Buon Compleanno Luca: Ci Manchi!

Ciao Gianluca. Come stai? Com’è da lassù? Da quella parte del cielo dove si finisce solo se si è stati davvero capaci di lasciare qualcosa di bello quaggiù. È il tuo compleanno oggi, e come direbbe il tuo amico Massimo Mauro, non ti stiamo commemorando. Ti stiamo festeggiando. Perché chi ha vissuto con dignità, forza e bellezza non si ricorda con la testa bassa, ma con il cuore gonfio.

Non sei stato solo un campione. Sei stato molto di più. Sei stato un esempio. Un uomo con la schiena dritta e il sorriso aperto, che ha affrontato la malattia più crudele con una forza serena, quasi sovrumana. Hai trasformato la paura in speranza, il dolore in bellezza. E lo hai fatto senza urlare, senza chiedere applausi, senza mai cercare il centro della scena.

Sorridevi. Sempre.

Con quello sguardo fiero, ma mai arrogante. Elegante, ma mai distante. Forte, ma mai duro. In te convivevano la leggerezza di chi ha capito la vita e la profondità di chi l’ha vissuta tutta, fino in fondo.

Hai camminato accanto a noi, senza mai farci sentire piccoli. Hai mostrato che si può guidare anche con il silenzio, con lo sguardo, con l’esempio. Ti seguivano tutti, Gianluca, e non perché lo pretendevi, ma perché era naturale farlo. Avevi quella luce che pochi hanno. Una luce discreta, ma potente.

Oggi ti immaginiamo su un campo di calcetto un po’ speciale, a giocare con gli amici che se ne sono andati troppo presto. Con Scirea, con Mihajlovic, con Paolo Rossi, con Astori e Diogo Jota, due che hanno lasciato il campo della vita troppo presto. Chissà se Boskov vi rimette ancora in riga a bordo campo.

Hai visto la tua Sampdoria? Ha lottato, ha sofferto, ma si è salvata. Forse l’hai aiutata tu da lassù, con quel pizzico di magia che portavi in campo e fuori. E la tua Cremonese, la tua prima casa, il tuo primo amore calcistico, è tornata in Serie A. Sembrava tutto scritto, come un messaggio sottile, come se fossi ancora lì a mettere il cuore in campo.

E l’Italia? Quella che hai portato fino in cima all’Europa insieme a Roberto, con quell’abbraccio a Wembley che nessuno dimenticherà mai… ora è in bilico di nuovo. Senza guida, senza certezze. E quanto ci manchi. Quanto farebbe comodo la tua mano sulla spalla di Rino (Gattuso, ndr) , la tua voce ferma ma gentile, la tua capacità di farti seguire senza dire una parola di troppo. Avevi il dono di convincere senza mai costringere. Con te accanto, tutto sembrava possibile. Anche vincere senza paura.

Tu non hai mai messo pesi sul cuore degli altri. Li sollevavi, i cuori. Li alleggerivi. E questo lo ricordano tutti. Nessuna curva ti ha mai fischiato, nessuno stadio ti ha mai mancato di rispetto. Tutti, anche i rivali, ti hanno voluto bene. Perché la tua grandezza andava oltre le maglie, oltre i gol, oltre i trofei.

Hai lasciato in eredità un modo di essere uomini. E questa è la vittoria più grande.

Hai insegnato che la vita, anche quando fa male, va vissuta con grazia. Che si può perdere tutto, tranne la dignità. Che si può combattere, senza mai diventare amari.

E oggi, Gianluca, in questo giorno che ci spinge a guardare in alto, ti festeggiamo così: con un sorriso un po’ bagnato, con un pensiero che sa di malinconia ma anche di gratitudine.

Buon compleanno, Capitano gentile.

Ovunque tu sia, continua a sorridere.

Noi, qui sotto, non smetteremo mai di ricordarti.

E di volerti bene.