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Bruno Bernardi ha chiuso il taccuino e ha spento le sigarette: il saluto ad un maestro di giornalismo garbato

Bruno Bernardi è mancato a 79 anni

La scomparsa di Bruno Bernardi

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Notizie? Novità? Informazioni? Era il codice Bernardi. Bruno ha chiuso il taccuino a 79 anni, non stava bene da un pezzo. Ci siamo frquentati dal 1974 al 2010, e dal 1992 a «La Stampa». Il suo giornale. Se Camin era poesia, Bruno era prosa. Non evase mai dal domicilio di cronista, scelta che non gli impedì di scrivere libri di calcio, sui calciatori: da «I tre re della Signora» (Boniperticharlesivori) a Pinturicchio, da Pavel Nedved a Gigi Riva, citatissimo. Juventino e sivoriano nato sotto il segno del Toro, a calcio aveva giocato. E dal momento che il savoir faire a volte non basta, ricorreva con sobrietà al faire savoir. Fece del telefono fisso una fissa, in tempi in cui i cellulari erano tutt’altra roba. Marcava i giocatori e i giornalisti che marcavano i giocatori. Non graffiava: indagava, riferiva, spiegava. Per questo, tutti lo rispettavano e molti lo amavano. Cominciò come assistente di Vittorio Pozzo, che de «La Stampa»  era l’inviato di punta, finì al desco di Aldo Biscardi.

Giovanni Arpino gli dedicò un ritratto memorabile in «Azzurro tenebra», storia dell’estate del nostro tormento: «Aveva un volto di bambino consunto, dove il rosa e il tenero andavano componendosi in rughe precoci». Bibì, e chi se non lui? Fumava mille sigarette, faceva l’alba col tresette (Sandro Ciotti ed Enrico Ameri permettendo), batteva i marciapiedi a caccia di un titolo. Noi lo si prendeva in giro, Bruno ci stava. E non mollava: né la parte né lo spartito.

Nel 1994, al Mondiale americano, gli prese un coccolone al cuore. Era di stanza a Los Angeles, ebbe la fortuna, nella sfortuna, di stramazzare a pochi metri da un ospedale cardiologico a cinque stelle. Prima di operarlo, ci confessò, controllarono i battiti della carta di credito. E anni dopo, quando tornammo sull’argomento, disse che, ogni tanto, gli arrivavano ancora, dalla California, le note di punture dimeniticate, dollari 4,5 l’una. Usa all the mail.

Ha vissuto l’epoca di un giornalismo di grande fermento e di grandissimo movimento. L’ha accompagnato da testimone, attento a non strappare la scena ai protagonisti. Lo spogliatoio era il suo regno, la partita il suo leggio (mai il suo pulpito). Che la notizia ti sia lieve, Bibì.

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