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Derby di Belgrado, il Partizan si difende: “Non saremo una nuova Atalanta-Valencia, capienza ridotta di un terzo”

Tifosi al derby di Belgrado e distanziamento...

Il dg del Partizan Milos Vazura: "All’inizio non avevamo pubblico, poi abbiamo potuto ospitare solo 1.000 tifosi e adesso possiamo ospitare il corrispettivo di un terzo della capienza. Il ritorno è stato graduale"

Redazione DDD

Dopo il derby vinto 1-0 sulla Stella Rossa nella semifinale di coppa di Serbia, “Si Gonfia la Rete” ha intervistato il direttore generale del club bianconero Miloš Vazura: "Non vedevamo l’ora che il campionato riprendesse e tornassimo finalmente ai nostri impegni sportivi. Abbiamo lavorato con personale e capacità ridotta durante il picco della pandemia, e mi riferisco ai servizi finanziari e al settore amministrativo, ma il Partizan è veramente il Partizan solo quando ha il suo pubblico allo stadio. Quanto ci mancasse il calcio lo si è potuto vedere già dalla gioia che abbiamo provato entrando per la prima volta allo stadio di Humska per le partite di allenamento in cui avevamo già potuto avvertire l’entusiasmo della gente. Non vediamo l’ora di continuare la stagione, soprattutto perché adesso il Partizan è in finale di Coppa di Serbia, dove affronterà il Vojvodina, e soprattutto dopo aver eliminato il nostro più grande rivale, la Stella Rossa”.

E'  stata garantita la sicurezza dei tifosi o forse si sarebbe dovuta prendere qualche misura di maggior restrizione? “Innanzitutto, bisogna sottolineare che c’erano 15.600 persone allo stadio, non 25.000 come è stato scritto in tutto il mondo. Approfitto di questa possibilità per rettificare questa notizia. La capienza dello stadio è stata quindi ridotta di 1/3, come richiesto dalle norme vigenti. Guardando le foto, la situazione sembra peggiore di quanto non fosse davvero. Noi abbiamo la coscienza a posto perché abbiamo agito in base alle regole che avevamo. Sottolineo inoltre che, eccezion fatta per la partita di Coppa, non organizzeremo conferenze stampa, ma tutta la comunicazione sarà tutta registrata e pubblicata online. In occasione della conferenza a margine del derby, i giornalisti che erano al chiuso nella sala stampa erano tutti distanziati e indossavano regolarmente le mascherine. Fino alla fine della stagione non ci saranno altre conferenze e nemmeno mixed zone, e i giornalisti dovranno avere le mascherine anche in tribuna stampa, pur ritrovandosi all’aperto e a distanza di sicurezza.

Il derby di Belgrado dunque non avrà l’effetto di una nuova Atalanta-Valencia? “Ribadisco che il Partizan ha ridotto la capacità dello stadio, riempiendolo per 15.600 unità, che è 1/3 della capienza totale, e quindi quanto consentito dalle normative vigenti, le quali, dunque, sono state rispettate. Se poi ciò che far discutere è la distanza specifica tra i tifosi, è noto che quando si giocano grandi partite come il derby, l’adrenalina è alta ed è molto difficile da contenere, perché c’è passione, partecipazione e celebrazione di un momento di festa. Difficile controllare ciò. Come ho detto, ogni paese e ogni campo professionale ha le sue regole. Man mano che il numero di malati e infetti diminuisce, è giusto ridurre anche la pressione delle misure restrittive. All’inizio non avevamo pubblico, poi abbiamo potuto ospitare solo 1.000 tifosi e adesso possiamo ospitare il corrispettivo di un terzo della capienza. Il ritorno è stato graduale. Tutti hanno bisogno di lavorare e nel calcio lavorano tantissime persone. Rispettando le regole, certo, ma provando a poco a poco a riportare la situazione alla normalità”.

 

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