Un fiume in piena. La Senna che travolge tutto ciò che incontra, la Tour Effeil che dopo essersi eretta sopra l'Europa si prepara a vedere il resto del mondo dall'alto. Il PSG è infermabile, non si risparmia e non risparmia nemmeno i rivali - stavolta tocca al Real Madrid. I parigini battono i Blancos per 4 a 0 e approdano in finale del Mondiale per Club, dove affronteranno il Chelsea. Ma ancora una volta sembra chiaro che la squadra di Luis Enrique sia di un altro livello: per gli avversari è diventato un incubo affrontarli.
Mondiale per Club
Profondo “Rouge-et-Bleu”: il PSG schianta il Real Madrid per 4 a 0 e vola in finale


Dominio PSG: Real Madrid annullato
—Bastano quattro minuti per far suonare il campanellino d'allarme in casa Blancos. La difesa della squadra di Xabi Alonso subisce due offensive in pochissimi minuti: prima Fabian Ruiz con un sinistro a giro, poi Nuno Mendes. Ma sui due si fa trovare pronto Thibaut Courtois. Ma non può nulla un minuto dopo: al sesto minuto è proprio Fabian Ruiz a siglare il primo gol della semifinale di questo Mondiale per Club - complice la disattenzione di Raul Asencio e la solita grande pressione aggressiva di Ousmane Dembele.
Quel pressing lì è diventato il marchio di fabbrica sia dei parigini di Luis Enrique che dello stesso Dembele. Tanto che al nono minuto l'attaccante francese riesce a strappare la palla ad Antonio Rudiger e, libero, va a battere in rete. Il cronometro dice 8 minuti e 14 secondi, il tabellone recita PSG 2, Real Madrid 0. La partita è ancora lunga, eppure sembra che i madrileni non possono fare molto. Quei 10 minuti sono l'ennesimo manifesto dello strapotere Rouge-et-Bleu.
Un copione che si ripete anche intorno al 24esimo minuto con uno scambio veloce tra Dembele e Achraf Hakimi che si ritrova in campo aperto e mette al centro dell'area il pallone per il 3 a 0 firmato da Fabian Ruiz, che segna così la sua personale doppietta.
La musica non cambia nemmeno nel secondo tempo. Per il Real Madrid è una Highway to Hell, per il PSG è una Stairway to Heaven. Il punto esclamativo lo mette Gonçalo Ramos all'87esimo: 4 a 0 per i parigini sui madrileni, ennesima finale conquistata per Luis Enrique.

Mbappé tormentato dal passato
—Un passo indietro di un anno e le scene estive se le prende Kylian Mbappé che firma per il Real Madrid, lasciando il PSG dopo sette stagioni. I pensieri di tutti sono chiari: i Blancos sono probabilmente la squadra più forte. Ma la stagione si è rivelata diversa, con i madrileni che vedono perdere in Spagna contro il dominio blaugrana di Lamine Yamal, mentre in Europa sono i Rouge-et-Bleu a stravincere.
Mbappé si ritrova con zero titoli alla prima stagione nel club dei suoi sogni e vede la sua ex-squadra dominare. A Parigi sembra anche quasi un sollievo - a distanza di un anno - non vedere più il campione del mondo francese in campo del Parco dei Principi. Il primo incrocio col suo passato è stato un incubo. Un 4 a 0 che pesa tanto e che mette in luce una "non-prestazione" da parte di Kylian Mbappé, complice anche la condizione fisica non al meglio.

Tuttavia, potrebbe rischiare di vedere il suo vecchio club vincere davvero tutto in questa stagione: dopo la Champions League, ora anche questo nuovo Mondiale per Club. L'allenatore dei Blancos dovrà ora tornare a lavoro per preparare al meglio la stagione che verrà e ritrovare la miglior forma di Kylian Mbappé (che nonostante gli zero titoli è capocannoniere della Liga).
La Belle Époque del Paris
—Sono stati anni in cui si è visto il PSG costruire squadre di stelle, al pari del Real Madrid che negli ultimi due decenni ha conquistato sei Champions League. Ma forse non si è mai visto un Paris Saint-Germain giocare così, nemmeno con il tridente Mbappé, Messi, Neymar. Dopo anni di dominio in Francia e le delusioni in Europa, i Rouge-et-Bleu di Nasser Al-Khelaifi si sono presi la scena.

Luis Enrique ha plasmato la squadra esattamente come la voleva lui, lo ha fatto con giocatori funzionali - seppur con talenti della scena calcistica mondiale - alla sua filosofia tattica. Vedere giocare il PSG è divertente: calcio offensivo e propositivo, pressing organizzato e aggressivo, qualità tecnica e giocate stellari. Ousmane Dembele è autore di una stagione stratosferica, la genialità di Khvicha Kvaratskhelia, la velocità di Achraf Hakimi, la tecnica di Desire Doue, l'intelligenza di Fabian Ruiz, la geometria di Joao Neves - e altro ancora. Tutto funziona alla perfezione e, al di là dei singoli, la squadra propone un gioco corale.
Tutta la seconda parte della stagione ha impressionato gli appassionati di questo sport. Il PSG sembrava giocare diversamente. Ma forse non tutti si sono accorti che fossero una vera superpotenza: anzi sembra che se ne siano accorti solo durante la finale di Champions League, quando i parigini hanno schiantato l'Inter per 5 a 0. Da lì in poi, si è capito gradualmente che portata avesse la squadra di Luis Enrique. Prima l'Atletico di Simeone, fatto fuori con un 4 a 0 senza storia, poi l'Inter Miami e quell'incrocio con Leo Messi. Infine, il PSG ha deciso di esagerare anche contro il Real Madrid.
A poco più di un mese dalla partita di Monaco di Baviera, il Paris conquista un'altra finale. Dovrà affrontare il Chelsea di Enzo Maresca, che sta dimostrando di essere una grande squadra, tornando a giocare ad alti livelli dopo stagioni deludenti. Ma i londinesi si troveranno davanti una squadra fenomenale, che vuole affondare chiunque in un Profondo Rouge-et-Bleu.
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