi sono trovato bene con i tifosi e poi giocare e segnare al Meazza davanti a 60-70.000 spettatori è stato straordinario. San Siro è come il Maracanà per i brasiliani. Durante quelle stagioni pareggiammo e battemmo il Milan del trio olandese, Van Basten, Gullit e Rijkaard".

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LA LAZIO NON È UNA SORPRESA - "Non sono stupito del campionato che sta facendo la Lazio. Non parliamo più di una squadra che deve lottare per restare in Serie A come succedeva ai miei tempi. La Lazio non è una sorpresa, è forte, ha raccolto dei risultati importanti in Europa League, sta facendo bene, è una grande e può tener testa a squadre come l'Inter, il Napoli, la Juventus".

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L'INTER PUO' VINCERE TUTTO - "Quando giochi nell'Inter devi cercare di vincere tutto, campionato, Coppa Italia e Champions League. Il secondo posto non esiste, devi competere per vincere tutto, poi magari vinci soltanto il campionato, ma devi provare ad arrivare in fondo a tutto. Ai miei tempi cercammo di far bene il campionato, ma poi vincemmo la Coppa Uefa. Triplete? Bisogna considerare anche gli infortuni, a volte la fortuna gioca un ruolo determinante, perchè non è semplice disputare così tante partite durante l'anno, ma l'Inter è una squadra forte che può vincere tutto".

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